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Test MotoGP Portimao, i verdetti della pista

I giapponesi hanno portato un'ala ben più importante di quella vista sull'Aprilia, Quartararo ha cambiato opinione sulla moto. Ducati per ora sembra accantonare la carena effetto suolo, KTM e Honda devono lavorare ancora molto sull'elettronica

Il tempo segnato da Pecco Bagnaia nella seconda giornata di test ha destato indubbiamente scalpore: girare 8 decimi sotto il record della pista non è cosa da poco, e forse una tale prestazione ha distolto un po' l'attenzione da quello che è il dato generale, decisamente significativo. I primi 12 piloti in pista hanno marcato tutti un tempo migliore rispetto al primato del circuito portoghese, e altri 7 hanno comunque fatto registrare cronometrici che sono superiori al massimo per 3 decimi. Il progresso tecnologico in classe regina sta facendo passi in avanti mostruosi, in gran parte imputabili all'aerodinamica.

 

Le novità

Chi pensava che a Sepang si fossero viste tutte le carte sul tavolo della MotoGP si è sbagliato di grosso: basta guardare a cosa ha portato in pista Yamaha per rendersi conto che la ricerca è continua. È vero che Iwata sta inseguendo, ma in pochi si attendevano un pacchetto aerodinamico tanto diverso rispetto a quanto visto a Sepang. A stupire – più delle ali a triplano di vecchia scuola Ducati- è stato l'alettone posteriore sul codone, talmente brutto che i meccanici speravano non funzionasse. E invece la soluzione portata dai giapponesi ha contribuito a fare tornare la M1 là davanti con Quartararo: 3 decimi di distacco da Bagnaia e dichiarazioni di piena fiducia da parte del francese, che solo ieri aveva invece perso la speranza.

Ecco l'alettone posteriore di Yamaha

 

Anche in Aprilia è stato riproposto l'alettone posteriore (Noale è stato il primo costruttore a introdurlo). Romano Albesiano ha specificato che nel caso della casa veneta l'obiettivo dichiarato è ridurre il saltellamento della ruota posteriore in fase di frenata, e non generare carico in ogni punto della pista.

 

Ducati senza affanni

Bagnaia ha lavorato in ottica sprint race, e di giri sotto il record della pista ne ha segnati parecchi. Per ora il campione del mondo ha preferito non testare troppo materiale – accantonando per esempio la carena con il gradino- onde evitare di andare in confusione, come era successo nel primo gran premio del 2022. Il “vascone”, come è stato chiamato da Bastianini, desta impressioni diverse a seconda del pilota, ma anche della pista. L'impressione è che servirà più studio prima di sbilanciarsi su questa carena che – ricordiamo- sostanzialmente serve a produrre effetto suolo.

 

KTM e Honda, tanto lavoro

Mattighofen è ancora concentrata a lavorare sul motore, con Jack Miller particolarmente orientato a migliorare la RC16 sul fronte dell'elettronica. In Honda, Marquez ha iniziato a tirare le somme sul materiale a disposizione: il tempo degli esperimenti è finito. Il pacchetto aerodinamico provato da Marc prevede la nuova presa d'aria maggiorata e le ali di ultima evoluzione, il telaio sembra deliberato. L'elettronica rimane ancora da affinare, ma l'otto volte campione del mondo sembra moderatamente ottimista.

 

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