MotoGP 2022 - Promossi&Bocciati. riscatto KTM e Yamaha, Honda e Ducati si ridimensionano
Oliveira è un fulmine sul bagnato, Quartararo non si era mai visto così veloce sotto la pioggia. Le Desmosedici ufficiali invece faticano, mentre HRC sconta una gomma "particolare" e la frustrazione di Marquez
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MotoGP
In Indonesia si scatena il classico temporale "asiatico" e la MotoGP rischia addirittura di non correre. Quando però si spegne il semaforo e si gareggia davvero, è Miguel Oliveira su KTM a fuggire e non ce n'è più per nessuno, o quasi. Andiamo perciò a rivedere i Promossi&Bocciati della gara con il nostro Guido Sassi.
Chi piange, chi ride
Guai a chi vuole indicare Oliveira ancora come una sorpresa. Il portoghese è alla sua quarta vittoria in MotoGP, la 16esima in una carriera nel motomondiale, che va avanti da più di dieci anni. Oggi è stato lesto a cogliere l'occasione e quando Miguel parte così e si invola, per gli altri sono dolori. Tra chi ha da leccarsi le ferite, ci sono ancora una volta le Ducati ufficiali: lo specialista del bagnato Jack Miller è rimasto ai piedi del podio, Pecco Bagnaia ha raccolto un misero punto tra lunghi in frenata e difficoltà varie.
Umori buoni invece in casa Yamaha, anche se vista da fuori sembra più una vittoria persa di Fabio Quartararo, che un podio guadagnato. Il francese tuttavia è felice per essere andato forte sul bagnato, situazione a lui non congeniale. Sull'altalena delle emozioni finisce poi anche Marc Marquez, all'ennesima brutta caduta. Il suo weekend finisce al warm up, con un highside terrificante che gli impedisce di prendere parte alla gara e gli lascia diverse conseguenze: fisiche da valutare, morali sicuramente pesanti.
Oscar del sorpasso
A sei giri dalla fine Quartararo infila Zarco con una profonda staccata e torna virtualmente sul podio. Un passaggio più tardi è la volta di Jack Miller, infilato nell'ultima esse prima dell'arrivo. La Yamaha di Fabio sembra un compasso nelle mani del francese: precisa al centimetro e dotata anche di un'ottima trazione. Ma la M1 di questi anni non era quella moto che soffriva da matti sul bagnato? È vero, ma con un asfalto nuovo e dotato di grande grip, le lacune della giapponese si riducono fino quasi ad annullarsi, e poi ci sono da considerare il talento e la rabbia da rivalsa del campione del mondo. Nell'ultima frazione del gran premio El Diablo guidava con pieghe e spostamenti del corpo da corsa sull'asciutto e su tempi eccezionali: 1'38”749, almeno mezzo secondo meglio di Oliveira. Vero è che il portoghese era in gestione, ma Quartararo era sicuramente in stato di grazia: partire in pole, scendere fino alla quinta posizione e risalire come un salmone – vista la pioggia- è cosa che ci si può aspettare solo dal miglior Fabio, e che comunque non avevamo mai visto sul bagnato.
Data check
Oliveira è sicuramente un buon pilota sotto la pioggia: ricordate il gp di Germania dell'anno scorso? Se non fosse partito così indietro, la sua rimonta lo avrebbe portato non solo vicino a Marquez, ma probabilmente anche davanti allo spagnolo. C'è da dire però che KTM ha fatto una moto che da anni dà prova di funzionare bene in condizioni di bagnato. Il primo podio di Mattighofen in MotoGP risale a Valencia 2018, con Pol Espargaro in mezzo a un nubifragio. E anche Brad Binder ha brillato con la RC16 nel diluvio, l'anno scorso in Austria.
Più in generale la moto austriaca arriva da un inizio 2022 che fa sospettare un progetto centrato: i risultati la collocano in testa alla classifica costruttori e l'innesto di nuove figure professionali si è rivelato centrato. Francesco Guidotti ha preso in mano la gestione sportiva dal muretto, Fabiano Sterlacchini è entrato alla direzione tecnica, portando con sé l'esperienza dei suoi anni in Ducati.
Meditate gente
Honda sta vivendo un inizio di campionato sulle montagne russe: i test e la prima gara avevano indicato il team HRC come uno di quelli che avevano lavorato meglio, il weekend di Mandalika ha riportato tutti con i piedi per terra. Pol Espargaro rimane però fiducioso e spiega perché: “Honda ha sviluppato una moto che si sposa bene con le gomme in dotazione, ma Michelin qui ha portato uno pneumatico differente e la differenza nel pacchetto si fa sentire”. Insomma, la RC213V è una moto sensibile e solo il proseguimento del campionato potrà dire se si tratterà di un vantaggio o di uno svantaggio.
Sicuramente non è buona la situazione di Marquez: lo spagnolo si è avvitato su sé stesso, in uno di quei fine settimana nei quali non riesce ad accontentarsi. Al netto di una condizione fisica ora tutta da verificare, all'otto volte campione del mondo ora serve la calma dei forti: proseguire sulla strada dell'eccesso potrà fargli solo male, dato il momento di difficoltà. Il calendario propone Argentina e Texas, due piste a lui molto amiche: meglio fare un respiro profondo e ripartire da lì. Il campionato sarà lunghissimo e tutto può ancora succedere.
Chi piange, chi ride
Guai a chi vuole indicare Oliveira ancora come una sorpresa. Il portoghese è alla sua quarta vittoria in MotoGP, la 16esima in una carriera nel motomondiale, che va avanti da più di dieci anni. Oggi è stato lesto a cogliere l'occasione e quando Miguel parte così e si invola, per gli altri sono dolori. Tra chi ha da leccarsi le ferite, ci sono ancora una volta le Ducati ufficiali: lo specialista del bagnato Jack Miller è rimasto ai piedi del podio, Pecco Bagnaia ha raccolto un misero punto tra lunghi in frenata e difficoltà varie.
Umori buoni invece in casa Yamaha, anche se vista da fuori sembra più una vittoria persa di Fabio Quartararo, che un podio guadagnato. Il francese tuttavia è felice per essere andato forte sul bagnato, situazione a lui non congeniale. Sull'altalena delle emozioni finisce poi anche Marc Marquez, all'ennesima brutta caduta. Il suo weekend finisce al warm up, con un highside terrificante che gli impedisce di prendere parte alla gara e gli lascia diverse conseguenze: fisiche da valutare, morali sicuramente pesanti.
Oscar del sorpasso
A sei giri dalla fine Quartararo infila Zarco con una profonda staccata e torna virtualmente sul podio. Un passaggio più tardi è la volta di Jack Miller, infilato nell'ultima esse prima dell'arrivo. La Yamaha di Fabio sembra un compasso nelle mani del francese: precisa al centimetro e dotata anche di un'ottima trazione. Ma la M1 di questi anni non era quella moto che soffriva da matti sul bagnato? È vero, ma con un asfalto nuovo e dotato di grande grip, le lacune della giapponese si riducono fino quasi ad annullarsi, e poi ci sono da considerare il talento e la rabbia da rivalsa del campione del mondo. Nell'ultima frazione del gran premio El Diablo guidava con pieghe e spostamenti del corpo da corsa sull'asciutto e su tempi eccezionali: 1'38”749, almeno mezzo secondo meglio di Oliveira. Vero è che il portoghese era in gestione, ma Quartararo era sicuramente in stato di grazia: partire in pole, scendere fino alla quinta posizione e risalire come un salmone – vista la pioggia- è cosa che ci si può aspettare solo dal miglior Fabio, e che comunque non avevamo mai visto sul bagnato.
Data check
Oliveira è sicuramente un buon pilota sotto la pioggia: ricordate il gp di Germania dell'anno scorso? Se non fosse partito così indietro, la sua rimonta lo avrebbe portato non solo vicino a Marquez, ma probabilmente anche davanti allo spagnolo. C'è da dire però che KTM ha fatto una moto che da anni dà prova di funzionare bene in condizioni di bagnato. Il primo podio di Mattighofen in MotoGP risale a Valencia 2018, con Pol Espargaro in mezzo a un nubifragio. E anche Brad Binder ha brillato con la RC16 nel diluvio, l'anno scorso in Austria.
Più in generale la moto austriaca arriva da un inizio 2022 che fa sospettare un progetto centrato: i risultati la collocano in testa alla classifica costruttori e l'innesto di nuove figure professionali si è rivelato centrato. Francesco Guidotti ha preso in mano la gestione sportiva dal muretto, Fabiano Sterlacchini è entrato alla direzione tecnica, portando con sé l'esperienza dei suoi anni in Ducati.
Meditate gente
Honda sta vivendo un inizio di campionato sulle montagne russe: i test e la prima gara avevano indicato il team HRC come uno di quelli che avevano lavorato meglio, il weekend di Mandalika ha riportato tutti con i piedi per terra. Pol Espargaro rimane però fiducioso e spiega perché: “Honda ha sviluppato una moto che si sposa bene con le gomme in dotazione, ma Michelin qui ha portato uno pneumatico differente e la differenza nel pacchetto si fa sentire”. Insomma, la RC213V è una moto sensibile e solo il proseguimento del campionato potrà dire se si tratterà di un vantaggio o di uno svantaggio.
Sicuramente non è buona la situazione di Marquez: lo spagnolo si è avvitato su sé stesso, in uno di quei fine settimana nei quali non riesce ad accontentarsi. Al netto di una condizione fisica ora tutta da verificare, all'otto volte campione del mondo ora serve la calma dei forti: proseguire sulla strada dell'eccesso potrà fargli solo male, dato il momento di difficoltà. Il calendario propone Argentina e Texas, due piste a lui molto amiche: meglio fare un respiro profondo e ripartire da lì. Il campionato sarà lunghissimo e tutto può ancora succedere.
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