HRC all'attacco: niente Dovizioso, ma tanto sviluppo
I manager giapponesi parlano della nuova stagione: l'obiettivo è liberare Bradl di parte dello sviluppo, ma il coinvolgimento di Dovizioso pare escluso per mancanza di interesse del pilota. Il target degli ingegneri è focalizzato principalmente sul migliorare il rendimento degli pneumatici, ma anche il sistema anti impennamento
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HRC ha appena siglato un nuovo accordo quinquennale con Dorna per correre in MotoGP fino al 2026, al termine della peggior stagione di sempre dal ritorno nel motomondiale e con la speranza che il 2021 segni una decisa svolta in positivo. Come spesso accade per la casa di Tokyo - e non è infrequente più in generale nella loro cultura- per i giapponesi i propositi di riscatto prendono la forma innanzitutto di un importante sforzo tecnico, ma non manca l'attenzione al lato umano.
Nel cuore di Honda
Tetsuhiro Hikita rappresenta il direttore del management di gara, Takehiro Koyasu il manager che dirige lo sviluppo della RC213V. I due hanno parlato congiuntamente ad Akira Nishimura, che ha raccolto l'intervista per il sito giapponese Mr.Bike. Per l'aspetto che interessa maggiormente l'Italia, da Honda arriva una smentita sul coinvolgimento di Dovizioso nel progetto 2021. I due manager affermano infatti che un nuovo collaudatore è realmente al vaglio del management, ma non sarebbe il forlivese. “Avere un solo collaudatore implica di fare sia corse che sviluppo, una soluzione che per Bradl è stata molto impegnativa nel 2020 e che ci ha complicato il lavoro. Ora potremmo puntare a un nuovo tester. Non credo però che sarà Dovizioso. Ho sentito le voci che girano, ma non mi sembra interessato a farlo”.
Che fa Marquez?
Insomma Dovizioso no, qualcun altro sì, il che sembrerebbe suggerire un ritorno di Marquez piuttosto spostato in avanti. Su questo però i giapponesi sono diplomatici: “Marc sta lavorando per tornare al cento per cento e noi per farci trovare pronti al suo ritorno. Nel caso che Marquez non ci riesca, abbiamo Stefan”. Il mancato ritorno di Marc viene dato come improbabile, ma le tempistiche non vengono menzionate. Sullo sviluppo della moto i giapponesi invece si mostrano più loquaci.
Gomme ed elettronica
Il punto dolente degli pneumatici viene sviscerato: “Nel 2020 abbiamo sfruttato probabilmente il 60% appena del loro potenziale, per cui stiamo lavorando ancora in quella direzione. Yamaha sa sfruttare molto bene gli pneumatici in qualifica, Suzuki ha fatto un ottimo lavoro in generale. Se noi riuscissimo a recuperare anche solo una parte di quel 40% che ci manca fin dall'inizio, saremmo a buon punto”. Per quanto riguarda l'elettronica, lo sviluppo procede nella direzione degli aiuti di trazione e anti impennamento, senza dimenticare gli ausili meccanici. “Il sistema di abbassamento è stato sviluppato per le partenze, ma in alcune occasioni viene usato anche in gara. Dipende anche dal tipo di tracciato. È vero che ha un peso, ma non è così determinante, non sempre. Abbiamo margini”. Hikita e Koyasu spiegano pure che la ricerca e sviluppo ha lavorato in ogni area, senza trascurare modifiche a telaio e ciclistica, con interessamento del forcellone e nuove quote in generale.
Nel cuore di Honda
Tetsuhiro Hikita rappresenta il direttore del management di gara, Takehiro Koyasu il manager che dirige lo sviluppo della RC213V. I due hanno parlato congiuntamente ad Akira Nishimura, che ha raccolto l'intervista per il sito giapponese Mr.Bike. Per l'aspetto che interessa maggiormente l'Italia, da Honda arriva una smentita sul coinvolgimento di Dovizioso nel progetto 2021. I due manager affermano infatti che un nuovo collaudatore è realmente al vaglio del management, ma non sarebbe il forlivese. “Avere un solo collaudatore implica di fare sia corse che sviluppo, una soluzione che per Bradl è stata molto impegnativa nel 2020 e che ci ha complicato il lavoro. Ora potremmo puntare a un nuovo tester. Non credo però che sarà Dovizioso. Ho sentito le voci che girano, ma non mi sembra interessato a farlo”.
Che fa Marquez?
Insomma Dovizioso no, qualcun altro sì, il che sembrerebbe suggerire un ritorno di Marquez piuttosto spostato in avanti. Su questo però i giapponesi sono diplomatici: “Marc sta lavorando per tornare al cento per cento e noi per farci trovare pronti al suo ritorno. Nel caso che Marquez non ci riesca, abbiamo Stefan”. Il mancato ritorno di Marc viene dato come improbabile, ma le tempistiche non vengono menzionate. Sullo sviluppo della moto i giapponesi invece si mostrano più loquaci.
Gomme ed elettronica
Il punto dolente degli pneumatici viene sviscerato: “Nel 2020 abbiamo sfruttato probabilmente il 60% appena del loro potenziale, per cui stiamo lavorando ancora in quella direzione. Yamaha sa sfruttare molto bene gli pneumatici in qualifica, Suzuki ha fatto un ottimo lavoro in generale. Se noi riuscissimo a recuperare anche solo una parte di quel 40% che ci manca fin dall'inizio, saremmo a buon punto”. Per quanto riguarda l'elettronica, lo sviluppo procede nella direzione degli aiuti di trazione e anti impennamento, senza dimenticare gli ausili meccanici. “Il sistema di abbassamento è stato sviluppato per le partenze, ma in alcune occasioni viene usato anche in gara. Dipende anche dal tipo di tracciato. È vero che ha un peso, ma non è così determinante, non sempre. Abbiamo margini”. Hikita e Koyasu spiegano pure che la ricerca e sviluppo ha lavorato in ogni area, senza trascurare modifiche a telaio e ciclistica, con interessamento del forcellone e nuove quote in generale.
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