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MotoGP 2021: Honda e KTM le più attive nei test di Barcellona

I giapponesi devono recuperare uno svantaggio consistente: Marquez ha lavorato sull'aerodinamica, ma serve anche una migliore accelerazione. Anche Suzuki cerca più spunto, mentre KTM continua a sfornare novità
La stagione 2021 ha perso metà dei test pre campionato, non deve perciò stupire che diverse case siano ancora al lavoro per trovare la giusta quadra, tanto dal punto di vista dell'accoppiamento telaio-motore-gomme, tanto nel cercare di scaricare al meglio i cavalli a terra. Lunedì, a Barcellona, un po' tutti ne hanno approfittato per lavorare, anche se è stato evidente come ci sia chi è più in difficoltà di altri dopo sette gare di campionato.

Una lunga rincorsa
Honda in questo momento è il fanalino di coda della MotoGP. La casa alata ha soli 52 punti in classifica, 7 in più di Aprilia che però corre con sole due moto. L'assenza di Marc Marquez nel 2020 ha generato a suo tempo una sorta di attesa, che però si è prolungata oltre il periodo previsto. Stefan Bradl si è sobbarcato gran parte del lavoro, ma senza Marc e senza Cal Crutchlow (un mistero come i giapponesi abbiano lasciato andare un pilota prezioso come lui) la RCV213V non è migliorata sotto il profilo della prestazione pura, e non è nemmeno diventata più guidabile. Ora HRC si sta sforzando di recuperare la distanza dagli avversari. Intanto è apparsa una nuova carena e le diverse conformazioni dei cupolini visti fino ad adesso potrebbero suggerire una continua ricerca di un diverso afflusso di aria al motore: la Honda sembra difettare in accelerazione e chissà che non si stia provando a recuperare a partire dalla quantità di aria convogliata dall'air box verso il V4. Molta anche la ricerca aerodinamica, con nuove ali che sembrano curiosamente andare nella direzione delle vecchie wings viste ormai un paio di anni fa sulla Yamaha M1. La nuova moto portata da HRC dovrebbe anche avere una diversa distribuzione dei pesi e potrebbe diventare la base della RCV213V del 2022.

KTM incontentabile
Gli austriaci non dormono sugli allori: nonostante la vittoria di Oliveira al Montmelò, Mattighofen ha portato ben sei moto ai test e si continua a lavorare sul telaio. Quello visto in gara tra Mugello e Barcellona è stato proposto a tutti i piloti, ma ci sarebbero ulteriori evoluzioni dello stesso in valutazione. Danilo Petrucci ha potuto provare le novità e ha lavorato molto con le gomme dure usate. Nel caso del ternano i problemi non arrivano infatti solo da un anteriore che non dà moltissima confidenza, ma anche dal degrado della posteriore che Petrux non riesce a fare lavorare al meglio. Sono le prove in particolare il punto debole dell'italiano, fare un passo in avanti su questo fronte è indispensabile per giocarsi la top10 in ogni gara.

Le italiane
Aprilia ha dovuto fare a meno di Aleix Espargaro, che continua a soffrire di problemi al braccio, e lo ha sostituito con Baiocco, che ha affiancato Savadori. I due piloti hanno collaudato novità di aerodinamica in ottica 2022. Nessuna novità di rilievo in invece in Ducati, che ha dovuto registrare invece cadute per Bagnaia e Miller, e un incendio sulla moto di Marini.

Suzuki in ritardo
È evidente che la moto di Hamamatsu in questo 2021 non sia all'altezza della concorrenza, almeno in queste prime gare. Appena due terzi posti in sette gare non sono certo un bottino da campioni in carica: per ora Joan Mir ha testato un nuovo ammortizzatore e affinamenti di elettronica. Migliorare la spinta del 4 in linea e la resa delle GSX-RR in qualifica rimangono i due imperativi nel box iridato. E Yamaha? I migliori tempi sono stati proprio delle M1, nonostante nessuna novità di rilievo.
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