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Moto Morini 2C 250, il brutto anatroccolo ingiustamente dimenticato

La bicilindrica 250 di Moto Morini non ha mai avuto il successo che meritava, anche se il suo papà Franco Lambertini la definiva migliore della celebrata 3 1/2. Ora si trova a prezzi stracciati

La 3 1/2 350 è una delle Moto Morini più amante di sempre, ieri come oggi (qui un bell'articolo approfondito) è definita come il modello più riuscito del marchio e, non a caso, a EICMA 2024 è stata presenta la nuova generazione. La storia curiosa però è che l'ingegner Franco Lambertini, progettista di questo modello e del suo ottimo V2, ha sempre ritenuto la 250 2C (la sorellina minore) una moto  migliore per caratteristiche tecniche e efficacia di guida. Peccato che mercato e appassionati non la pensassero (e la pensino) allo stesso modo...

Il piccolo 250 aveva numeri migliori del fratello 350

Come è fatta la Morini 250 2C

È una stradale in puro stile anni '70 dal design riuscito. I cerchi dorati in lega di alluminio da 18" con gomme Pirelli Mandrake ne slanciavano le linee. Il telaio in acciaio a doppia culla era abbinato a una leggera forcella a steli tradizionali da 32 mm e ad un doppio ammortizzatore posteriore. E all'anteriore era presente anche un disco da 260 mm. L'anima, nonché asso nella manica, della 2C era il motore bicilindrico da 239,5 cm3 capace di circa 24 CV. Oltre alle sue prestazioni brillanti aveva la particolarità di essere modulare. Questo significa che i carter erano condivisi con i V2 350 e 500, ma utilizzati anche sui monocilindrici 125 e 250 "semplicemente" chiudendo e coprendo lo spazio liberato dal cilindro posteriore.

Forcella esile e dischetto anteriore, all'epoca si faceva così e andava comunque bene

La migliore in tutto, lo dicono i numeri

Sorvolando sulla sfera economica che, a quei tempi, vedeva le moto 350 come le più appetibili in termini di rapporto prezzo/potenza, a livello ingnegneristico la Moto Morini 250 2C era migliore dell'amattissima 3 1/2. Scheda tecnica e numeri alla mano, il V2 da 250 cm3 era il più superquadro della famiglia (alesaggio x corsa 59 x 43,8 mm), dato che si traduce in minor stress meccanico, quindi più affidabilità in generale, e prestazioni brillanti grazie all'elevato rapporto di compressione (11,7:1 contro i 10:19,:1 della 350), vicino, affermavano all'epoc ain Morini, a quello della F1 (Lambertini aveva infatti avuto un'esperienza in Ferrari). Il Calimero di Morini era anche più efficace tra le curve: infatti il telaio era quello del 125, quindi più leggero, compatto e conosciuto anche per le ottime quote geometriche. Cambiava solo il forcellone, allungato per migliorare la distrubuzione dei pesi e la precisione delle sterzo.

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La seconda serie della 2C esteticamente è meno riuscita, tecnicamente non ci sono differenze

E si guida meglio

Per darvi un'idea del suo potenziale ci affidiamo all'esperienza dei preparatori dell'epoca che patecipavano ai campionati TT3, molti  installavano motori più grossi (i 350 portati a 400) nel telaio della 250, ottenendo miglioramenti sui tempi di un paio di sencondi. Con i suoi 128 kg a secco, la moto di serie era definita guidabilissima, precisa, molto maneggevole, stabile e naturale su qualsiasi traiettoria. Sfiorava i 140 km/h di velocità massima e il motore, iper affidabile, garantiva consumi nell'ordine dei 30 km/litro. All'epoca veniva venduta a circa 2 milioni e mezzo di lire, oggi modelli ben conservati si trovano sotto i 2.000 euro. Un bell'affare se volete portarvi a casa una moto d'epoca divertente senza spendere una fortuna.

Ecco la moto da gara con telaio del 250 preparata secondo il regolamento TT3 che vinse il campionato italiano nel 1984

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