Moto usate retrò - Moto Guzzi V7 vs Triumph Bonneville: pregi, difetti e prestazioni
Sono facili da guidare, comode e costano il giusto. La Bonneville prima serie è meglio curata e più potente, la V7 pesa di meno ed è più agile. Vanno bene anche per chi è alle prime armi e sono perfette in città come sostitute dei “soliti” maxiscooter
Triumph Bonneville e Moto Guzzi V7 sono due stradali retrò facili da guidare, comode e capaci di prestazioni soddisfacenti, grazie ai motori bicilindrici belli pronti ai bassi regimi. E con un paio di piccole borse, possono sostituire benissimo lo scooter in città.
La Bonneville prima serie è arrivata nel 2001 e fino al 2017 (arrivo del nuovo motore raffreddato a liquido) è cambiata poco se si eccettua per l’iniezione e l’aumento della cilindrata fino a 865 cm3. Ha una posizione di guida rilassante, con una seduta morbida e bassa che consente a tutti di mettere i piedi a terra con sicurezza e manovrare bene i suoi 223 kg (rilevati) che non sono pochissimi.
Evoluzioni senza strappi anche per la famiglia V7 che però nel 2013 poteva contare su un motore con nuovi cilindri e testate che l’hanno migliorato parecchio. La posizione di guida non è male, ma è più “rannicchiata” di quella della Triumph: chi è sul metro e 80 piega parecchio le gambe. In compenso la Guzzi è più leggera dell’inglese e si manovra da fermo (quasi) con un dito. Entrambe hanno finiture soddisfacenti, anche se la V7 ha in giro qualche fascetta bloccafili di troppo, e dispongono di numerosi accessori ufficiali e aftermarket. Ultima dote importante, i prezzi ormai sono abbordabili, con circa 4/5.000 euro si trovano esemplari in ottime condizioni.
Come va la V7: comoda e rapida
Su strada
La V7 Special è comoda e tiene bene la strada. Il peso ridotto e le gomme strette la rendono rapida nell’impostare le curve, ma l’assetto piuttosto rigido va in crisi sull’asfalto un po’ rovinato. Il nuovo bicilindrico sale rapido di giri e spinge con grinta, almeno nelle prime marce. I freni però vanno strizzati per dare il meglio e il cambio poco preciso va usato con delicatezza (meglio la Bonneville). Contenute le vibrazioni fino ai medi regimi; oltre si fanno sentire su manubrio e pedane.
In autostrada
La sella è comoda e anche il passeggero sta bene, ma per viaggiare è d’obbligo il parabrezza (presente tra gli accessori ufficiali). Come tutte le moto “vecchio stile”, la V7 non offre alcuna protezione dall’aria, va bene al massimo per brevi tragitti. In velocità è stabile, non teme le scie di altri veicoli e riesce a mantenere buone medie, peccato solo che le vibrazioni si facciano sentire intorno ai 120-130 km/h. I consumi rimangono sempre sotto controllo.
In città
Il peso contenuto e l’angolo di sterzo ridottissimo permettono di muoversi agevolmente nel traffico. Anche ai bassi regimi il motore non strappa ed è ricco di coppia: peccato che il piccolo bicilindrico scaldi parecchio, nelle giornate più calde può essere fastidioso. Le sospensioni rigide digeriscono male le buche, il pavé e le strade dissestate. Per avere buoni spazi d’arresto, il freno anteriore va usato con decisione; buona invece la modulabilità del posteriore, lavora bene ma difficilmente blocca la ruota.
Bonneville, un classico moderno
Su strada
La Bonnie ha linee classiche, ma telaio e sospensioni sono moderni e si sente: guidata un po’ “allegramente” risulta efficace e divertente su qualunque percorso. Scende in piega meno rapida della V7, ma sui percorsi con tante curve ha reazioni più fluide dell’italiana. Il motore ha i CV che servono e permette di dimenticarsi del cambio: per tenere un buon ritmo basta “giocare” col gas. I freni sono potenti, più efficaci di quelli delle Guzzi, i comandi morbidi e ben dosabili.
In autostrada
L’unico limite della Bonneville in autostrada è la mancanza di protezione aerodinamica. Il motore, invece se la cava piuttosto bene: alle alte velocità non “gira” alto e, a differenza della V7, trasmette poche vibrazioni. In due si sta comodi ma il passeggero soffre la mancanza di un appiglio (il maniglione è un accessorio “ufficiale”). La stabilità e la precisione nei curvoni sono buone, nessun problema anche sulle giunzioni dei cavalcavia. Buoni i consumi.
In città
La sella bassa e il manubrio rialzato permettono di affrontare il traffico in relax. Lo sterzo è abbondante e garantisce manovre in un fazzoletto (anche se la Guzzi risulta comunque più agile). Il motore ha un’erogazione dolce e regolare (ma scalda anche lui parecchio), cambio e frizione sono morbidi. Buona la forcella che filtra bene le asperità della strada, meno efficaci invece gli ammortizzatori posteriori: sono rigidi e fanno sentire un po’ troppo le buche.
I nostri rilevamenti
V7 Special | Bonneville | |
Velocità massima km/h | 169,4 | 185,9 |
Accelerazione | ||
0-400 metri | 14,9 | 14,4 |
0-1000 metri | 29,1 | 27,8 |
0-100 km/h | 6,5 | 5,7 |
Ripresa (da 50 km/h) | ||
400 metri | 14,6 | 15,1 |
1000 metri | 28,8 | 29,2 |
Potenza massima alla ruota | ||
CV/kW | 42,1/31,4 | 54,58/40,7 |
giri al minuto | 6430 | 8300 |
Coppia massima alla ruota | ||
Nm/kgm | 5,69/55,77 | 84,08/8,53 |
giri al minuto | 2718 | 5800 |
Frenata | ||
da 100 km/h | 52 | 47,3 |
Consumi | ||
Autostrada | 17,6 | 17,8 |
Extraurbano | 24,0 | 28,8 |
90 km/h | 23,2 | 20,2 |
120 km/h | 19,0 | 19,0 |
Al massimo | 13,8 | 10,0 |
Autonomia (chilometri con un pieno) | ||
90 km/h | 388 | 304 |
al massimo | 282 | 180 |
Foto e immagini
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