Nicky Hayden, la famiglia chiede 15 milioni all’investitore
A distanza di quattro anni dalla morte di Nicky Hayden, continua il caso giudiziario tra la famiglia dell’americano e il ragazzo che l’ha investito mentre il pilota era in bicicletta. Nel processo aperto al tribunale di Milano la famiglia ha chiesto 15 milioni di euro di risarcimento, rispetto ai 6 richiesti inizialmente, ovvero il massimale previsto dall'assicurazione
Image
MotoGP
Quattro anni dopo
Il 17 maggio 2017 Nicky Hayden venne investito da un’auto, a Misano, mentre si stava allenando in bicicletta e pochi giorni dopo, il 22 maggio, morì all’ospedale Bufalini di Cesena per i traumi riportati. Nella ricostruzione della dinamica si scoprì che l’ex campione di MotoGP non rispettò lo stop e la macchina che lo travolse non stava rispettando il limite di velocità imposto in quel tratto di strada. Il ragazzo alla guida dell’auto venne condannato a un anno per omicidio stradale dal Tribunale di Rimini e ora il Resto del Carlino rende noto che la famiglia di Nicky, la fidanzata e la società che gestiva gli interessi del pilota chiedono 15 milioni di risarcimento. Il processo si è aperto qualche mese fa al Tribunale di Milano e se prima la richiesta era pari a 6 milioni, ora ha raggiunto il massimale previsto dall'assicurazione e la somma comprenderebbe anche la spesa per realizzare un monumento al campione negli Stati Uniti.
La battaglia legale
Quel maledetto 17 maggio Nicky, allora pilota di Honda in Superbike, non si fermò allo stop e l’investitore venne condannato ad un anno, esito arrivato dopo una battaglia di perizie. Venne stabilito che il ragazzo avesse superato il limite di velocità di 50 km/h guidando a 72,8 km/h e secondo il pm l’impatto non ci sarebbe stato se il ragazzo avesse rispettato il limite stabilito dalla legge. Gli avvocati del ragazzo alla guida dell’auto, Pierluigi Autunno e Francesco Pisciotti, hanno fatto ricorso alla Corte d'Appello e attendono una nuova data per l'udienza.
Il 17 maggio 2017 Nicky Hayden venne investito da un’auto, a Misano, mentre si stava allenando in bicicletta e pochi giorni dopo, il 22 maggio, morì all’ospedale Bufalini di Cesena per i traumi riportati. Nella ricostruzione della dinamica si scoprì che l’ex campione di MotoGP non rispettò lo stop e la macchina che lo travolse non stava rispettando il limite di velocità imposto in quel tratto di strada. Il ragazzo alla guida dell’auto venne condannato a un anno per omicidio stradale dal Tribunale di Rimini e ora il Resto del Carlino rende noto che la famiglia di Nicky, la fidanzata e la società che gestiva gli interessi del pilota chiedono 15 milioni di risarcimento. Il processo si è aperto qualche mese fa al Tribunale di Milano e se prima la richiesta era pari a 6 milioni, ora ha raggiunto il massimale previsto dall'assicurazione e la somma comprenderebbe anche la spesa per realizzare un monumento al campione negli Stati Uniti.
La battaglia legale
Quel maledetto 17 maggio Nicky, allora pilota di Honda in Superbike, non si fermò allo stop e l’investitore venne condannato ad un anno, esito arrivato dopo una battaglia di perizie. Venne stabilito che il ragazzo avesse superato il limite di velocità di 50 km/h guidando a 72,8 km/h e secondo il pm l’impatto non ci sarebbe stato se il ragazzo avesse rispettato il limite stabilito dalla legge. Gli avvocati del ragazzo alla guida dell’auto, Pierluigi Autunno e Francesco Pisciotti, hanno fatto ricorso alla Corte d'Appello e attendono una nuova data per l'udienza.
Foto e immagini
Aggiungi un commento