Promossi&Bocciati MotoGP: Bagnaia, una caduta che fa male. Honda e Yamaha tornano a sorridere
Il campione del mondo di nuovo a terra: come ha detto lui stesso, in futuro bisognerà gestire, perché la Desmosedici va e va forte. Rins toglie le castagne dal fuoco a Honda, che si ritrova una RC213V competitiva, almeno su alcune piste. Quartararo salva Yamaha, ma deve sempre inventarsi una magia
Un altro weekend pazzo in MotoGP, con la caduta di Pecco Bagnaia nella gara della domenica e il successo di Alex Rins, che resuscita Honda, mentre Marco Bezzecchi rimane leader del mondiale. Andiamo allora a rivedere Promossi&Bocciati del GP delle Americhe con il nostro Guido Sassi.
Chi piange, chi ride
In HRC devono accendere un cero grande quanto Rins, che su una pista a lui congeniale (nel 2019 vinse su Rossi con sorpasso nel finale), trova un'altra vittoria, questa volta davanti al fratello del Dottore, Luca Marini. Senza Marquez, con una RC213V che nelle mani di Joan Mir ancora non risponde come si deve, è stato l'altro pilota di provenienza Suzuki a togliere le castagne dal fuoco, e a dimostrare che questa moto non è da buttare. D'altronde anche MM93 era riuscito a conquistare un podio nella Sprint di Portimao, e ora viene da pensare che su alcune piste la Honda possa tornare a battagliare per le posizioni che contano. Erano 24 gare che i giapponesi della Casa Alata non riuscivano a vincerne una.
Finalmente soddisfatto anche Marini, che in MotoGP trova il suo primo podio in una gara lunga, e un sorriso lo si strappa anche a Fabio Quartararo, che con il terzo posto rimane in linea di galleggiamento in campionato, in attesa che la M1 inizi a rendere meglio (sperando nelle piste europee).
Facile dire chi piange dopo Austin: Pecco Bagnaia ha di che lamentarsi, con sé stesso, con la sorte, con le gomme o con l'insondabile dio della velocità, ma visto la superiorità manifestata sul piano della prestazione, fa bene a dire che forse a volte si tratta solo di andare un pelo meno al limite, e gestire il risultato.
Oscar del sorpasso
Questa volta bisogna darlo d'ufficio a Fabio Quartararo, una sorta di risarcimento per tutti i rischi (lui lo ha chiamato over riding, vale a dire guidare sopra il limite) che si prende in sella alla sua Yamaha per cercare di tenere il passo di chi viaggia in Ducati e Aprilia per lo meno. Al primo giro del GP delle Americhe, con pneumatici non ancora in temperatura, ha portato una staccata furibonda su Luca Marini alla fine del lungo rettilineo di 1200 metri, un tratto che si imbocca da un rampino e che quindi è doppiamente penalizzante per chi non ha motore. Il francese è uscito all'interno, ha frenato tardissimo e con la moto che sbandierava come una cheerleader è poi riuscito a infilarsi in curva 12. Chapeau.
Data check
Al quarto giro della gara, Alex Rins ha stampato un giro veloce di 2'03”126, che vale il nuovo record del circuito, ben 4 decimi sotto il 2'03”521 che l'anno scorso ha permesso a Enea Bastianini a sua volta di ritoccare il precedente primato. Il salto in avanti è notevole e favorisce due considerazioni. La prima è ovvia: questa Honda non è poi malaccio, e se oltre a Marquez almeno un altro pilota (anche se con un telaio diverso) riesce a farla funzionare, allora c'è da pensare che anche su altre piste (Jerez per esempio, dove Honda è sempre andata forte?) si possa vedere la RC213V di nuovo davanti. La seconda è più di carattere generale: l'evoluzione tecnica in MotoGP ha raggiunto dei livelli spaventosi. Se da un anno all'altro si riesce a togliere quasi mezzo secondo al giro, stiamo davvero viaggiando nel futuro. D'accordo, è una delle piste più lunghe del mondiale, ma sono pur sempre 4 decimi in 12 mesi.
Meditate gente
Il leader del mondiale è ancora Marco Bezzecchi, che è lassù grazie a una vittoria, un terzo e un sesto posto. Bagnaia, caduto due volte in tre gare, è secondo grazie ad altrettanti successi nelle Sprint, che lo tengono a solo 11 punti dal capoclassifica ma servono solo a limitare il passivo. Fabio Quartararo, che di punti ne ha 34, è a sole 19 lunghezze dal campione in carica. E Marc Marquez, quando tornerà, avrà “soli” 47 punti di ritardo da Pecco, nonostante due gp saltati su tre. Insomma, siamo appena all'inizio del mondiale, e l'equilibrio regna davvero sovrano. Tre vincitori in tre gare, e la prospettiva di pronostici che possono variare molto più di quanto la superiorità Ducati (da rivedere nelle proporzioni) possa lasciare intendere.