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Valentino Rossi condannato a risarcire i domestici

Il Dottore è stato condannato in secondo grado nella causa intentatagli dai custodi della sua villa di Tavullia. I fatti risalgono al 2016 e, secondo quanto deciso dalla Corte di Appello di Ancona, Valentino Rossi dovrà pagare un risarcimento di 34.000 euro
Farà ricorso?
Sembrava essere un caso chiuso quello che aveva visto Valentino Rossi vincere in tribunale lo scorso anno contro i custodi della sua villa a Tavullia, Victor Untu e Zinaida Jigan, di origine moldava, che chiedevano un risarcimento per illegittimo licenziamento. La coppia, marito e moglie, contestava il licenziamento avvenuto da parte di Domus mea, la società che possiede la villa, di cui amministratore unico è il padre di Valentino, Graziano. Secondo quanto riportato da “Il Resto del Carlino” la società aveva comprato la villa nel 2009 e nel 2016 aveva provveduto a licenziare i custodi spiegando che l'immobile era stato messo in vendita. I custodi chiedevano 114.000 euro per straordinari non pagati e ingiusto licenziamento. Nella sentenza di primo grado era stata data ragione al 100% a Rossi, ma i due collaboratori si sono rivolti alla Corte di Appello Ancona che ha ribaltato l’esito dando loro ragione. Il tribunale ha accertato che di fatto il proprietario era ed è Valentino Rossi, ma la richiesta degli straordinari non è stata accolta: i giudici hanno ritenuto valida la tesi dei legali di Rossi secondo cui i lavori svolti erano stati fatti da ditte esterne. Rossi comunque dovrà pagare circa 34.000 euro, per l’illegittimo licenziamento e le spese legali (10.000 euro), a meno che non decida di fare ricorso in Cassazione. La sentenza spiega: “Il datore di lavoro Rossi Valentino deve riassumere ciascun appellante entro giorni tre o, in mancanza, risarcire il danno versando a costoro indennità pari a mensilità sei per Untu e cinque per Jigan”.
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