Accise benzina: quanto incidono sul prezzo carburante e a cosa servono
Preceduta solo dall’Olanda, l’Italia è tra i Paesi Europei che più tassano i carburanti. Da noi, parlando di benzina verde, le accise valgono la bellezza di 0,728 euro per litro pari cioè ad un 58% del costo totale. Ma a cosa servono esattamente e per quale motivo continuiamo a pagarle? Facciamo il punto
Accise carburante
Col prezzo carburante che ha ormai sfondato il muro dei 2 euro al litro, s’è riaccesa nel nostro paese la discussione sulle “accise”. In realtà, si tratta di una questione annosa e di difficile risoluzione. Ma cosa sono esattamente le accise? A cosa servono e, sopratutto, quanto influiscono sul prezzo alla pompa di rifornimento?
Facciamo il punto e vediamo di fare chiarezza.
Cosa sono le accise
Le accise sono delle imposte indirette che lo Stato fissa per la produzione di determinati prodotti, quali ad esempio il tabacco, gli alcolici e, appunto, i carburanti.
Quanto valgono
A differenza di altre imposte, che si applicano in percentuale al valore di un bene, le accise sui carburanti sono tasse dall’importo fisso in euro, che si applica sull’unità di prodotto venduto. Limitando il discorso alle sole accise sulla benzina verde, il loro valore è di 0,728 euro al litro, pari cioè ad un 58% del costo totale (1,812 euro alla pompa). In pratica, il prezzo che paghiamo al distributore è dato per il 42% dal valore del prodotto (cioè il costo vero e proprio della verde), della produzione e del trasporto (più il margine di guadagno per l’operatore), e per il 58% dalle accise. Da ricordare anche l’IVA che, sui carburanti, si calcola sul prezzo industriale più le accise. In pratica è un’imposta sull’imposta.
Da dove vengono e quante sono
Le accise sono state ideate in genere per finanziare dei momenti di "crisi" dello Stato, quali terremoti, guerre o manovre finanziarie. Dal finanziamento della crisi di Suez nel 1956 a quello del “Decreto fare” nel 2014, passando per la ricostruzione post Vajont nel 1963 fino a quello per la ricostruzione post terremoto dell’Emilia (2012), le accise sui carburanti sono arrivate ad oggi a quota 18.
Fermo restando quanto detto sopra, è doveroso ricordare che nel 1995 c’è stato un riordino complessivo delle accise sui carburanti, indicate da quella data in avanti in modo unitario, cioè come la somma di tutte le singole accise introdotte fino ad allora. In pratica, da mera imposta di scopo, l’accisa sui carburanti è diventata una componente strutturale del prezzo del carburante.
Italia maglia nera
Secondo un rapporto della società energetica ACEA, nel 2022 l’Italia era il paese europeo con le più alte accise sul gasolio e il secondo per quelle sulla benzina. Prima (nel senso di peggio) di noi solo i Paesi Bassi con 0,824 euro per litro di verde. Seguono in terza e quarta posizione la Finlandia (0,721 euro) e la Grecia (0,7 euro). I più fortunati sono Malta (0,359 euro), Polonia (0,359 euro) e Ungheria (0,347 euro).