La leggenda di Casey Stoner, il campione di cristallo
È stato uno dei talenti più grandi della MotoGP, ha vinto tanto, ma avrebbe potuto ottenere molto di più. A sconfiggerlo l'incapacità di gestire le situazioni di stress
Casey Stoner è stato uno dei talenti più cristallini della MotoGP: primo pilota Ducati a vincere il campionato del mondo, è riuscito a battere avversari del calibro di Rossi, Pedrosa, Lorenzo. In carriera ha conquistato due titoli mondiali e si è ritirato giovanissimo, divorato dallo stress per un ambiente troppo difficile da reggere per il suo animo sensibile.
Gli inizi
Casey inizia ad andare in moto giovanissimo: non ha nemmeno due anni quando papà Colin lo mette in sella e nel giro di poco il bambino scorrazza in autonomia per gli sterrati delle fattorie dove i genitori vanno a lavorare. Leggenda vuole che pochi anni più tardi viene visto da Mick Doohan mentre guida la “motina” da dirt track e i due si trovano in pista a girare insieme, con il grande campione stupito dal talento di quello che diventerà il suo “erede” sportivo. A cinque anni Casey inizia a correre: vince sempre e ovunque nelle gare di dirt, ma gli altri bambini li vede praticamente solo in pista, perché la famiglia si sposta continuamente per lavoro e la scuola viene frequentata poco.
Dall'Australia all'Europa
Classe 1985, Stoner si trasferisce in Europa con la famiglia all'età di 14 anni. I genitori comprano un camper in cui vivere facendo la spola tra un circuito e l'altro e diventano amici della famiglia Davies; Chaz e Casey legano molto, ben presto anche Leon Camier diventa parte della combriccola. La svolta sportiva avviene quando Alberto Puig lo nota e lo inserisce in squadra con Dani Pedrosa nel campionato spagnolo: non è un caso se nel motomondiale uno prenderà il #26 e l'altro il #27, sono i numeri assegnati al debutto nel CEV.
Il debutto mondiale
Nel 2002 fa il suo esordio nel mondiale, è veloce ma cade parecchio, la prima stagione buona davvero è il 2005, quando arriva secondo nel campionato classe 250, con 5 vittorie. Per il 2006 le trattative sono complicate, ma grazie anche all'interessamento di Carmelo Ezpeleta, riesce ad approdare in Honda, nel team di Lucio Cecchinello. Fa la pole position alla sua seconda gara, quasi senza toccare il set up della moto. All'appuntamento successivo, in Turchia, arriva secondo. Il resto della stagione non è così buono: i risultati non sono male, ma cade parecchio e si guadagna il nomignolo di Rolling Stoner.
Nel 2007 finisce in Ducati, soluzione ponte in attesa che Borgo Panigale possa firmare Marco Melandri. Il debutto in rosso avviene nella prima annata delle 800cc ed è magico. Nonostante le perplessità di Casey, che arriva da una moto maneggevole come la Honda, i risultati sono subito eccezionali, con la vittoria in Qatar davanti a Valentino. Sarà il primo di 10 successi, coronati dal titolo mondiale conquistato a Motegi, grazie al suo talento, a una moto potente e alle gomme Bridgestone. Il 2007 diventa un anno magico: titolo, matrimonio (a soli 22 anni) con la bella Adriana, avversari del calibro di Rossi, Capirossi (suo compagno di squadra), Pedrosa e Melandri annichiliti.
La rivalità con Rossi
Nel 2008 Valentino si prende però la rivincita: di quel mondiale si ricordano il famoso sorpasso del cavatappi e i mind games che mandano fuori giri l'australiano. Casey non regge la pressione psicologica del confronto con Rossi - situazione che soffrirà anche negli anni a venire- e perde il titolo. Il rapporto con Ducati inizia a deteriorarsi: nel 2009 le vittorie calano e iniziano i primi episodi di depressione, che lo portano anche a saltare una gara. Nel 2010 va pure peggio, perché la Desmosedici non migliora e la via di fuga insperatamente gliela offre – involontariamente- Valentino, che decide di trasferirsi in Ducati. Il rapporto del pesarese con Yamaha è compromesso dalla rivalità con Lorenzo, Stoner a quel punto è libero di firmare per Honda, dove ritrova Livio Suppo.
Da antologia rimarranno i test di Valencia di fine 2010, con Stoner subito in testa e Rossi in grave difficoltà: un copione che si ripeterà nei due anni successivi, che consacreranno Stoner come assoluto top rider. Il momento nel quale la “vendetta” su Rossi si concretizza risale a Jerez 2011, quando un sorpasso azzardato di Valentino “abbatte” Stoner. Il #46 va a scusarsi con Casey, che però lo gela con una frase da antologia: “La tua ambizione supera il tuo talento”.
Fine carriera e ritiro
Nel 2011 Stoner si laurea campione per la seconda volta, con un'altra stagione da 10 vittorie. Anche l'anno successivo Casey inizia bene il mondiale, ma già alla quarta gara annuncia il ritiro, cogliendo di sorpresa tutti. Anche in Honda, dove provano a farlo riflettere, ma senza successo. Una decina di anni dopo, Stoner rivelerà che prima delle gare era arrivato a provare la sensazione di stare male “da morire”, che rimaneva raggomitolato sul pavimento del motorhome con i crampi allo stomaco. Divorato dallo stress, nonostante le vittorie e anzi, proprio per le stesse che sembrano imprigionarlo in un gioco a cui non vuole più partecipare, per Casey arriva il momento di dire basta, a soli 27 anni. Chiuderà la carriera con l'ultimo successo – il sesto consecutivo- nella sua Phillip Island e un podio a Valencia. Del suo possibile ritorno si parlerà per anni, ma sempre a sproposito. Stoner torna solo in veste di collaudatore, prima per Honda e poi per Ducati, ma i test sono pochi, i piloti titolari non lo vedono troppo di buon occhio, perché è ancora velocissimo e per lui le moto sono tutte buone.
Nel 2021 torna a farsi vedere nel paddock e se non è pace, c'è almeno una riconciliazione con Rossi, che nel frattempo ha ritrovato buoni rapporti anche con Lorenzo. Oggi Stoner si gode la fattoria, la pesca e la famiglia con sua moglie e le due figlie.
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