MotoGP Jerez Promossi&Bocciati, Yamaha: ok El Diablo e Valentino Rossi, piangono Vinales e gli ingegneri
Quartararo vince come a Iwata non succedeva dal 2017, Rossi sale sul podio e chiede una M1 da ritorno al passato. In casa Ducati il weekend è da incubo: Dovizioso è solo sesto, il secondo posto di Bagnaia va in fumo con il motore. Marc Marquez può già pensare al recupero: arrivano le piste giuste e solo il francese del team Petronas sembra in grado di contrastarlo
Image
MotoGP
Seconda gara stagionale e secondo appuntamento settimanale con Promossi&Bocciati: il nostro Guido Sassi ci porta a rivivere il GP di Andalusia analizzando le prestazioni dei suoi protagonisti.
Chi piange, chi ride
El Diablo se la ride, per un inizio di stagione che meglio non poteva andare: 2 pole position, 2 vittorie, Marc Marquez a zero punti. Una partenza del genere Fabio Quartararo probabilmente non l'avrebbe potuta nemmeno immaginare nei suoi sogni più sfrenati e la casa dei tre diapason non portava a casa due successi in fila dalle prime gare del 2017. I sorrisi in casa Yamaha non finiscono però sul gradino più alto del podio, ma sono persino più sentiti sulla pedana del terzo classificato: Valentino Rossi è tornato a prendere una coppa dopo 17 gare, il suo digiuno più lungo. VR46 ha confidato alle telecamere che il terzo posto è stato importante “perché quando vai male poi perdi la voglia. Posso essere diventato vecchio, ma lento come la settimana scorsa era davvero troppo brutto”.
Tanta gioia sul podio di Jerez viene in parte controbilanciata dalla delusione di Maverick Vinales. Per carità, c'è di peggio che iniziare il mondiale con due secondi posti, ma Top Gun è stato battuto inequivocabilmente per due volte da Quartararo. Insomma, se Marquez arriva primo Vinales spesso fa secondo, ma anche quando MM93 non c'è, qualcun altro gli sta davanti. Nella seconda gara di Jerez, Maverick non ha sbagliato la gomma, ma ha avuto poco sangue freddo, attaccando subito il francese quando avrebbe potuto attendere. Vinales a volte manca di sangue freddo, soprattutto nei momenti cruciali. Piange anche Andrea Dovizioso, che va via dalla doppia di Jerez con un bottino di punti (26), che non è malaccio pensando alla Ducati su questa pista, ma che data l'assenza di Marquez è un po' poco in ottica campionato. È poco anche nel confronto con Francesco Bagnaia, che oggi si era involato verso il secondo posto, perso senza demerito per un problema al motore.
Oscar del sorpasso
È stato favorito da un mezzo lungo di Rossi alla Dry Sac, ma quando Pecco a 14 giri dal termine ha sorpassato Rossi in staccata, la frase l'allievo supera il maestro si è avverata nella sua accezione più letterale. Ed è stato un bel momento per Pecco, che il podio lo ha visto svanire nel fumo che usciva dal desmo, ma che fino a quel momento aveva ben aggredito la gara, approfittando degli errori di Vinales e Miller. Il piemontese dell'Academy di Valentino aveva anche regolato Nakagami in avvio di gara e almeno un premio di consolazione gli va dato.
Data check
Se si vanno a vedere i tempi di Valentino nella seconda gara di Jerez, si scopre che il Dottore è più lento di Quartararo di circa tre decimi abbondanti, meno rispetto a Vinales. Ma se si vanno poi a guardare gli intertempi, si capisce che la distanza dalla prestazione del francese è minore, e che nei confronti dello spagnolo il T3 di Rossi è addirittura migliore. Insomma Vale aveva la velocità, ma ha solo faticato a metterla insieme in un singolo giro. Il segreto sembra che sia stato tornare al passato: la sua M1, riproposta con il pivot basso e un assetto che non “copiava” le scelte di Quartararo e Maverick, ha ripreso a girare bene nelle mani del nove volte campione del mondo. Vale ammette che non tutto ancora è a posto dal visto tecnico, ma fa esercizio di realismo: “Mi avevano imposto un set up che mi rendeva più lento, ma salvava la gomma. Poi la gomma ha mostrato comunque problemi di degrado, e a quel punto non aveva più senso insistere su quel setting. Ma ci sono voluti quattro giorni per convincere gli ingegneri a lasciarmi guidare come volevo”.
Meditate gente
Quartararo ha fatto il suo e ha messo 50 punti tra sé e Marc Marquez. Vinales ha un vantaggio di 40 punti sull'otto volte campione del mondo, un margine maggiore a quello su cui poteva contare nel 2017, quando aveva vinto 3 delle prime 5 gare. Ma la Yamaha ora deve fronteggiare la grana propulsori: Maverick, Rossi e Morbidelli hanno fatto fuori tre motori in due weekend. L'affidabilità potrebbe diventare un tema, con sole 5 unità a pilota a disposizione. Inoltre il mondiale ora si sposta a Brno, poi la MotoGP correrà a Spielberg. Saranno tre gare – soprattutto le due austriache- che andranno incontro a Ducati come tipologia di pista. Dovizioso però nel mondiale è solo terzo, con 26 punti. C'è da scommettere sul doppio recupero di Marquez: fisicamente lo spagnolo spera di essere in discreta forma per metà agosto, e in quanto al campionato in Austria potremmo rivedere il campione di Cervera già all'attacco. Quartararo sarà capace di reggere la pressione?
Chi piange, chi ride
El Diablo se la ride, per un inizio di stagione che meglio non poteva andare: 2 pole position, 2 vittorie, Marc Marquez a zero punti. Una partenza del genere Fabio Quartararo probabilmente non l'avrebbe potuta nemmeno immaginare nei suoi sogni più sfrenati e la casa dei tre diapason non portava a casa due successi in fila dalle prime gare del 2017. I sorrisi in casa Yamaha non finiscono però sul gradino più alto del podio, ma sono persino più sentiti sulla pedana del terzo classificato: Valentino Rossi è tornato a prendere una coppa dopo 17 gare, il suo digiuno più lungo. VR46 ha confidato alle telecamere che il terzo posto è stato importante “perché quando vai male poi perdi la voglia. Posso essere diventato vecchio, ma lento come la settimana scorsa era davvero troppo brutto”.
Tanta gioia sul podio di Jerez viene in parte controbilanciata dalla delusione di Maverick Vinales. Per carità, c'è di peggio che iniziare il mondiale con due secondi posti, ma Top Gun è stato battuto inequivocabilmente per due volte da Quartararo. Insomma, se Marquez arriva primo Vinales spesso fa secondo, ma anche quando MM93 non c'è, qualcun altro gli sta davanti. Nella seconda gara di Jerez, Maverick non ha sbagliato la gomma, ma ha avuto poco sangue freddo, attaccando subito il francese quando avrebbe potuto attendere. Vinales a volte manca di sangue freddo, soprattutto nei momenti cruciali. Piange anche Andrea Dovizioso, che va via dalla doppia di Jerez con un bottino di punti (26), che non è malaccio pensando alla Ducati su questa pista, ma che data l'assenza di Marquez è un po' poco in ottica campionato. È poco anche nel confronto con Francesco Bagnaia, che oggi si era involato verso il secondo posto, perso senza demerito per un problema al motore.
Oscar del sorpasso
È stato favorito da un mezzo lungo di Rossi alla Dry Sac, ma quando Pecco a 14 giri dal termine ha sorpassato Rossi in staccata, la frase l'allievo supera il maestro si è avverata nella sua accezione più letterale. Ed è stato un bel momento per Pecco, che il podio lo ha visto svanire nel fumo che usciva dal desmo, ma che fino a quel momento aveva ben aggredito la gara, approfittando degli errori di Vinales e Miller. Il piemontese dell'Academy di Valentino aveva anche regolato Nakagami in avvio di gara e almeno un premio di consolazione gli va dato.
Data check
Se si vanno a vedere i tempi di Valentino nella seconda gara di Jerez, si scopre che il Dottore è più lento di Quartararo di circa tre decimi abbondanti, meno rispetto a Vinales. Ma se si vanno poi a guardare gli intertempi, si capisce che la distanza dalla prestazione del francese è minore, e che nei confronti dello spagnolo il T3 di Rossi è addirittura migliore. Insomma Vale aveva la velocità, ma ha solo faticato a metterla insieme in un singolo giro. Il segreto sembra che sia stato tornare al passato: la sua M1, riproposta con il pivot basso e un assetto che non “copiava” le scelte di Quartararo e Maverick, ha ripreso a girare bene nelle mani del nove volte campione del mondo. Vale ammette che non tutto ancora è a posto dal visto tecnico, ma fa esercizio di realismo: “Mi avevano imposto un set up che mi rendeva più lento, ma salvava la gomma. Poi la gomma ha mostrato comunque problemi di degrado, e a quel punto non aveva più senso insistere su quel setting. Ma ci sono voluti quattro giorni per convincere gli ingegneri a lasciarmi guidare come volevo”.
Meditate gente
Quartararo ha fatto il suo e ha messo 50 punti tra sé e Marc Marquez. Vinales ha un vantaggio di 40 punti sull'otto volte campione del mondo, un margine maggiore a quello su cui poteva contare nel 2017, quando aveva vinto 3 delle prime 5 gare. Ma la Yamaha ora deve fronteggiare la grana propulsori: Maverick, Rossi e Morbidelli hanno fatto fuori tre motori in due weekend. L'affidabilità potrebbe diventare un tema, con sole 5 unità a pilota a disposizione. Inoltre il mondiale ora si sposta a Brno, poi la MotoGP correrà a Spielberg. Saranno tre gare – soprattutto le due austriache- che andranno incontro a Ducati come tipologia di pista. Dovizioso però nel mondiale è solo terzo, con 26 punti. C'è da scommettere sul doppio recupero di Marquez: fisicamente lo spagnolo spera di essere in discreta forma per metà agosto, e in quanto al campionato in Austria potremmo rivedere il campione di Cervera già all'attacco. Quartararo sarà capace di reggere la pressione?
Aggiungi un commento