Salta al contenuto principale

Caso Iannone, l’avvocato: “La prossima settimana faremo ricorso al TAS”

MotoGP - Il 1° di aprile Andrea Iannone riceveva la squalifica di 18 mesi a causa della positività al doping e ora il suo avvocato Antonio De Rensis è pronto a presentare il ricorso al TAS, il Tribunale Arbitrale dello Sport. L'avvocato ha spiegato quali sono i punti salienti del suo ricorso e spera in un'assoluzione del suo cliente che, magari proprio quest'anno potrebbe tornare alla guida della sua Aprilia
C'è ottimismo
Dopo la squalifica per 18 mesi inflitta ad Andrea Iannone dalla Corte Disciplinare della FIM, a seguito della sua positività al doping nel GP di Malesia dello scorso anno, il suo avvocato Antonio De Rensis è ora pronto per fare ricorso al TAS, il Tribunale Srbitrale Sportivo, che potrebbe addirittura andare a sospendere questa squalifica. Intervistato da Sky Sport l’avvocato ha dichiarato: “Entro lunedì o massimo martedì della prossima settimana presenteremo il ricorso con le motivazioni della sentenza di primo grado. Nella nostra squadra, per la parte scientifica si è aggiunto il Dottor Pascal Kintz, uno dei massimi esperti mondiale nella lotta al doping”.
I punti più importanti del ricorso saranno i seguenti: “La sentenza ha acclarato la contaminazione a seguito di assunzione di carne, c’è un punto a pagina 15 che, a nostro avviso, dovrebbe determinare la conclusione del processo con un’assoluzione perché i giudici, e leggo letteralmente “prendono anche nota delle affermazioni nei documenti presentati dal pilota riguardanti gli hotel di alta classe in cui il pilota mangiava i pasti e dove non ci si aspetta di trovare cibo contaminato. Ne consegue che l’alimentazione del pilota dipendeva dal cibo disponibile negli hotel e non aveva molte altre scelte per i pasti”. Lei mi deve dire, di fronte a queste parole dei giudici, come si possono dare 18 mesi di sospensione a una persona. Loro dicono che lui ha fatto ciò che doveva, non aveva altre possibilità per mangiare”. Non si tratta più di un caso di doping ma di contaminazione alimentare e l’avvocato ha spiegato: “I giudici dovrebbero stabilire quali protocolli che bisogna seguire, magari può stabilire che dovevo mangiare solo le uova o solo le carote, è un discorso che ha una logica, che non condivido, ma ha una logica. Se tu dici questo, ma non spieghi come una possa evitare di mangiare carne contaminata allora vale tutto, così è facile condannare le persone. Io sono convinto che il buon senso e il grande valore dei giudici, li guiderà a ristabilire giustizia nei confronti di Andrea che ha subito qualcosa di eccezionalmente sproporzionato in senso negativo”.
I tempi non dovrebbero andare per le lunghe: “Sulla base della sentenza non c’è necessità di fare ulteriori sviluppi scientifici, questo è un processo che può basarsi solo sugli scritti. Il Tas dovrà valutare se un atleta ha fatto tutto ciò che doveva, come peraltro è scritto nella sentenza. Io credo che Andrea Iannone meriti di essere prosciolto completamente. Depositeremo il ricorso entro il 15 maggio, ma sicuramente prima, a quel punto la federazione ha 20 giorni di tempo per replicare alle nostre argomentazioni. In seguito, i giudici del Tas prendono in mano i fascicoli e se stabiliscono che non c’è necessità di stabilire un’udienza, io confido che in due mesi si possa arrivare a una decisione. Qualora il Tas dovesse decidere per un’udienza, ci sarebbe uno slittamento in avanti, non di moltissimo di un mese, un mese e mezzo in più. Ripeto, viste le motivazioni, ritengo che possa decidere sui documenti senza convocare un’udienza. Nella migliore delle ipotesi a fine luglio potremmo avere una sentenza, nella peggiore subito dopo l’estate, insomma confidiamo che quando presumibilmente inizierà il mondiale, Andrea abbia già avuto la sentenza definitiva".
 
Aggiungi un commento