Ddl Concorrenza, preoccupata ANCMA: aumenteranno i premi
Le nuove disposizioni contenute nel dll Concorrenza estendono il meccanismo del CARD alle imprese assicurative operanti in Italia ma con sede legale in altri Paesi europei. Secondo ANCMA, che ha presentato in Commissione al Senato un’apposita analisi, ciò porterà ad un significativo aumento dei premi…
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Politica e trasporti
CARD o NO CARD?
Contenute nel ddl Concorrenza, le nuove disposizioni in fatto di assicurazioni estendono il meccanismo del CARD (Convenzione tra Assicuratori per il Risarcimento Diretto), a cui oggi aderiscono le imprese assicurative italiane, anche a quelle operanti in Italia con sede legale in altri Paesi europei. Uno scenario che, come più volte evidenziato dalla stessa Associazione, preoccupa, e non poco, Confindustria ANCMA, convinta degli inevitabili aumenti ai premi che l’articolo 27 del ddl porterebbe con sé qualora non venisse cambiato. Durante un’audizione svoltasi lo scorso 22 febbraio in Commissione Industria al Senato, l’Associazione ha infatti presentato un’analisi secondo cui il prezzo di una polizza moto CARD è in media superiore dell’84% rispetto a una polizza “no CARD” stipulata per lo stesso veicolo. L’assenza sul mercato italiano di compagnie straniere - ne è convinta Confindustria ANCMA - non solo limiterebbe la concorrenza sul mercato, ma amplierebbe il divario tra il nord e il sud del Paese, dove i costi per assicurare un motociclo (lo abbiamo visto più volte attraverso le nostre analisi e confrontano i prezzi) sono già oggi circa il 68% più alti. Questo significa che, senza offerta “no CARD”, si potrebbero verificare in alcune province del meridione incrementi di prezzo molto significativi, aprendo inoltre al rischio dell’elusione dell’obbligo assicurativo.
“Effetti che – spiega ANCMA – si muovono evidentemente contro i principi stessi del provvedimento e colpiscono un mercato in crescita e una filiera che in Italia vale oltre 21 miliardi di euro e offre occupazione a più di 380mila persone”.
“Effetti che – spiega ANCMA – si muovono evidentemente contro i principi stessi del provvedimento e colpiscono un mercato in crescita e una filiera che in Italia vale oltre 21 miliardi di euro e offre occupazione a più di 380mila persone”.
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