Controllo di trazione sulle moto: come è fatto?
La sicurezza dei veicoli a due ruote, negli ultimi anni, è migliorata sicuramente grazie all’evoluzione dei sistemi elettronici di aiuto alla guida. In ordine, così come era successo sulle automobili, è arrivato prima l’ABS (il sistema di antibloccaggio della frenata), ormai d’obbligo per legge su tutte le moto nuove e poi il controllo di trazione. Ultimamente si stanno sviluppando anche dei controlli di stabilità che aiutano il veicolo durante le frenate improvvise in piega (il Bosch MSC è un esempio). Concentriamoci sul TC – sigla inglese per indicare il traction control: questo sistema elettronico aiuta il motociclista nelle fasi di accelerazione e in curva, rendendo la guida più sicura e allo stesso tempo più veloce. In strada, è utile soprattutto quando le condizioni dell’asfalto non sono le migliori: in caso di pioggia e “brecciolino”, per esempio.
Ma come funziona?
Tutto parte da una centralina, che analizza i dati provenienti dai diversi sensori montati sulle ruote e sul motore, oltre che dalla piattaforma inerziale che misura l’angolo di piega. Il cervello elettronico percepisce le situazioni di scarsa aderenza, segnalate per esempio da una differenza di velocità tra la ruota anteriore e posteriore (ecco perché a volte con il controllo accesso risulta quasi impossibile impennare) o da accelerazioni angolari inaspettate del posteriore (quando la gomma entra in fase di “spinning”). Il sistema, poi, agisce su accensione e iniezione elettronica del motore per tagliare la potenza, oppure, nelle versioni più evolute di controllo di stabilità integrato con l’ABS, sui freni, rallentando la ruota che gira più velocemente.
Ci salva, ma non fa miracoli
Per quanto le possibilità di scivolata dovute ad un’improvvisa perdita di trazione vengano drasticamente ridotte dalla presenza del controllo di trazione, questo sistema non è in grado di salvare da ogni situazione pericolosa che si presenti: il TC, infatti, non aumenta il grip degli pneumatici, ma evita semplicemente di superare quel limite. La manopola del gas, quindi, va comunque utilizzata con il cervello – questa volta il nostro – sempre acceso. Spesso, poi, il traction control è regolabile su diversi livelli di intervento: va impostato a seconda delle abilità di guida del motociclista e della situazione da affrontare.