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La brutta storia di Valentino Rossi in Ducati: social bloccati e sponsor in fuga

Nel 2011 e 2012 Valentino Rossi è stato un pilota ufficiale della Casa bolognese, ma è stato un flop da tutti i punti di vista

Quando Valentino Rossi, nel 2010, firmò un contratto biennale per correre in Ducati, le aspettative sul binomio erano decisamente alte. Il pesarese era sulla cresta dell'onda, aveva già vinto con Honda e Yamaha, voleva provare a fare il colpaccio con la Casa italiana, che però all’epoca non stava vivendo un grande momento. Dopo aver vinto il titolo con Casey Stoner nel 2007 e aver ottenuto il secondo posto l’anno successivo c’erano difficoltà e l’arrivo di Rossi non aiutò a risolverle.

"Molte le critiche nei confronti di Valentino"

Nel documentario di DAZN Spagna “Life in Red” ci sono alcune dichiarazioni di chi ha vissuto quei momenti in prima persona. Per esempio l’ingegnere Juan Martinez ha raccontato: “Ci sono stati momenti di grande tensione. Alla fine ha tremato tutto, comprese le fondamenta dell'azienda stessa. Persone molto affezionate al marchio che, indipendentemente dal nome che viene messo sulla moto, sono ducatisti erano molto critiche nei confronti delle partecipazioni ed i risultati che Valentino Rossi ha saputo ottenere”. Il Dottore ottenne appena tre podi: terzo a Le Mans nel 2011, secondo sulla stessa pista nel 2012 e secondo nel 2012 a Misano. Tra queste neanche una vittoria.

Il problema con gli sponsor e con i social...

Il momento è stato realmente molto complicato, tanto che aggiunge: “Addirittura, ad un certo punto, - da Ducati - hanno dovuto bloccare i social per le critiche rivolte al management e ai risultati ottenuti da Valentino Rossi. Hanno colpito tutti i punti della factory, da Claudio Domenicali a tutte le persone che facevano parte del box”. Ad aggiungere carne al fuoco è stato Mauro Grassilli, oggi direttore sportivo di Ducati: “All'epoca ero io la persona che gestiva le sponsorizzazioni e cercava nuovi sponsor. Era molto difficile mantenere quelli che avevamo in quel momento e ne abbiamo persi tanti. È stato anche molto difficile portare nuovi sponsor, perché mancava la squadra, il gruppo, le prestazioni, i risultati..."

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