MotoGP 2016, intervista esclusiva a Maverick Viñales: “Con Rossi andrà bene, non sono come Lorenzo"
Abbiamo intervistato Maverick Viñales subito dopo l'annuncio del suo passaggio in Yamaha. Lo spagnolo ha spiegato come è nata questa decisione e come vive l'idea di correre, dalla prossima stagione, a fianco del suo idolo Valentino Rossi: "Sarà diverso rispetto alla situazione attuale, io e Lorenzo abbiamo caratteri molto diversi"
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MotoGP
Maverick Viñales ha 21 anni, è spagnolo e da molti è considerato un astro nascente della MotoGP. Campione del mondo di Moto3 nel 2013, è da due stagioni nel team Suzuki e, alla vigilia del GP del Mugello, è stato ufficializzato il suo passaggio in Yamaha. Dalla prossima stagione Maverick prenderà il posto di Jorge Lorenzo nel team di Iwata, accanto al suo idolo Valentino Rossi. La nostra Serena Zunino l'ha incontrato poco dopo l'annuncio, ecco cosa le ha raccontato.
Molti dicono che sei una giovane promessa...
Mi fa onore, vuol dire che sto facendo bene il mio lavoro. Aver conquistato il podio con Suzuki a Le Mans è stato molto importante, era tempo che non tornava davanti. Quando posso tirare fuori tutto il mio talento e guidare la moto come piace a me, riesco ad essere molto veloce.
La tua fidanzata Kiara Fontanesi ha influito sul tuo passaggio in Yamaha?
No, ho deciso io. Chiaramente è stato importante ascoltare il parere delle persone che mi circondano, ma la decisione è toccata a me perché sarò io che vivrò questa esperienza in prima persona. Sia che restassi qui (in Suzuki ndr) sia che andassi in Yamaha, dovevo prendere io la decisione ed è sempre stato così nella mia vita. Penso di aver preso la decisione giusta.
Il tuo compagno di squadra sarà Valentino Rossi, ti spaventa l'idea?
No, per niente. Alla fine è un compagno di squadra. È un grande personaggio, ma penso che quando sei in un team devi fare il tuo, dedicarti al tuo lavoro, provare a fare il tuo miglior risultato, dare il meglio di te. Per spaventarmi non mi spaventa, però penso che potremo fare un buon lavoro. Sarà diverso rispetto alla situazione attuale, io e Lorenzo abbiamo caratteri molto diversi. Con Aleix (Espargaro il suo compagno nel team Suzuki ndr) per esempio vado molto d'accordo, parliamo e c'è sempre rispetto tra noi. Credo non avrò alcun problema. Avere il mio idolo accanto mi dà una certa tranquillità e mi rende orgoglioso essere lì, a lotare contro di lui e con la stessa moto. Per me sarà molto bello vivere questa esperienza.
Cosa rispondi a Schwantz che ti consigliava di restare in Suzuki?
Non lo so. Ho solo pensato che questo sarebbe stata la strada migliore da prendere, credo che tutti lo capiranno.
A Le Mans hai ottenuto il primo podio in MotoGP. Come ti senti?
La prima sensazione è stata quella di essermi tolto un peso dalle spalle, sono più leggero! Quello era l'obiettivo di quest'anno e l'abbiamo già raggiunto. Sia io sia il team adesso possiamo lavorare in modo più tranquillo e di conseguenza anche meglio. Chiaramente puntiamo sempre in alto, quando termini sesto pensi a fare quinto, noi ora abbiamo centrato il podio e l'obiettivo è quello di farne un altro. Bisogna però anche essere realisti: nella classifica generale punto a stare tra i primi sei. La vittoria è difficile, realmente difficile! (sorride) Continuando con questo sviluppo, ogni volta ci saranno più possibilità.
Cosa ne pensi della tua moto?
È abbastanza equilibrata. La parte del motore è molto evoluta, adesso manca qualche novità al telaio. Dall'anno scorso abbiamo fatto un grande salto in avanti per quanto riguarda la potenza, ma con il telaio siamo rimasti allo stesso punto dell'anno scorso, quindi è questo l'aspetto sul quale bisogna lavorare.
Cosa ha rappresentato per te Suzuki?
Per me è stata molto importante, con loro sono passato da Moto 2 alla MotoGP. In MotoGP ho imparato a lavorare davvero, a dare sempre il 100% che è la cosa più importante. L'anno scorso è stata una stagione difficile, ma quest'anno abbiamo fatto il salto di qualità. Sto imparando moltissimo, provo a stare davanti in ogni sessione, e questo mi fa migliorare. Il team mi ha insegnato a lavorare, è più complicato rispetto a quello che si fa in Moto2 e in Moto3, richiede più pazienza e più tranquillità. L'abbiamo visto a Le Mans: venerdì e sabato avevamo una messa a punto che non ci permetteva di essere efficaci, ma lavorando bene siamo arrivati a domenica con una buona moto.
Cosa pensi quando sei in griglia di partenza?
A fare una bella gara, un po' come tutti i piloti. Voglio dare il massimo, per me la cosa più importante è sentire di aver dato tutto me stesso quando finisco la gara. Durante la corsa non penso molto, mi concentro su ogni giro, guardo la tabella e capisco chi ho davanti e chi dietro. Ci sono alcune volte che devi capire qual è il tuo posto, come per esempio era successo in Argentina. Se avessi aspettato un po' di più, il podio sarebbe arrivato subito. Invece ho continuato a spingere e alla fine sono caduto. È importante capire dove possiamo arrivare in gara. Tirare fuori il 100% dalla moto non è per niente facile, ma quando ci riusciamo e posso guidarla come voglio, siamo davanti. Non siamo ancora arrivati a dominare davvero una gara, ma la moto è migliorata molto.
Qual è il tuo giudizio sulle Michelin?
Sin dal primo test, a Valencia nel 2015, il mio feeling è stato buono. Mi sentivo bene, anche se sono caduto due volte. La moto si è adattata bene alle nuove gomme. In alcune gare abbiano sbagliato montando la gomma più dura, e abbiamo sofferto per lo scarso grip, ma ora che sono tornati a proporre la gomma morbida sono contento. Anche con l'anteriore le cose sono migliorate molto, dopo alcune difficoltà ora hanno trovato una buona messa a punto. Non ho niente da dire.
Come mai ci sono così tante cadute?
Alla fine si va al massimo. Bridgestone ti permetteva più margine di errore, con Michelin devi essere più preciso altrimenti cadi. Dobbiamo ancora abituarci bene e da qui fino alla fine della stagione la gomma credo migliorerà molto. Michelin sta facendo un bel lavoro.
Molti dicono che sei una giovane promessa...
Mi fa onore, vuol dire che sto facendo bene il mio lavoro. Aver conquistato il podio con Suzuki a Le Mans è stato molto importante, era tempo che non tornava davanti. Quando posso tirare fuori tutto il mio talento e guidare la moto come piace a me, riesco ad essere molto veloce.
La tua fidanzata Kiara Fontanesi ha influito sul tuo passaggio in Yamaha?
No, ho deciso io. Chiaramente è stato importante ascoltare il parere delle persone che mi circondano, ma la decisione è toccata a me perché sarò io che vivrò questa esperienza in prima persona. Sia che restassi qui (in Suzuki ndr) sia che andassi in Yamaha, dovevo prendere io la decisione ed è sempre stato così nella mia vita. Penso di aver preso la decisione giusta.
Il tuo compagno di squadra sarà Valentino Rossi, ti spaventa l'idea?
No, per niente. Alla fine è un compagno di squadra. È un grande personaggio, ma penso che quando sei in un team devi fare il tuo, dedicarti al tuo lavoro, provare a fare il tuo miglior risultato, dare il meglio di te. Per spaventarmi non mi spaventa, però penso che potremo fare un buon lavoro. Sarà diverso rispetto alla situazione attuale, io e Lorenzo abbiamo caratteri molto diversi. Con Aleix (Espargaro il suo compagno nel team Suzuki ndr) per esempio vado molto d'accordo, parliamo e c'è sempre rispetto tra noi. Credo non avrò alcun problema. Avere il mio idolo accanto mi dà una certa tranquillità e mi rende orgoglioso essere lì, a lotare contro di lui e con la stessa moto. Per me sarà molto bello vivere questa esperienza.
Cosa rispondi a Schwantz che ti consigliava di restare in Suzuki?
Non lo so. Ho solo pensato che questo sarebbe stata la strada migliore da prendere, credo che tutti lo capiranno.
A Le Mans hai ottenuto il primo podio in MotoGP. Come ti senti?
La prima sensazione è stata quella di essermi tolto un peso dalle spalle, sono più leggero! Quello era l'obiettivo di quest'anno e l'abbiamo già raggiunto. Sia io sia il team adesso possiamo lavorare in modo più tranquillo e di conseguenza anche meglio. Chiaramente puntiamo sempre in alto, quando termini sesto pensi a fare quinto, noi ora abbiamo centrato il podio e l'obiettivo è quello di farne un altro. Bisogna però anche essere realisti: nella classifica generale punto a stare tra i primi sei. La vittoria è difficile, realmente difficile! (sorride) Continuando con questo sviluppo, ogni volta ci saranno più possibilità.
Cosa ne pensi della tua moto?
È abbastanza equilibrata. La parte del motore è molto evoluta, adesso manca qualche novità al telaio. Dall'anno scorso abbiamo fatto un grande salto in avanti per quanto riguarda la potenza, ma con il telaio siamo rimasti allo stesso punto dell'anno scorso, quindi è questo l'aspetto sul quale bisogna lavorare.
Cosa ha rappresentato per te Suzuki?
Per me è stata molto importante, con loro sono passato da Moto 2 alla MotoGP. In MotoGP ho imparato a lavorare davvero, a dare sempre il 100% che è la cosa più importante. L'anno scorso è stata una stagione difficile, ma quest'anno abbiamo fatto il salto di qualità. Sto imparando moltissimo, provo a stare davanti in ogni sessione, e questo mi fa migliorare. Il team mi ha insegnato a lavorare, è più complicato rispetto a quello che si fa in Moto2 e in Moto3, richiede più pazienza e più tranquillità. L'abbiamo visto a Le Mans: venerdì e sabato avevamo una messa a punto che non ci permetteva di essere efficaci, ma lavorando bene siamo arrivati a domenica con una buona moto.
Cosa pensi quando sei in griglia di partenza?
A fare una bella gara, un po' come tutti i piloti. Voglio dare il massimo, per me la cosa più importante è sentire di aver dato tutto me stesso quando finisco la gara. Durante la corsa non penso molto, mi concentro su ogni giro, guardo la tabella e capisco chi ho davanti e chi dietro. Ci sono alcune volte che devi capire qual è il tuo posto, come per esempio era successo in Argentina. Se avessi aspettato un po' di più, il podio sarebbe arrivato subito. Invece ho continuato a spingere e alla fine sono caduto. È importante capire dove possiamo arrivare in gara. Tirare fuori il 100% dalla moto non è per niente facile, ma quando ci riusciamo e posso guidarla come voglio, siamo davanti. Non siamo ancora arrivati a dominare davvero una gara, ma la moto è migliorata molto.
Qual è il tuo giudizio sulle Michelin?
Sin dal primo test, a Valencia nel 2015, il mio feeling è stato buono. Mi sentivo bene, anche se sono caduto due volte. La moto si è adattata bene alle nuove gomme. In alcune gare abbiano sbagliato montando la gomma più dura, e abbiamo sofferto per lo scarso grip, ma ora che sono tornati a proporre la gomma morbida sono contento. Anche con l'anteriore le cose sono migliorate molto, dopo alcune difficoltà ora hanno trovato una buona messa a punto. Non ho niente da dire.
Come mai ci sono così tante cadute?
Alla fine si va al massimo. Bridgestone ti permetteva più margine di errore, con Michelin devi essere più preciso altrimenti cadi. Dobbiamo ancora abituarci bene e da qui fino alla fine della stagione la gomma credo migliorerà molto. Michelin sta facendo un bel lavoro.
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