Stoner: la MotoGP vive se i piloti danno tutto per controllare la moto
Tra due stagioni ci sarà una rivoluzione tecnica in MotoGP, ma secondo l’australiano le cose non cambieranno poi così tanto
Nel 2027 il regolamento tecnico della MotoGP cambierà, l'obiettivo è offrire uno spettacolo migliore ai tifosi. Ma Casey Stoner non crede che si otterrà questo risultato. Due volte iridato, prima in Ducati nel 2007 poi in Honda quattro anni dopo, l’australiano ha commentato ruvidamente il nuovo regolamento.
Come riporta il sito di GPOne, Stoner ha ammesso: “Penso che in Ducati sappiano di avere un vantaggio in questa situazione. Loro hanno molta potenza, cosa che ormai hanno anche gli avversari, eppure il vantaggio che ha Ducati è sempre maggiore. Il distacco dai rivali aumenterà con un motore di cilindrata inferiore”.
L'analisi di Stoner
La questione riguarda anche altri settori: “Le zone di frenata si ridurranno, e quando questo accade ci sono meno opportunità di sorpasso. La velocità in curva potrebbe aumentare, il che favorisce meno sorpassi perché non è come le 125, le 250 e la Moto3. C’è ancora abbastanza potenza per separare tutti in accelerazione, ma tutto si ridurrà in termini di opportunità di sorpasso, secondo me. Hanno fatto alcune cose giuste con alcuni degli elementi che sono stati rimossi (come i dispositivi per l’altezza di marcia), ma il resto non è neanche lontanamente vicino a quello che dovrebbe essere”.
Stoner è da tempo contrario all’evoluzione delle MotoGP, che oggi con l’aerodinamica si presentano con un aspetto del tutto nuovo. E la situazione non tende a migliorare: “Mi sembra che siano macchine di Formula 1 con due ruote. Abbiamo il controllo di trazione, il controllo dell’impennata e tutto ciò che la Formula 1 non ha. Capisco che le moto debbano progredire tecnicamente fino a un certo punto, ma a un certo punto ci si deve fermare”.
"Voglio vedere il talento di questi piloti"
Secondo Stoner con l’introduzione di tutti i nuovi elementi si è perso qualcosa: “Voglio vedere il talento di questi piloti. Voglio guardare un filmato al rallentatore e invece di vedere le alette che si flettono, voglio vedere i piloti che scivolano, che controllano un’impennata, che trovano aderenza dove non ce n’è. È questo il senso di queste gare, la sfida. La gente si lamenta sempre nel motocross che le 450 MX sono troppo potenti, si lamenta che le MotoGP sono troppo potenti, troppo grandi. Ma è proprio questo il punto: bisogna imparare a controllare la potenza”. Come ai vecchi tempi...