MotoGP 2017, 10 cose successe in Argentina
MotoGP news - Il Gran Premio d'Argentina, il secondo stagionale, è stato caratterizzato da vari eventi che abbiamo racchiuso in questa breve lista. Ecco cos'abbiamo visto sul circuito di Termas de Rio Hondo, a partire dallo "zero" dei piloti Honda Marquez e Pedrosa alla stessa curva, al secondo posto ottenuto da Valentino Rossi al termine di un fine settimana difficile. E poi Ducati, Aprilia, KTM e le categorie minori del Motomondiale
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Cos'è successo nel secondo Gran Premio stagionale, sul circuito di Termas de Rio Hondo? Riviviamo le 10 cose più importanti che hanno segnato questo appuntamento, in MotoGP, Moto2 e Moto3, dal dominio di Vinales alle cadute di Honda, dal podio di Valentino Rossi al duro colpo Ducati.
1. Vinales più forte della pressione
Ha vinto in Qatar, con una gara di maturità e strategia, quando la pressione sulle sue spalle era tanta, alla sua prima gara con la Yamaha M1, e Maverick Vinales ha nuovamente gestito le aspettative alla perfezione in Argentina. Sul circuito di Termas de Rio Hondo lo spagnolo ha svolto una corsa d' intelligenza, senza errori, senza farsi prendere dalla foga, e ha vinto con vantaggio sul suo compagno di squadra.
2. Honda e la curva 2
Il Gran Premio d'Argentina delle due Honda di Marc Marquez e Dani Pedrosa si è concluso alla curva 2, in due giri diversi, con cadute pressoché simili. La RC213V ha un problema all'avantreno e questo è stato riscontrato sia dai due piloti ufficiali, sia da Cal Crutchlow, che domenica scorsa è riuscito a portare la Honda sul terzo gradino del podio. Eppure è strano che i risultati di Marquez quest'anno siano così sotto le aspettative, dal momento che la moto dell'anno scorso a inizio stagione era più problematica, e Marc aveva ottenuto invece un terzo e un primo posto.
3. Valentino Rossi inarrestabile
L'italiano più forte in MotoGP resta sempre lui, Valentino Rossi, nonostante ormai l'età che avanza e le 38 primavere. Andrea Iannone ha iniziato la stagione con Suzuki in salita, con una caduta e una penalità in Argentina che gli ha permesso di tagliare il traguardo solo in ultima posizione. Andrea Dovizioso guida una Ducati che, se anche non fosse caduto, avrebbe al massimo potuto ottenere una quinta posizione. E Danilo Petrucci ha faticato sul finale della corsa, concludendo settimo. Dopo il secondo GP stagionale, e nonostante le tante difficoltà che ogni volta trova sulla sua M1, Rossi è secondo in classifica mondiale.
4. Maledizione Ducati
L'anno scorso il tentativo di sorpasso di Iannone su Dovizioso, all'ultima curva dell'ultimo giro, era stato piuttosto disastroso, con entrambi i piloti che hanno così mancato il podio. Quest'anno il finale è stato simile per Dovizioso che è stato colpito accidentalmente dalla moto di Aleix Espargaro, e ha concluso il Gran Premio anzitempo. L'italiano poteva puntare a un quinto posto importante, date le difficoltà del fine settimana, ma la sua gara è stata interrotta bruscamente. La corsa di Jorge Lorenzo, invece, si è conclusa ancora prima di iniziare, alla prima curva del primo giro. Due zeri pesanti per la casa di Borgo Panigale.
5. Honda e Ducati in alto per mano dei piloti satelliti
I migliori risultati della casa di Tokyo e di Borgo Panigale arrivano per mano di due piloti di team privati. Cal Crutchlow è riuscito addirittura a portare la Honda del team LCR sul terzo gradino del podio, festeggiando un buon risultato per tutti; Alvaro Bautista ha invece concluso in quarta posizione con la Desmosedici del team Aspar, e il suo compagno di squadra Karel Abraham aveva ottenuto un altro risultato brillante nelle qualifiche, con la conquista della seconda casella dello schieramento di partenza.
6. KTM a punti
La casa austriaca, che affronta per la prima volta la stagione completa della MotoGP con la debuttante RC16, al suo secondo appuntamento disputato è arrivata a punti con entrambi i piloti Pol Espargaro e Bradley Smith. In quella che è stata una gara a eliminazione in Argentina, lo spagnolo e l'inglese sono stati bravi a portarla a termine senza errori e hanno chiuso rispettivamente in quattordicesima e quindicesima posizione. Il lavoro è ancora lungo, la coppia ha tagliato il traguardo a 43 secondi di ritardo dal primo, ma questo risultato è decisamente positivo.
7. Aprilia migliora in qualifica
Anche Aleix Espargaro stava svolgendo una buona gara, con la sua Aprilia RS-GP con cui in Qatar aveva sorpreso arrivando ottavo, ma una scivolata gli ha precluso la possibilità di portare a casa un altro buon piazzamento. In compenso lo spagnolo ha fatto un grande lavoro nelle prove libere, concludendo nono e quindi entrando direttamente nella Q2. Il fratello maggiore degli Espargaro ha successivamente ottenuto l'ottavo crono in qualifica ed è scattato così dalla terza fila.
8. Morbidelli il favorito in Moto2
L'unico italiano che ha vinto finora nel Motomondiale è stato Franco Morbidelli, che sulla Kalex del team Marc VDS ha dominato sia in Qatar sia in Argentina. Già l'anno scorso l'italiano si era dimostrato competitivo nella categoria di mezzo, ma gli mancava sempre quel qualcosa in più per calcare il primo gradino del podio. Il figlio d'arte ha lavorato sodo durante l'inverno, anche con i suoi colleghi della VR46 Academy, e quest'anno l'obiettivo l'ha centrato sutbio. Del resto, come dice il suo maestro Valentino Rossi: “Quando lui è a posto, non ce n'è per nessuno”.
9. Migno il miglior italiano in Moto3
Difficoltà per gli italiani nella categoria minore del Motomondiale. I giovani talenti non sono pochi, ma in Argentina non hanno fatto meglio della quinta posizione: il più veloce è stato Andrea Migno, seguito da Romano Fenati solo settimo, e l'ultimo ad andare a punti è stato Tony Arbolino quattordicesimo. Solo sedicesimo Nicolò Bulega, diciannovesimo Marco Bezzecchi e ventunesimo Manuel Pagliani. Fuori Lorenzo Dalla Porta, Niccolò Antonelli e Fabio Di Giannantonio.
10. Stessi vincitori nei due primi GP
Una cosa curiosa che salta all'occhio è che i primi due Gran Premi hanno avuto gli stessi vincitori nelle tre categorie. In Moto3 e in MotoGP l'inno spagnolo è risuonato per Joan Mir e Maverick Vinales, mentre in Moto2 è stato Franco Morbidelli a salire sul gradino più alto del podio e quanto accaduto non è neanche troppo casuale. Mir e Morbidelli già dallo scorso anno avevano avuto modo di dimostrare il loro grande talento e questo pare sia l'anno della loro maturità. Vinales, invece, è stato il più veloce in tutti i test invernali e non è una sorpresa che sia così incisivo.
1. Vinales più forte della pressione
Ha vinto in Qatar, con una gara di maturità e strategia, quando la pressione sulle sue spalle era tanta, alla sua prima gara con la Yamaha M1, e Maverick Vinales ha nuovamente gestito le aspettative alla perfezione in Argentina. Sul circuito di Termas de Rio Hondo lo spagnolo ha svolto una corsa d' intelligenza, senza errori, senza farsi prendere dalla foga, e ha vinto con vantaggio sul suo compagno di squadra.
2. Honda e la curva 2
Il Gran Premio d'Argentina delle due Honda di Marc Marquez e Dani Pedrosa si è concluso alla curva 2, in due giri diversi, con cadute pressoché simili. La RC213V ha un problema all'avantreno e questo è stato riscontrato sia dai due piloti ufficiali, sia da Cal Crutchlow, che domenica scorsa è riuscito a portare la Honda sul terzo gradino del podio. Eppure è strano che i risultati di Marquez quest'anno siano così sotto le aspettative, dal momento che la moto dell'anno scorso a inizio stagione era più problematica, e Marc aveva ottenuto invece un terzo e un primo posto.
3. Valentino Rossi inarrestabile
L'italiano più forte in MotoGP resta sempre lui, Valentino Rossi, nonostante ormai l'età che avanza e le 38 primavere. Andrea Iannone ha iniziato la stagione con Suzuki in salita, con una caduta e una penalità in Argentina che gli ha permesso di tagliare il traguardo solo in ultima posizione. Andrea Dovizioso guida una Ducati che, se anche non fosse caduto, avrebbe al massimo potuto ottenere una quinta posizione. E Danilo Petrucci ha faticato sul finale della corsa, concludendo settimo. Dopo il secondo GP stagionale, e nonostante le tante difficoltà che ogni volta trova sulla sua M1, Rossi è secondo in classifica mondiale.
4. Maledizione Ducati
L'anno scorso il tentativo di sorpasso di Iannone su Dovizioso, all'ultima curva dell'ultimo giro, era stato piuttosto disastroso, con entrambi i piloti che hanno così mancato il podio. Quest'anno il finale è stato simile per Dovizioso che è stato colpito accidentalmente dalla moto di Aleix Espargaro, e ha concluso il Gran Premio anzitempo. L'italiano poteva puntare a un quinto posto importante, date le difficoltà del fine settimana, ma la sua gara è stata interrotta bruscamente. La corsa di Jorge Lorenzo, invece, si è conclusa ancora prima di iniziare, alla prima curva del primo giro. Due zeri pesanti per la casa di Borgo Panigale.
5. Honda e Ducati in alto per mano dei piloti satelliti
I migliori risultati della casa di Tokyo e di Borgo Panigale arrivano per mano di due piloti di team privati. Cal Crutchlow è riuscito addirittura a portare la Honda del team LCR sul terzo gradino del podio, festeggiando un buon risultato per tutti; Alvaro Bautista ha invece concluso in quarta posizione con la Desmosedici del team Aspar, e il suo compagno di squadra Karel Abraham aveva ottenuto un altro risultato brillante nelle qualifiche, con la conquista della seconda casella dello schieramento di partenza.
6. KTM a punti
La casa austriaca, che affronta per la prima volta la stagione completa della MotoGP con la debuttante RC16, al suo secondo appuntamento disputato è arrivata a punti con entrambi i piloti Pol Espargaro e Bradley Smith. In quella che è stata una gara a eliminazione in Argentina, lo spagnolo e l'inglese sono stati bravi a portarla a termine senza errori e hanno chiuso rispettivamente in quattordicesima e quindicesima posizione. Il lavoro è ancora lungo, la coppia ha tagliato il traguardo a 43 secondi di ritardo dal primo, ma questo risultato è decisamente positivo.
7. Aprilia migliora in qualifica
Anche Aleix Espargaro stava svolgendo una buona gara, con la sua Aprilia RS-GP con cui in Qatar aveva sorpreso arrivando ottavo, ma una scivolata gli ha precluso la possibilità di portare a casa un altro buon piazzamento. In compenso lo spagnolo ha fatto un grande lavoro nelle prove libere, concludendo nono e quindi entrando direttamente nella Q2. Il fratello maggiore degli Espargaro ha successivamente ottenuto l'ottavo crono in qualifica ed è scattato così dalla terza fila.
8. Morbidelli il favorito in Moto2
L'unico italiano che ha vinto finora nel Motomondiale è stato Franco Morbidelli, che sulla Kalex del team Marc VDS ha dominato sia in Qatar sia in Argentina. Già l'anno scorso l'italiano si era dimostrato competitivo nella categoria di mezzo, ma gli mancava sempre quel qualcosa in più per calcare il primo gradino del podio. Il figlio d'arte ha lavorato sodo durante l'inverno, anche con i suoi colleghi della VR46 Academy, e quest'anno l'obiettivo l'ha centrato sutbio. Del resto, come dice il suo maestro Valentino Rossi: “Quando lui è a posto, non ce n'è per nessuno”.
9. Migno il miglior italiano in Moto3
Difficoltà per gli italiani nella categoria minore del Motomondiale. I giovani talenti non sono pochi, ma in Argentina non hanno fatto meglio della quinta posizione: il più veloce è stato Andrea Migno, seguito da Romano Fenati solo settimo, e l'ultimo ad andare a punti è stato Tony Arbolino quattordicesimo. Solo sedicesimo Nicolò Bulega, diciannovesimo Marco Bezzecchi e ventunesimo Manuel Pagliani. Fuori Lorenzo Dalla Porta, Niccolò Antonelli e Fabio Di Giannantonio.
10. Stessi vincitori nei due primi GP
Una cosa curiosa che salta all'occhio è che i primi due Gran Premi hanno avuto gli stessi vincitori nelle tre categorie. In Moto3 e in MotoGP l'inno spagnolo è risuonato per Joan Mir e Maverick Vinales, mentre in Moto2 è stato Franco Morbidelli a salire sul gradino più alto del podio e quanto accaduto non è neanche troppo casuale. Mir e Morbidelli già dallo scorso anno avevano avuto modo di dimostrare il loro grande talento e questo pare sia l'anno della loro maturità. Vinales, invece, è stato il più veloce in tutti i test invernali e non è una sorpresa che sia così incisivo.
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