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Dovizioso part time o Bradl a tempo pieno? HRC valuta il sostituto di Marquez

Puntare sul pilota italiano garantirebbe una soluzione di alto profilo, ma Andrea difficilmente accetterebbe un contratto a chiamata, senza un orizzonte temporale ben preciso e un progetto da sviluppare. Il tedesco è affidabile e nel 2020 si è tolto di dosso la ruggine: può coniugare al meglio il ruolo di tester con quello da pilota
Le ipotesi sul rientro di Marc Marquez indicano come probabilità media un rientro alle gare nell'arco dei sei mesi: tre mesi per permettere all'omero di guarire dalla frattura, altrettanti perché Marc possa recuperare la forza necessaria nella muscolatura per guidare una moto da gran premio. Se ci fossero ulteriori complicazioni, il recupero potrebbe richiedere anche un anno. In ogni caso sulla moto di MM93 qualcuno dovrà salirci, almeno fino all'inizio della stagione. Chi lo farà?

La soluzione è in casa
In occasione dell'ultimo gp della stagione, corso a Portimao, Stefan Bradl e Alberto Puig hanno annunciato il rinnovo del tedesco come tester HRC per un anno. In questo 2020 il campione del mondo Moto2 del 2011 ha corso 11 dei 14 gran premi in programma, coronando una stagione difficile con il settimo posto nell'appuntamento portoghese e 27 punti in classifica generale. Dopo un inizio difficile le cose sono via via migliorate, anche perché il figlio di Helmut ha potuto adattare la Rc213V un poco alle proprie esigenze.
Nel 2021 Stefan condurrà i test di Sepang (nel suo caso sei giorni, compreso lo shakedown) e in Qatar, ma a questo punto ha buone possibilità anche di disputare le prime gare del campionato. Quante? Impossibile saperlo adesso, ma se venisse rispettata la previsione dei sei mesi per il recupero di Marc, Bradl potrebbe correre i primi tre o quattro gp della stagione (Qatar, Argentina, Texas e forse anche il gp di Spagna del 2 maggio). Una sofferenza maggiore di Magic potrebbe estendere la partecipazione del tedesco ad altre gare europee e nella peggiore delle ipotesi per lo spagnolo, Bradl potrebbe persino correre una stagione quasi intera. Non male per chi avrebbe partecipato al massimo a tre wild card nel 2021, magari dovendo provare del materiale in gara.

Le sirene italiane
Andrea Dovizioso è un pensiero sin troppo facile da assecondare: si è tenuto libero per il 2021, ha come sponsor Red Bull, è un pilota ancora attivo e il suo valore è fuori discussione, Andrea inoltre viene da un'esperienza come quella in Ducati, che fornirebbe agli ingegneri Hrc interessanti prospettive su un diverso approccio al V4.
L'affare però è tutt'altro che semplice da realizzare, se non altro per il fatto che ad Andrea non verrebbe garantita una stagione intera, ma nemmeno un impiego part time ben definito. Dovi si troverebbe a vestire i panni HRC senza sapere se la sua esperienza si limiterebbe solo a qualche test, o a correre un gp alla volta, come è accaduto a Bradl nel 2020. Meglio che stare a casa? Non per un professionista affermato come Andrea, poco incline a lavorare senza potere programmare, per di più in sella a una moto pensata e sviluppata per altri.

Quali alternative?
Honda non ha molte altra strade da percorrere: un pilota di valore in casa c'è, ma avrebbe senso dirottare Alvaro Bautista dalla superbike alla MotoGP per una stagione non completa? Mantenere Alex Marquez o portare Taakaki Nakagami in HRC dal team di Cecchinello ugualmente sarebbe un'opzione tardiva e compromettente, sia a livello di immagine che di rapporti con gli sponsor, per non parlare del movimento dei relativi tecnici.
Insomma, difficile fare meglio che con Bradl, sempre sperando che Marquez perda poche gare. Con una stagione da 20 gp e il rischio di un rinvio di alcune di essi per Covid, l'otto volte campione del mondo non solo avrà la possibilità di rientrare e prendere parte a buona parte del calendario, ma anche di lottare per il titolo.
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