MotoGP 2022, ecco l’analisi del circuito di Silverstone
MotoGP news – Prima che il fine settimana inizi andiamo a scoprire meglio il tracciato inglese che ospita la dodicesima prova: quali sono i punti possibili di sorpassi, qual è la parte più complicata da affrontare per i piloti e il cambio di direzione che può essere più difficile da svolgere
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MotoGP
La storia del tracciato
Il circuito di Silverstone negli anni ci ha regalato grandi battaglie, lotte fino all’ultimo millesimo, e alla vigilia del Gran Premio di Gran Bretagna il sito di Sky Sport ha fatto un’analisi del tracciato sul quale i piloti della MotoGP sono pronti a scendere in pista. Situato tra il Buckinghamshire e il Northamptonshire, Silverstone nasce come aeroporto militare e il 13 maggio del 1950 ospita la prima gara nella storia del campionato di Formula 1. Dal 1977 al 1986 nel Motomondiale, il circuito è tornato in calendario dal 2010 dopo la lunga parentesi di Donington, sede per oltre 20 anni della prova inglese.
I dati e i numeri
Il circuito misura 5900 metri ed il più lungo di tutto nel Mondiale. Con 18 curve, 10 a destra e 8 a sinistra, è uno dei più bilanciati per l'uso della gomma e la guida del pilota. Misura inoltre una larghezza di 15 metri e un rettilineo di 770 m. I record sul giro risalgono tutti al 2019, con la pole position di Marc Marquez in 1'58.168 e suo è anche il miglior giro in gara in 1'59.936.
Curva dopo curva la lettura della pista
Il circuito ha una parte molto guidata, piuttosto difficile, nel tratto tutto misto delle curve 2-3-4-5-6, chiamato lo “snake”, il serpente. Qui le moto lavorare tantissimo, come anche il fisico dei piloti stessi. Il rettilineo tra la 6 e la staccata della 7 ha una bella accelerazione e si presta quindi molto ai sorpassi. La 8-9 è molto stretta, un cambio di direzione con due “rampini”, uno a sinistra e l'altro a destra in cui la moto deve avere un anteriore molto stabile. Poi si va avanti e si arriva alla 11 e alla12, ovvero due curve da percorrere con molta velocità di ingresso e soprattutto grande trazione, “perché a metà di questi curvoni si prende in mano il gas in maniera decisa...”
Poi c’è il tornante della 13, dove i piloti devono quasi completamente fermare la moto e ripartire sulla sinistra. Nell’ultimo tratto c’è un rettilineo e la staccata in discesa, con un trasferimento di carico sull'anteriore molto importante. Ma è soprattutto nelle 16 e 17 - 180 gradi a sinistra e 180 a destra - che bisogna avere grandissima scorrevolezza e il pilota deve trovare la traiettoria giusta per non fare troppa strada, ma tenendo allo stesso tempo un'elevata velocità di percorrenza. La 17 è fondamentale perché è quella che dà accelerazione e spinta per l'ultimo curvone, che si fa a tutta verso il traguardo, e dove nel 2019 Alex Rins riuscì a vincere per appena 13 millesimi su Marc Marquez.
Cliccate qui per sapere gli orari diretta TV del GP di Gran Bretagna.
Ecco il calendario 2022 della top class e la classifica del campionato.
Il circuito di Silverstone negli anni ci ha regalato grandi battaglie, lotte fino all’ultimo millesimo, e alla vigilia del Gran Premio di Gran Bretagna il sito di Sky Sport ha fatto un’analisi del tracciato sul quale i piloti della MotoGP sono pronti a scendere in pista. Situato tra il Buckinghamshire e il Northamptonshire, Silverstone nasce come aeroporto militare e il 13 maggio del 1950 ospita la prima gara nella storia del campionato di Formula 1. Dal 1977 al 1986 nel Motomondiale, il circuito è tornato in calendario dal 2010 dopo la lunga parentesi di Donington, sede per oltre 20 anni della prova inglese.
I dati e i numeri
Il circuito misura 5900 metri ed il più lungo di tutto nel Mondiale. Con 18 curve, 10 a destra e 8 a sinistra, è uno dei più bilanciati per l'uso della gomma e la guida del pilota. Misura inoltre una larghezza di 15 metri e un rettilineo di 770 m. I record sul giro risalgono tutti al 2019, con la pole position di Marc Marquez in 1'58.168 e suo è anche il miglior giro in gara in 1'59.936.
Curva dopo curva la lettura della pista
Il circuito ha una parte molto guidata, piuttosto difficile, nel tratto tutto misto delle curve 2-3-4-5-6, chiamato lo “snake”, il serpente. Qui le moto lavorare tantissimo, come anche il fisico dei piloti stessi. Il rettilineo tra la 6 e la staccata della 7 ha una bella accelerazione e si presta quindi molto ai sorpassi. La 8-9 è molto stretta, un cambio di direzione con due “rampini”, uno a sinistra e l'altro a destra in cui la moto deve avere un anteriore molto stabile. Poi si va avanti e si arriva alla 11 e alla12, ovvero due curve da percorrere con molta velocità di ingresso e soprattutto grande trazione, “perché a metà di questi curvoni si prende in mano il gas in maniera decisa...”
Poi c’è il tornante della 13, dove i piloti devono quasi completamente fermare la moto e ripartire sulla sinistra. Nell’ultimo tratto c’è un rettilineo e la staccata in discesa, con un trasferimento di carico sull'anteriore molto importante. Ma è soprattutto nelle 16 e 17 - 180 gradi a sinistra e 180 a destra - che bisogna avere grandissima scorrevolezza e il pilota deve trovare la traiettoria giusta per non fare troppa strada, ma tenendo allo stesso tempo un'elevata velocità di percorrenza. La 17 è fondamentale perché è quella che dà accelerazione e spinta per l'ultimo curvone, che si fa a tutta verso il traguardo, e dove nel 2019 Alex Rins riuscì a vincere per appena 13 millesimi su Marc Marquez.
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Ecco il calendario 2022 della top class e la classifica del campionato.
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