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La Triumph "scivolosa", storia della mitica Splippery Sam

Facciamo una capatina negli anni 70 e vediamo perché questa moto ha segnato un’epoca breve, ma ricca di successi

La Slippery Sam per tutti gli appassionati è un vero e proprio mito, si tratta infatti di una delle moto da corsa più famose e vincenti degli anni ’70, la sua unicità sta proprio nel fatto che la stessa moto fu capace di conquistare cinque Tourist Trophy consecutivi nella classe Production. Ma andiamo con ordine.

La futura Slippery nacque sulla base di una Triumph Trident 750 per competere nella categoria “Production” riservata alle moto derivate dai modelli di serie. Montava l’affidabile tre cilindri Triumph ad aste e bilancieri, attentamente preparato. La Trident era la prima tre cilindri commercializzata da Triumph, presentata nel settembre ‘68 e poi prodotta sino al 1975. Allo svezzamento della Trident in versione corsaiola pensò il pilota e collaudatore Percy Tait, a cominciare dal 1969, nell’ambito di competizioni locali di respiro internazionale, come la Hutchinson 100 di Brands Hatch (in cui terminò sesto). 

Nel frattempo, dall’altro capo dell’Oceano Atlantico giungeva l’eco dei primi successi maturati dalle Trident, rimaneggiate però in salsa “Daytona” e dunque profondamente rielaborate, al punto da condividere ben poco con le versioni inglesi. Un’altra storia rispetto al Vecchio Continente, dove la vicinanza alle moto vendute in concessionaria era necessaria per poter competere nella neonata classe Production: anzitutto, ogni miglioria prevista per le versione da gara doveva essere, obbligatoriamente, approvata dalla Casa produttrice e resa disponibile per tutti come accessorio. Una filosofia concreta e genuina, che ci riporta per al celebre detto “win on sunday, sell on monday”... altri tempi!

Triumph si mette all’opera

Per aumentare le vendite del nuovo modello la casa inglese decise quindi di portarlo in gara e, tra le tante modifiche apportate dal reparto corse, troviamo il cambio da competizione a cinque rapporti, il freno a tamburo Fontana da 250mm (poi sostituito da due dischi Lockeed) e il serbatoio maggiorato. Il telaio è alleggerito e rialzato, mantenendo però lo schema a monoculla sdoppiata, restano quelli di serie il tamburo posteriore e gli ammortizzatori. Il motore invece raggiunge la potenza di 75 CV ad 8.500 giri, contro i 58 CV a 7.500 giri della versione di serie e, grazie a nuovi pistoni ad alta compressione Hepolite, la cilindrata arriva al limite massimo consentito dal regolamento passando da 741 a 749 cm3.

Esordio e nascita del mito

Nel giugno 1970 tre esemplari preparati dal reparto corse della casa inglese prendono il via al TT che si corre all’Isola di Man, affidati ai piloti britannici Malcom Uphill, Tom Dickie e Paul Smart. Quest’ultimo si ritirerà per delle noie all’avantreno, invece la Trident di Uphill taglia per prima il traguardo aggiudicandosi il trofeo di categoria in 1h 55’ e 51’’ di gara (cinque giri, contro gli abituali tre del Mountain). Sarà però da lì a pochi mesi, sempre in Europa, che la versione pistaiola della Trident 750 acquisterà la fama di Slippery Sam. Siamo al Bol d’Or 1970, la 24H francese che ritrova tra i suoi protagonisti proprio il collaudatore Tait, accompagnato dal secondo pilota Steve Jolly, in aggiunta il duo Dickie/Smart su una seconda moto e una terza affidata alla squadra gestita dall’importatore francese. Trattandosi di una gara endurance, le Trident sono equipaggiate con carenature, a curarne lo sviluppo sono Leslie “Les” Williams come team manager e il responsabile della produzione George Pegden. Il settembre di quell’anno porta con sé un clima spietatamente continentale, con forti piogge e temperature sotto la media. Con la partenza fissata per le ore 16, ci sono tutti gli ingredienti per dei potenziali pasticci…

Il manico di Smart e la guida attenta di Dickie permettono alla loro Trident di raggiungere per prima il traguardo, alle 16 del giorno seguente, dopo una serie spietata di cadute e con una “paga epica” di ben nove giri rifilata alla diretta inseguitrice, una Honda CB750 di un team privato. Ma la gloria non è sempre dei primi, come ci insegna questa storia: la coppia Tait/Jolly trovò infatti un’altra insidia oltre a quella del meteo, infatti il motore cominciò a spargere olio copiosamente, obbligando i piloti a numerose soste extra per il rabbocco e - cosa più complessa - a numeri da circo per cercare di stare “in piedi” con le Dunlop K81 TT100 ben… lubrificate! Ciò nonostante, Tait e Jolly riuscirono nell’impresa di portare la moto fino alla bandiera a scacchi, per giunta in quinta posizione. Non un caso, dal momento che lo stesso importatore francese li aveva convinti a non gettare la spugna, offrendo loro un lauto compenso se fossero riusciti a piazzarsi nei primi sei. Slippery (scivoloso in inglese) fu il nomignolo affibbiato dallo stesso Tait alla moto dopo questa “indimenticabile” esperienza, mentre Sam era il soprannome dato a Percy Tait dai colleghi inglesi (“Sam, the trasportman”). Nasce così, il nome e la leggenda della Slippery Sam.

Palmarès ricco

La Splippery Sam continuò la sua carriera sportiva divenendo in breve una pietra miliare per la storia della Trident con una lunga lista di successi nell’infermo dell’Isola di Man, inanellati consecutivamente.

 

  • 1° classificata 500 Miglia di Thruxton 1971 (Tait/Croxford)
  • 1° classificata TT Production 1971 (Pickrell)
  • 1° classificata TT Production 1972 (Pickrell)
  • 1° classificata TT Production 1973 (Jefferies)
  • 1° classificata TT Production 1974 (Grant)
  • 1° classificata TT Production 1974 (George e Croxford)

 

 

Un filotto di successi che fu possibile soprattutto grazie alla determinazione di Williams, persuaso da Pickrell stesso a proseguire lo sviluppo della moto privatamente, su concessione della Casa che aveva invece accantonato il progetto anzitempo. La Slippery verrà poi venduta allo stesso Williams, a seguito della chiusura del reparto corse, per la cifra di 300 sterline. Resterà nel suo garage, in compagnia di altre “copie”, fino al 1974; anno in cui venne concessa in custodia al neonato National Motorcycles Museum di Birmingham. 

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Il mito della Splippery si deve a Les Williams scomparso il 5 lugio 2019 all'età di 87 anni

L’incendio e la rinascita

Ma non tutto è bene quel che finisce bene, e infatti questa storia di fortunati successi finisce malissimo:esposta al National Motorcycle Museum di Birmingham, il 16 settembre 2003 la Slippery Sam è vittima di un incendio che coinvolge l’intera struttura, finendo così distrutta. Ci vorrà però meno di un anno per rimettere insieme i pezzi e rivedere così restaurata la Triumph Trident Slippery Sam di nuovo insieme alle altre moto della collezione, coraggiosamente recuperata dalla cenere. 

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Ecco la Slippery Sam dopo il restauro

Le specifiche delle production

Ecco le caratteristiche tecniche specifiche delle Trident impegnate nella categoria Production, divenute note per un'affidabilità davvero notevole per l’epoca.

 

  • Cilindrata aumentata a 749 cc 
  • Pistoni ad alta compressione Hepolite
  • Valvole alleggerite e molle di richiamo rinforzate
  • Alberi a camme TH6
  • Albero motore alleggerito e bilanciato
  • Accensione Bendix
  • Aspirazione a carburatori Amal 626 con venturi da 27 mm
  • Scarico 3-in-2 a diametro fisso
  • Cambio Quaife a 5 marce
  • Freni a tamburo Fontana 250 mm (poi dischi Locked)
  • Telaio monoculla sdoppiata alleggerito
  • Rapporto di compressione 11,5:1
  • Potenza massima di 75 CV a 8.500 giri
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