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MotoGP 2021 - Sindrome compartimentale record di interventi: anche Espargaro sotto i ferri

Operazione già eseguita per il pilota Aprilia, che punta al rientro per il Mugello. Le MotoGP sono sempre più fisiche e lo sforzo diveta insostenibile. Tra i primi ci fu Pedrosa, ora è una consuetudine e si può arrivare anche a una secondo intervento in carriera
Il primo a far diventare “famosa” la sindrome compartimentale era stato Dani Pedrosa, che già negli ultimi anni in Honda aveva sofferto a più riprese di questo problema ormai diffusissimo, fino a doversi fare operare. Il Piccolo Samurai negli anni è stato in buona compagnia: Crutchlow, Baz, Bradl, Lorenzo e i fratelli Espargaro si sono fatti già operare per superare il problema. Ma questo 2021 rischia di diventare l'anno dei record.

Raffica di interventi
Nella stagione appena iniziata siamo già a quattro operazioni: dopo Miller, Lecuona e Quartararo, anche Aleix Espargaro si è operato al braccio per risolvere il problema di sindrome compartimentale; per lui si tratta addirittura del secondo intervento. L'operazione era già prevista dopo il gp di Le Mans e difatti si è svolta all'indomani della gara all'ospedale Dexeus di Barcellona, al quale si rivolgono praticamente tutti i piloti. L'operazione è andata bene e a questo punto il pilota spagnolo sembra decisamente arruolabile per il gran premio d'Italia in programma tra due settimane al Mugello.

Di cosa si tratta
La sindrome compartimentale è una condizione patologica dovuta all’aumento della pressione tra i tessuti all’interno del compartimento muscolare: dal momento che si tratta di un’area anatomica chiusa – cioè non comunicante con l’esterno – i muscoli sono dunque avvolti da una fascia contenitiva fibrosa e scarsamente elastica chiamata aponeurosi. Quando è sotto sforzo, il muscolo stimolato aumenta di volume e finisce per trovarsi di fatto costretto in questo involucro: la conseguenza è la creazione di una sovrapressione che impedisce la corretta irrorazione dell’arto. Nei piloti l’area più interessata è sicuramente quella degli avambracci e anche i crossisti ne soffrono. Non è un problema permanente, nel senso che svanisce a sforzo terminato, dopo un quarto d'ora circa, ma si ripresenta puntualmente ogni volta che si torna in moto e la si usa sotto grande sforzo. L'operazione sostanzialmente "libera" il muscolo dalla costrizione del compartimento, aprendolo.

Piloti al limite
Le MotoGP di oggi sono sempre più fisiche e non è un caso che siano aumentati i casi di sindrome compartimentale, soprattutto nella prima parte della stagione, quando i piloti sono meno allenati allo sforzo. Non è un caso nemmeno che il braccio maggiormente interessato sia il destro, maggiormente sollecitato dall'uso dell'acceleratore.
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