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La crisi di Honda e Yamaha, stessi problemi ma soluzioni diverse. Chi avrà ragione?

Le super concessioni non hanno migliorato le prestazioni delle giapponesi in classe regina, che stanno seguendo strade diverse per tornare competitive: Iwata procede con la politica degli aggiornamenti costanti, HRC sta lavorando a una moto completamente nuova

Per vincere in MotoGP la storia conta zero meno: a Ducati mancano ancora 6 vittorie per raggiungere quota 100 in top class. Con 94 successi è 3 successi è indietro perfino rispetto a Suzuki, mentre Yamaha e Honda sono irraggiungibili, con oltre il doppio (245) e il triplo (313) di affermazioni. Ma un campione come Marc Marquez - dopo nemmeno un anno dall'addio alla casa con cui ha vinto 6 titoli- non solo non si lascia più andare a commenti romantici su possibili ritorni di fiamma, ma ha blindato il suo futuro con due anni di contratto nel team ufficiale di Borgo Panigale.

Situazioni diverse, stessi problemi

Yamaha e Honda sono penultima e ultima nel mondiale costruttori, rispettivamente con 48 e 23 punti. Sommando i loro punteggi non arrivano alla metà di quanto fatto da KTM, mentre Ducati ha 315 punti, abbondantemente quattro volte tanto. Fabio Quartararo è quindicesimo in campionato, con appena 2 arrivi in top10. Ha 44 punti, uno score che l'anno scorso aveva raggiunto in 4 weekend – la metà delle gare- e andando a podio almeno una volta.

La situazione di Honda è persino più disperata: Mir, Zarco e Nakagami occupano le posizioni dalla 18esima alla 20esima nel mondiale, Marini non è andato a punti nemmeno una volta.

Al Sachsenring, la pista più breve del campionato, Bagnaia è stato in media più veloce di Quartararo di 6 decimi, 9 rispetto a Nakagami. È una enormità nella MotoGP odierna. Ma se una totale disfatta sportiva accomuna le due case nonostante le super concessioni, le reazioni al problema sembrano però differenti.

Un cambio d'approccio

Gli ingegneri Yamaha credono di aver trovato una buona direzione per riportare la YZR-M1 sulla strada giusta. Il capo progetto Max Bartolini, l'aerodinamico Marco Nicotra e il motorista Luca Marmorini lavorano senza sosta su ogni area del mezzo. Dallara inoltre è stata coinvolta nello sviluppo della moto, alla ricerca di quel downforce che è un must per andare forte oggi in MotoGP. Prima di Assen, Iwata ha effettuato dei test a Valencia, dove Quartararo e Rins hanno valutato le specifiche di due nuovi motori. Uno di questi propulsori offre una migliore agilità, il che suggerisce una ridotta inerzia del motore, l'altro va in direzione opposta e offre una migliore frenata, forse tramite un rapporto di compressione e una configurazione di scoppio differenti. Entrambi i piloti hanno preferito la seconda soluzione, anche se bisognerà aspettare Spielberg per vedere un miglioramento in termini di lap time, un tracciato dove accelerazioni e frenate sono più importanti.

Yamaha inoltre ha appena firmato con Pramac, e dall'anno prossimo potrà contare su due moto in più: gli ingegneri avranno a disposizione il doppio dei dati. Quartararo appare tutto sommato soddisfatto: “Abbiamo una direzione e sappiamo dove dobbiamo migliorare. Sono super felice. Stiamo facendo grandi passi avanti, anche se per ora non si vedono. Ci stiamo avvicinando e stiamo lavorando meglio".

Una direzione da trovare

L'umore è ben diverso in casa Honda. Dei risultati abbiamo detto sopra, mentre per quanto riguarda gli aggiornamenti, sembra che tutto si sia fermato. Questa primavera, a Jerez de la Frontera, Zarco aveva detto senza troppi giri di parole che la moto era sbagliata e che gli aggiornamenti non erano sufficienti a migliorare. Fino all'anno scorso la RC213V era una moto agile, carente in accelerazione e infida in frenata. Ora ha perso l'agilità, ma non sembra essere migliorata nelle altre aree.

I piloti sperano però che ai test di Misano arrivi la nuova moto, completamente riprogettata per avere innanzitutto un centro di gravità più basso e una migliore trazione al posteriore. Sembra insomma che anche in Honda abbiano capito che la strada migliore per ora sia “ducatizzare” la propria motocicletta. L'imperativo per ora è recuperare e solo quando il divario sarà ridotto si potrà pensare a trovare “il colpo d'ala” per tentare un sorpasso.
 

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