MotoGP 2020, Lorenzo: “Con Ducati avrei potuto vincere il titolo”
Il maiorchino ha ricordato la sua ultima vittoria in MotoGP, era il 2018 con Ducati e ha spiegato cosa è mancato nell'avventura con la casa di Borgo Panigale per tornare a vincere: "Con Ducati ho dovuto adattarmi abbastanza e non ho potuto guidarla in modo naturale"
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"La Honda era piccola per me"
Con Ernest Riveras, voce della MotoGP in Spagna, Jorge Lorenzo ha commentato la sua ultima vittoria in MotoGP su Dazn, che risale al Gran Premio d’Austria 2018, quando era in Ducati. “Solo per il fatto che è stata l’ultima, è speciale” ha ammesso il maiorchino. Poco dopo la sua stagione ha avuto una battuta d’arresto: “Ad Aragon sono caduto alla prima curva e mi sono infortunato. Quella gara avrei potuto vincerla, avevo buone possibilità, e poi probabilmente avrei potuto vincere qualche altra gara e aspirare al secondo posto in campionato”. Con la Desmosedici aveva trovato alla fine la quadra: “Con la Yamaha potevo essere veloce fin da subito, era la moto per me e ne approfittai. Era naturale. Con Ducati ho dovuto adattarmi abbastanza e non ho potuto guidarla in modo naturale. Se avessi continuato in Ducati avremmo potuto puntare al titolo”. La separazione però è arrivata proprio nel 2018: “Mi metto nei loro panni e non era facile guardare al futuro. Mi lamentavo sempre delle stesse cose e i risultati non arrivavano. Era complicato. Non si poteva avere una visione di quello che poteva succedere e l’ho sempre avuto chiaro. Nel 2018 ho iniziato molto male, mancava qualcosa nella moto per renderla più dolce e per stancarmi meno. Quando l’ho ottenuto, sono diventato forte, ma mi dissero: “Petrucci finisce settimo come te e guadagna dieci volte meno di te”. Invece di pensare: “Prepariamo una moto per Lorenzo per battere chi è capace di vincere tre mondiali”. Quella di Ducati è stata una sfida”.
Suo compagno di squadra per sette anni è stato Valentino Rossi, di cui oggi dice: “È incredibile. Alla sua età, essere ancora in MotoGP e provare a vincere è un merito enorme. Nessuno ci è mai riuscito. Se riesce a migliorare le sensazioni con la moto potrebbe tornare a vincere, ci credo molto”.
L’ultimo capitolo della sua carriera Lorenzo l’ha scritto in Honda: “Non mi sono mai trovato comodo alla guida di quella moto. Era molto piccola, non ci stavo con le gambe, le ho più lunghe di Marc. Lo dicevo agli ingegneri e si sorprendevano. Io che inclino molto la moto toccavo con i piedi l’asfalto. Gli infortuni hanno poi fatto il resto. Magari senza l’infortunio di Assen avrei avuto più pazienza per continuare ancora un altro anno. Mi vedevo molto lontano dall’essere competitivo e pensavo e sentivo che era meglio mollare tutto e iniziare a godermi altri aspetti della vita”.
Con Ernest Riveras, voce della MotoGP in Spagna, Jorge Lorenzo ha commentato la sua ultima vittoria in MotoGP su Dazn, che risale al Gran Premio d’Austria 2018, quando era in Ducati. “Solo per il fatto che è stata l’ultima, è speciale” ha ammesso il maiorchino. Poco dopo la sua stagione ha avuto una battuta d’arresto: “Ad Aragon sono caduto alla prima curva e mi sono infortunato. Quella gara avrei potuto vincerla, avevo buone possibilità, e poi probabilmente avrei potuto vincere qualche altra gara e aspirare al secondo posto in campionato”. Con la Desmosedici aveva trovato alla fine la quadra: “Con la Yamaha potevo essere veloce fin da subito, era la moto per me e ne approfittai. Era naturale. Con Ducati ho dovuto adattarmi abbastanza e non ho potuto guidarla in modo naturale. Se avessi continuato in Ducati avremmo potuto puntare al titolo”. La separazione però è arrivata proprio nel 2018: “Mi metto nei loro panni e non era facile guardare al futuro. Mi lamentavo sempre delle stesse cose e i risultati non arrivavano. Era complicato. Non si poteva avere una visione di quello che poteva succedere e l’ho sempre avuto chiaro. Nel 2018 ho iniziato molto male, mancava qualcosa nella moto per renderla più dolce e per stancarmi meno. Quando l’ho ottenuto, sono diventato forte, ma mi dissero: “Petrucci finisce settimo come te e guadagna dieci volte meno di te”. Invece di pensare: “Prepariamo una moto per Lorenzo per battere chi è capace di vincere tre mondiali”. Quella di Ducati è stata una sfida”.
Suo compagno di squadra per sette anni è stato Valentino Rossi, di cui oggi dice: “È incredibile. Alla sua età, essere ancora in MotoGP e provare a vincere è un merito enorme. Nessuno ci è mai riuscito. Se riesce a migliorare le sensazioni con la moto potrebbe tornare a vincere, ci credo molto”.
L’ultimo capitolo della sua carriera Lorenzo l’ha scritto in Honda: “Non mi sono mai trovato comodo alla guida di quella moto. Era molto piccola, non ci stavo con le gambe, le ho più lunghe di Marc. Lo dicevo agli ingegneri e si sorprendevano. Io che inclino molto la moto toccavo con i piedi l’asfalto. Gli infortuni hanno poi fatto il resto. Magari senza l’infortunio di Assen avrei avuto più pazienza per continuare ancora un altro anno. Mi vedevo molto lontano dall’essere competitivo e pensavo e sentivo che era meglio mollare tutto e iniziare a godermi altri aspetti della vita”.
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