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Promossi&Bocciati: in MotoGP suona la Marsigliese, ma Quartararo deve stare attento a Mir

La Yamaha vince ancora con El Diablo, ma il podio è completato dalle due Suzuki di Mir e Rins. Morbidelli e Rossi pagano i loro errori, mentre Dovizioso viene abbattuto dalla sfortuna vestita da Zarco. Ora ci sarà una settimana di pausa, poi si tornerà in pista a Le Mans. Quattro piloti si giocano il mondiale più pazzo di sempre
La MotoGP conclude il proprio tris di gare settembrine, le due di Misano più il weekend di Barcellona, con la vittoria di Quartararo al Montmelò. Andiamo a rivedere insieme al nostro Guido Sassi l'ottavo gran premio stagionale in Promossi&Bocciati MotoGP.

Chi piange, chi ride
Non sono stati due mesi facili per Fabio Quartararo, ma dopo le sofferenze di Brno, Spielberg e Misano, il francese è riuscito a raddrizzare il suo campionato con una bella vittoria. Abbiamo assistito a un'affermazione diversa dai due domini di Jerez, eppure ancora più importante. È stato El Diablo stesso a dire che “questo è di gran lungo il successo più bello perché in questo periodo ho subito tanto la pressione”. Se il transalpino ride, Joan Mir non piange. Il maiorchino è al terzo podio consecutivo, il quarto stagionale. Il mago delle rimonte è a soli 8 punti dalla vetta della classifica e sembra l'unico pilota immune dagli alti e bassi di questa pazza stagione.
Pieno di lacrime amare è invece il bicchiere degli italiani: Valentino Rossi è caduto quando era secondo; Andrea Dovizioso è partito bene ma è stato steso da Zarco, Franco Morbidelli ha perso il podio all'ultimo giro. Viste le premesse del sabato la gara sembrava potesse regalare emozioni ben diverse, che peccato.

Oscar del sorpasso
Mir è stato davvero impressionante nella rimonta, ma il sorpasso di Quartararo a Morbidelli è da ricordare: una staccata cattivissima in fondo al rettilineo di partenza, con la moto che si intraversava, ma che pure è entrata perfettamente in curva. Fabio ha pazientato al sabato, quando Franco ha fatto la pole, ma da questa mattina ha mostrato davvero il piglio giusto e la manovra che gli ha fatto guadagnare la testa della gara riassumeva tutta la fiducia ritrovata.

Data check
La gara della MotoGP ha avuto due facce, o meglio, due fasi ben distinte: prima e dopo il drop della gomma. Nei primi 15 passaggi la soft della Michelin ha permesso ai migliori di girare tra il 40.5 e il 40 basso, poi i tempi sono saliti fino a due secondi in più. Un po' tutti se lo aspettavano e d'altronde la scelta della gomma è stata piuttosto uniforme. La gara di Valentino Rossi è stata ottima fino alla caduta, i suoi tempi in linea con i migliori. Il 46 ha segnato 3 passaggi sotto il 40.5 e rimarrà il dubbio sulla gara che avrebbe potuto fare se fosse arrivato al termine. Due cadute in altrettante gare lo hanno praticamente tagliato fuori dalla lotta per il mondiale, ma avere ritrovato la velocità è forse più importante che il risultato ai punti, almeno in questa fase della sua carriera.

Meditate gente
La MotoGP ora si prende una settimana di pausa, poi ci sarà un nuovo trittico con Le Mans e la doppia di Aragon. Il mondiale insomma entra nella fase cruciale, ma rimane difficile da decifrare. La gara di Barcellona ha allungato la classifica: i piloti nello spazio di una vittoria sono passati da 8 a 4. Dimezzati i candidati del momento, rimane però l'incognita su quale sia la moto più competitiva. Yamaha ha vinto sì 5 gare su 8, ma non dà garanzie di lavorare bene su tutte le piste. Le Mans è sempre piaciuta alla M1, Aragon sembra buona al netto di un paio di rettilinei non proprio digeribili. Ma la moto giapponese rimane soprattutto schiava delle proprie qualifiche, e quando i suoi piloti non riescono a partire abbastanza davanti, il podio diventa una chimera. E la Suzuki? Sulle prossime due piste dove si correranno i tre gp, la moto di Hamamatsu fino a oggi ha conquistato solo due terzi posti. Il passato non sempre però si ripete in questo 2020, Rins e Mir sperano proprio in questo. Ducati dal canto suo non è mai andata male su nessuna pista, ma i piloti capaci di interpretare al meglio la Desmosedici cambiano di continuo. A Barcellona per esempio si è rivisto anche un buon Petrucci, ma è Dovizioso l'unico che può puntare al mondiale, sempre che riesca a trovare con più regolarità il podio.
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