MotoGP Starting Grid: al Mugello vedremo un Bastianini vs Bagnaia atto secondo?
Il riminese e il piemontese hanno avuto le prime schermaglie in pista a Le Mans e al Mugello ci sono i presupposti per vedere un'altra battaglia. Per l'anno prossimo la convivenza nel team factory è possibile, ma non semplice. Intanto Enea raccoglie vittorie, ma per il campionato serve più costanza
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MotoGP
Questa è la settimana del gran premio d'Italia al Mugello, una gara a cui ci avviciniamo con ancora fresca in mente la splendida vittoria di Enea Bastianini a Le Mans. Andiamo allora a vedere le novità nel paddock insieme al nostro Guido Sassi, in MotoGP Starting Grid.
Cosa succede
Sabato al Mugello ci sarà la cerimonia di ritiro del numero 46 di Valentino, che nessuno potrà più usare in MotoGP. Un atto doveroso per la grandezza di un campione che si è appena ritirato, ma che sta già riacquistando nella memoria quella lucentezza tipica dei più forti di sempre, uno splendore appena appannato dalle ultime stagioni sotto tono. Celebrare questa leggenda della MotoGP al Mugello ha un significato particolare non solo per le 7 vittorie di Rossi sulla pista toscana – record assoluto- ma più in generale perché proprio tra queste curve, le più belle al mondo, si è creata una storia non solo sportiva, ma umana, di un affetto straripante tra pubblico e pilota. Gli spalti colorati di giallo rimarranno per sempre negli archivi del motociclismo sportivo, ma non è detto che domenica non sarà ancora una volta il colore dominante.
Che numeri
3 vittorie in 7 gare è un ruolino di marcia da campione del mondo, un risultato eccezionale soprattutto per un pilota al secondo anno nel motomondiale: Enea Bastianini non può più essere considerato una sorpresa e il riminese è terzo in campionato solo perché alle vittorie ha alternato sempre prestazioni lontane dal podio: un ritiro, un undicesimo posto, un decimo e un ottavo. La Bestia è a soli 8 punti di distacco da Quartararo, e se nelle gare che ha concluso senza vincere fosse arrivato anche solo tra i primi 6, ora guarderebbe tutti dall'alto al basso della classifica.
Non si può pretendere troppo però da Bastianini, che alla seconda stagione tra i big è già un campione nella gestione delle gomme e un maestro nella tattica di gara. La velocità non manca – due i fastest lap segnati fin qui- e la sensibilità di guida è eccezionale. Manca solo la capacità di mettere tutto insieme in un giro secco, o forse una certa rapidità nel capire la strada da intraprendere nel set up della moto nelle prove. Arriverà anche questa abilità, serve solo tempo e pazienza.
La sfida
Ormai è chiaro che Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini dovranno dividere il box nel prossimo biennio, così come è piuttosto evidente che la simpatia non sia il sentimento che si ispirano vicendevolmente a pelle. Per il nostro motociclismo c'è spazio eccome per entrambi, nel box factory Ducati sarà tutto da vedere, e per gli uomini in rosso le gatte da pelare non mancheranno. Tenere a bada nervosismi e invidie potrebbe non essere una possibilità poi così lontana dal vero, e le dichiarazioni di Le Mans ne sono un assaggio. “Ho provato a innervosirlo” ha detto Enea riferendosi alla propria condotta di gara fatta di sorpassi e pressione sull'avversario, “Iniziamo bene” ha commentato Pecco, riferendosi probabilmente a un incipit di convivenza che non ha le caratteristiche di quel rapporto senza attriti che vive con Jack Miller.
Una cosa è certa: tutti aspettano con ansia la giornata di domenica, per sapere se saremo così fortunati da vedere un altro duello in pista tra questi due bei talenti del nostro motociclismo.
Questa è storia
Di edizioni spettacolari del gran premio d'Italia ne ricordiamo diverse, ma se guardiamo anche al risultato in sé, una in particolare svetta sulle altre: nel 2005 Rossi vinse per la quarta volta consecutiva in MotoGP, ma al traguardo ci furono ben 4 italiani davanti a tutti, con Biaggi, Capirossi e Melandri a seguirlo nell'ordine. La battaglia fu bellissima e senza sconti fin dai primi giri, con Valentino e Biaggi a darsele di santa ragione, il tifo alla Casanova-Savelli impazzito per il sorpasso e contro sorpasso tra i due nelle fasi finali di gara, Capirex e Macho in battaglia per il terzo gradino del podio dopo le rispettive sfuriate in testa al gran premio nella prima metà della corsa. È una gara che non ci si può stancare di vedere, un pezzo di motociclismo che non ha eguali in tutto quello che si è visto dopo al Mugello.
Hot spot
Al Mugello ci sono 15 curve e hanno tutte il loro perché, dalla prima all'ultima. Si può vincere all'ultimo giro attaccando alla san Donato (curva 1), così come spuntarla all'ultimo metro, anche dopo la Bucine (curva 14). Nel 2019 Petrucci ha conquistato la sua vittoria da sogno approfittando della schermaglia tra Marquez e Dovizioso e infilandosi all'interno dei due proprio a centro curva della prima a destra dopo il rettilineo, nel 2016 invece Lorenzo è stato bravo a rimanere incollato a Marc che lo aveva superato all'ultimo tornantone, per bruciarlo sul traguardo di appena 19 millesimi. Nonostante 15 curve una più bella dell'altra infatti, al Mugello c'è anche un rettilineo di oltre un chilometro, con la linea del traguardo disposta piuttosto avanti. La scia si sente molto, e con una moto a posto non serve per forza avere il migliore motore tra tutti per riuscire a spuntarla.
Cosa succede
Sabato al Mugello ci sarà la cerimonia di ritiro del numero 46 di Valentino, che nessuno potrà più usare in MotoGP. Un atto doveroso per la grandezza di un campione che si è appena ritirato, ma che sta già riacquistando nella memoria quella lucentezza tipica dei più forti di sempre, uno splendore appena appannato dalle ultime stagioni sotto tono. Celebrare questa leggenda della MotoGP al Mugello ha un significato particolare non solo per le 7 vittorie di Rossi sulla pista toscana – record assoluto- ma più in generale perché proprio tra queste curve, le più belle al mondo, si è creata una storia non solo sportiva, ma umana, di un affetto straripante tra pubblico e pilota. Gli spalti colorati di giallo rimarranno per sempre negli archivi del motociclismo sportivo, ma non è detto che domenica non sarà ancora una volta il colore dominante.
Che numeri
3 vittorie in 7 gare è un ruolino di marcia da campione del mondo, un risultato eccezionale soprattutto per un pilota al secondo anno nel motomondiale: Enea Bastianini non può più essere considerato una sorpresa e il riminese è terzo in campionato solo perché alle vittorie ha alternato sempre prestazioni lontane dal podio: un ritiro, un undicesimo posto, un decimo e un ottavo. La Bestia è a soli 8 punti di distacco da Quartararo, e se nelle gare che ha concluso senza vincere fosse arrivato anche solo tra i primi 6, ora guarderebbe tutti dall'alto al basso della classifica.
Non si può pretendere troppo però da Bastianini, che alla seconda stagione tra i big è già un campione nella gestione delle gomme e un maestro nella tattica di gara. La velocità non manca – due i fastest lap segnati fin qui- e la sensibilità di guida è eccezionale. Manca solo la capacità di mettere tutto insieme in un giro secco, o forse una certa rapidità nel capire la strada da intraprendere nel set up della moto nelle prove. Arriverà anche questa abilità, serve solo tempo e pazienza.
La sfida
Ormai è chiaro che Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini dovranno dividere il box nel prossimo biennio, così come è piuttosto evidente che la simpatia non sia il sentimento che si ispirano vicendevolmente a pelle. Per il nostro motociclismo c'è spazio eccome per entrambi, nel box factory Ducati sarà tutto da vedere, e per gli uomini in rosso le gatte da pelare non mancheranno. Tenere a bada nervosismi e invidie potrebbe non essere una possibilità poi così lontana dal vero, e le dichiarazioni di Le Mans ne sono un assaggio. “Ho provato a innervosirlo” ha detto Enea riferendosi alla propria condotta di gara fatta di sorpassi e pressione sull'avversario, “Iniziamo bene” ha commentato Pecco, riferendosi probabilmente a un incipit di convivenza che non ha le caratteristiche di quel rapporto senza attriti che vive con Jack Miller.
Una cosa è certa: tutti aspettano con ansia la giornata di domenica, per sapere se saremo così fortunati da vedere un altro duello in pista tra questi due bei talenti del nostro motociclismo.
Questa è storia
Di edizioni spettacolari del gran premio d'Italia ne ricordiamo diverse, ma se guardiamo anche al risultato in sé, una in particolare svetta sulle altre: nel 2005 Rossi vinse per la quarta volta consecutiva in MotoGP, ma al traguardo ci furono ben 4 italiani davanti a tutti, con Biaggi, Capirossi e Melandri a seguirlo nell'ordine. La battaglia fu bellissima e senza sconti fin dai primi giri, con Valentino e Biaggi a darsele di santa ragione, il tifo alla Casanova-Savelli impazzito per il sorpasso e contro sorpasso tra i due nelle fasi finali di gara, Capirex e Macho in battaglia per il terzo gradino del podio dopo le rispettive sfuriate in testa al gran premio nella prima metà della corsa. È una gara che non ci si può stancare di vedere, un pezzo di motociclismo che non ha eguali in tutto quello che si è visto dopo al Mugello.
Hot spot
Al Mugello ci sono 15 curve e hanno tutte il loro perché, dalla prima all'ultima. Si può vincere all'ultimo giro attaccando alla san Donato (curva 1), così come spuntarla all'ultimo metro, anche dopo la Bucine (curva 14). Nel 2019 Petrucci ha conquistato la sua vittoria da sogno approfittando della schermaglia tra Marquez e Dovizioso e infilandosi all'interno dei due proprio a centro curva della prima a destra dopo il rettilineo, nel 2016 invece Lorenzo è stato bravo a rimanere incollato a Marc che lo aveva superato all'ultimo tornantone, per bruciarlo sul traguardo di appena 19 millesimi. Nonostante 15 curve una più bella dell'altra infatti, al Mugello c'è anche un rettilineo di oltre un chilometro, con la linea del traguardo disposta piuttosto avanti. La scia si sente molto, e con una moto a posto non serve per forza avere il migliore motore tra tutti per riuscire a spuntarla.
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