Marquez è il migliore, ma nel corpo a corpo si può battere
A Silverstone il campione del mondo ha perso il duello con Rins, in Austria e in Qatar con Dovizioso, al Mugello con Petrucci. Anche negli anni scorsi il 93 spesso è stato sconfitto all'ultimo metro: correre per il campionato richiede dei sacrifici, ma non è detto che in futuro il pilota di Cervera non cambi atteggiamento in pista
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Marquez è transitato sul traguardo di Silverstone con 13 millesimi di svantaggio su Rins: il campione del mondo ha perso la gara per un niente. Marc aveva le gomme - soprattutto la posteriore- ormai in crisi. Nella volata, alla Woodcote, il 93 ha dovuto alleggerire il gas e il pilota della Suzuki si è infilato all'interno. Marquez non ha potuto gestire il consumo degli pneumatici come avrebbe voluto: ogni volta che ha rallentato in gara Rins si è rifiutato di sorpassare e andare a tirare, obbligando il pilota Honda a consumare gomma più di tutti. Marc inoltre non voleva alzare troppo i tempi sul giro per non far rientrare Vinales e Valentino: nella testa della Formica Atomica la priorità era incrementare il vantaggio in campionato e in un arrivo a quattro il rischio di perdere punti sarebbe stato troppo alto.
Pochi millesimi, diverse sconfitte
Certo è che Marquez le ha provate tutte con Rins, incluso qualche incontro ravvicinato un po' al limite come da sue abitudini: il pilota di Brivio però è stato più furbo nel corpo a corpo, capace di non andare fuori giri o innervosirsi. Marc dal canto suo ha dovuto incassare un altro ko dopo il duello perso con Dovizioso a Spielberg, dove il leader del mondiale aveva subito il sorpasso all'ultima curva e aveva tagliato il traguardo con un distacco finale di 213 millesimi. Bisogna poi aggiungere la volata persa con Petrucci per 43 millesimi al Mugello e quella del Qatar, di nuovo sconfitto da Dovizioso con un incrocio all'ultima curva e un ritardo alla bandiera a scacchi di 23 millesimi. Se torniamo agli anni passati Marquez contro il ducatista deve scontare altre sconfitte: Qatar '18, Austria e Giappone '17, mentre il pilota di Cervera al suo attivo ha solo la Thailandia.
Incapace di accontentarsi
Marquez non è certo un pilota perdente, anzi: quando altri piloti avrebbero veleggiato tranquillamente in seconda posizione raccogliendo punti preziosi, lo spagnolo invece ha sempre accettato la sfida; eppure non sembra essere il corpo a corpo il suo campo di gioco più congeniale. Anche nel 2013, proprio a Silverstone Lorenzo beffò Marquez all'ultimo giro, alla penultima curva e quella volta il 93 arrivò secondo per 81 millesimi. Nell'arco di una gara Marc è capace di battere chiunque, ma quando il confronto arriva all'ultimo metro il discorso cambia.
Nelle interviste post gara Marquez, ai microfoni di Sky Sport, a domanda se gli bruciasse di più il duello perso con Dovizioso o quello con Rins ha risposto: “Bruciano di più i 78 punti (il distacco di Dovizioso, ndr)”. Una non risposta polemica, mascherata dietro al solito sorriso, per far capire che poi alla fine sono i campionati a contare davvero. La versione matura di Marc non è più una novità ed è diventata una certezza nel dopo 2015, la stagione degli attriti con Valentino. Il pilota Honda rappresenta la più grande casa motociclistica al mondo, insegue ormai l'obiettivo di diventare il campione più vincente di sempre e se la tua corsa la fai con la storia qualcosa per strada lo devi lasciare. Sicuramente però i duelli persi in pista non possono non pesare a un agonista puro come Marquez e non è detto che da qua a fine anno non si veda un ulteriore cambio di atteggiamento nel suo modo di correre.
Pochi millesimi, diverse sconfitte
Certo è che Marquez le ha provate tutte con Rins, incluso qualche incontro ravvicinato un po' al limite come da sue abitudini: il pilota di Brivio però è stato più furbo nel corpo a corpo, capace di non andare fuori giri o innervosirsi. Marc dal canto suo ha dovuto incassare un altro ko dopo il duello perso con Dovizioso a Spielberg, dove il leader del mondiale aveva subito il sorpasso all'ultima curva e aveva tagliato il traguardo con un distacco finale di 213 millesimi. Bisogna poi aggiungere la volata persa con Petrucci per 43 millesimi al Mugello e quella del Qatar, di nuovo sconfitto da Dovizioso con un incrocio all'ultima curva e un ritardo alla bandiera a scacchi di 23 millesimi. Se torniamo agli anni passati Marquez contro il ducatista deve scontare altre sconfitte: Qatar '18, Austria e Giappone '17, mentre il pilota di Cervera al suo attivo ha solo la Thailandia.
Incapace di accontentarsi
Marquez non è certo un pilota perdente, anzi: quando altri piloti avrebbero veleggiato tranquillamente in seconda posizione raccogliendo punti preziosi, lo spagnolo invece ha sempre accettato la sfida; eppure non sembra essere il corpo a corpo il suo campo di gioco più congeniale. Anche nel 2013, proprio a Silverstone Lorenzo beffò Marquez all'ultimo giro, alla penultima curva e quella volta il 93 arrivò secondo per 81 millesimi. Nell'arco di una gara Marc è capace di battere chiunque, ma quando il confronto arriva all'ultimo metro il discorso cambia.
Nelle interviste post gara Marquez, ai microfoni di Sky Sport, a domanda se gli bruciasse di più il duello perso con Dovizioso o quello con Rins ha risposto: “Bruciano di più i 78 punti (il distacco di Dovizioso, ndr)”. Una non risposta polemica, mascherata dietro al solito sorriso, per far capire che poi alla fine sono i campionati a contare davvero. La versione matura di Marc non è più una novità ed è diventata una certezza nel dopo 2015, la stagione degli attriti con Valentino. Il pilota Honda rappresenta la più grande casa motociclistica al mondo, insegue ormai l'obiettivo di diventare il campione più vincente di sempre e se la tua corsa la fai con la storia qualcosa per strada lo devi lasciare. Sicuramente però i duelli persi in pista non possono non pesare a un agonista puro come Marquez e non è detto che da qua a fine anno non si veda un ulteriore cambio di atteggiamento nel suo modo di correre.
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