MotoGP Silverstone, Stuart Pringle: “Non accetto critiche per il lavoro di riasfaltatura”
MotoGP news – Nonostante la figuraccia fatta a livello mondiale domenica scorsa, l’amministratore delegato del circuito, Stuart Pringle, ha difeso i propri interessi e ha detto: “La cancellazione non è frutto di una mancanza della pista”
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“Faremo un’indagine approfondita”
Domenica scorsa il Gran Premio di Bretagna non si è tenuto a causa della copiosa pioggia scesa sul circuito di Silverstone e dello scarso drenaggio dell’asfalto che ha fatto in modo che si venissero a creare vere pozze d’acqua sulla pista (per esempio alla curva 7). Dopo la brutta figura fatta ha parlato l’amministratore delegato del circuito, Stuart Pringle, che ha raccontato ad Autosport: “Dopo quanto accaduto, vogliamo fare un’indagine approfondita per scoprire cos’è successo domenica scorsa. Avevamo già ingaggiato un consulente di pista indipendente che è stato sul luogo per tutto il fine settimana, e non sarà l’unico consulente che avremo. Ci siamo mossi subito, così come l’azienda che ha riasfaltato la pista”. Tutti vogliono fare chiarezza sull’accaduto e Pringle ha proseguito dicendo: “Non accetto critiche al circuito e al lavoro di riasfaltatura perché nessuno di noi, al momento, ha i dati per giustificare queste accuse. Al momento questa è una congettura fatta senza tenere in considerazioni le copiose precipitazioni di quel giorno, che hanno portato alla cancellazione di altri eventi nel paese. Io credo che l’annullamento del Gran Premio sia dovuto solo alla grande quantità di acqua che è piovuta, non c’è stata alcuna mancanza della pista". A sua difesa, l’inglese ha continuato dicendo: “Il warm-up si è svolto su pista bagnata e i piloti erano più lenti solo dell’8,5% rispetto ai tempi sull’asciutto. Le regole parlano di un limite del 10-15% e questo vuol dire che la pista aveva grip a sufficienza. La decisione di annullare la gara è stata poi presa dai piloti”.
Domenica scorsa il Gran Premio di Bretagna non si è tenuto a causa della copiosa pioggia scesa sul circuito di Silverstone e dello scarso drenaggio dell’asfalto che ha fatto in modo che si venissero a creare vere pozze d’acqua sulla pista (per esempio alla curva 7). Dopo la brutta figura fatta ha parlato l’amministratore delegato del circuito, Stuart Pringle, che ha raccontato ad Autosport: “Dopo quanto accaduto, vogliamo fare un’indagine approfondita per scoprire cos’è successo domenica scorsa. Avevamo già ingaggiato un consulente di pista indipendente che è stato sul luogo per tutto il fine settimana, e non sarà l’unico consulente che avremo. Ci siamo mossi subito, così come l’azienda che ha riasfaltato la pista”. Tutti vogliono fare chiarezza sull’accaduto e Pringle ha proseguito dicendo: “Non accetto critiche al circuito e al lavoro di riasfaltatura perché nessuno di noi, al momento, ha i dati per giustificare queste accuse. Al momento questa è una congettura fatta senza tenere in considerazioni le copiose precipitazioni di quel giorno, che hanno portato alla cancellazione di altri eventi nel paese. Io credo che l’annullamento del Gran Premio sia dovuto solo alla grande quantità di acqua che è piovuta, non c’è stata alcuna mancanza della pista". A sua difesa, l’inglese ha continuato dicendo: “Il warm-up si è svolto su pista bagnata e i piloti erano più lenti solo dell’8,5% rispetto ai tempi sull’asciutto. Le regole parlano di un limite del 10-15% e questo vuol dire che la pista aveva grip a sufficienza. La decisione di annullare la gara è stata poi presa dai piloti”.
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