Le rivelazioni di Marquez: sono stato sul punto di ritirarmi
Il campione spagnolo spiega cosa è successo prima dell'ultima operazione. "Mio nonno mi aveva consigliato di ritirarmi, perché mi vedeva soffrire troppo. Ora sto bene e credo che il recupero stia andando nella giusta direzione"
Marc Marquez probabilmente ha rilasciato più interviste in questi ultimi sei mesi che nei precedenti anni di MotoGP: potere del cambio di manager, con l'arrivo di Jaime Martinez al posto di Emilio Alzamora. L'ultimo esempio di “loquacità” da parte dell'otto volte campione del mondo è stata una intervista rilasciata a GQ, nella quale Marc ha parlato di un momento fondamentale della sua carriera, una di quelle sliding doors che possono cambiare una vita intera.
Una nuova vita
“Il giovedì del Gran Premio d'Italia ero pronto a correre, ma mi hanno chiamato dalla Mayo Clinc e mi hanno detto di non salire nemmeno in moto. Perché la rotazione del mio omero era di 34° e con più di 20° non era assolutamente possibile andare in moto. Io però quella gara la volevo correre, ero lì, e ci ho provato. Anche se non è facile andare a 350 chilometri all'ora dopo che ti hanno detto che con il braccio così non si può”.
Marquez era combattuto su cosa fare, perché il periodo non era dei migliori. “Avevo vinto anche qualche gara, ma soffrivo troppo. Di solito vinci e scherzi, te la ridi con i tuoi meccanici, con gli amici. E invece piangevo anche dopo le vittorie, tanto che mio nonno mi ha consigliato il ritiro. Ma io gli ho detto che c'era questa possibilità, la possibilità di fare un'operazione, e che volevo tentare per un'ultima volta”.
Le prospettive
Marc ora può guardare al futuro con rinnovata serenità. “Stiamo lavorando al massimo per arrivare ad avere il braccio nella migliore condizione possibile. Non sarà al cento per cento, perché non può tornare esattamente come prima, ma cerchiamo di fare in modo che la funzionalità sia la migliore possibile, che sia perfetta per andare in moto. Credo che ci arriveremo, perché mi sento già molto meglio”. Infine, un piccolo retroscena sulle raccomandazioni al dottore. “Dopo l'operazione gli ho detto che doveva essere diretto con me, che se mi avesse dato anche una sola piccola possibilità di salire in moto subito lo avrei fatto. Perché sono come un animale selvatico E che quindi doveva aprire la gabbia solo quando era sicuro, perché sarei uscito subito”.