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Intervista Giuseppe Visenzi: “La MotoGP di oggi è esasperata”

MotoGP news – Abbiamo potuto fare quattro chiacchiere con il fondatore di GIVI Giuseppe Visenzi che ci ha parlato del suo rapporto con le corse e della collaborazione che lo lega da oltre vent'anni a Lucio Cecchinello, prima come pilota e poi come team manager
Una storia che dura
Nel Motomondiale il legame tra il team Honda LCR di Cecchinello e GIVI è tra i più duraturi: lo scorso anno hanno festeggiato i vent'anni di collaborazione. Una scelta precisa voluta dal patron di GIVI, Giuseppe Visenzi che, con un passato da pilota di alto livello, ha sempre visto nelle competizioni uno dei canali più importanti per promuovere i propri prodotti. Prima della partenza del team per il Mugello, dove questo fine settimana andrà in scena il GP, la nostra Serena Zunino ha potuto incontrare Visenzi per farsi raccontare questa sua grande passione.  

Come vede oggi il mondo delle competizioni?
Io ho corso per 12 anni, so cosa vuol dire fare i sacrifici e conosco bene lo stress che si vive. Le corse sono state la mia vita e anche la mia fortuna, perché mi hanno permesso di farmi strada in quel mondo, prima con la vendita delle moto e poi con gli accessori, arrivando fino ad oggi.

Che significato ha per lei sponsorizzare un team del Motomondiale?
Mi fa molto piacere, oltre che essere stato molto utile per il mio lavoro. È stato sempre un piacere perché mi tiene legato al mondo delle corse, dove ho passato la mia gioventù. Ora continuiamo anche per ragioni di lavoro, perché il team porta il nostro marchio in giro per il mondo.

Come vive le gare di MotoGP?
Le vivo come quando correvo, si partecipa alla gara! Non è molto bello quando un pilota è superiore agli altri, sia per moto sia per talento. Le gare sono belle quando sono combattute, quando in due o tre piloti si giocano la vittoria. Se uno parte e non si vede più la gara perde di fascino.

Qual è il segreto della lunga collaborazione con Lucio Cecchinello?
A parte l’amicizia, trovo Lucio un grande professionista, bravissimo nel suo lavoro, dal mio punto di vista credo sia il migliore. Ha grande professionalità, grande serietà, grande umiltà, tutto un insieme di cose che ci hanno portato a superare i vent’anni lo scorso anno.

Si ricorda il vostro primo incontro?
Lui correva per un team di altre persone, dopo qualche anno si è messo in proprio e abbiamo continuato la collaborazione con lui. Era un pilota che andava forte, abbiamo avuto delle belle soddisfazioni.

Cosa pensa della MotoGP di oggi?
È esasperata al massimo. È vero che il progresso deve continuare e non si arriverà mai a un punto "massimo", ma il livello è molto molto alto. Quando Cal ha vinto a Brno mi ha fatto un enorme piacere, non me lo sarei mai aspettato considerando con chi dobbiamo competere. Una vittoria così è un regalone e poi non è stata la sola.

Qual è il suo ricordo più bello legato al mondo delle corse?
Quando si vince è sempre un bel momento, a livello internazionale ne ho vinte parecchie e sono state belle soddisfazioni. Tengono in piedi la passione. Ho corso 12 anni e poi è arrivato il momento di dire basta. L’ultimo anno ero secondo in campionato, poi ho avuto un incidente nel quale mi sono rotto il bacino e ho saltato così due gare. Nell’ultima gara mi sarebbe bastato arrivare nono per restare secondo, ma io non mi sono accontentato, volevo vincere e invece sono caduto...
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