Superbike: 16 vittorie ad Assen e testa del campionato per Johnny Rea
Il nordirlandese ha vinto la battaglia di gara 1 su Bautista e Razgatlioglu: il sei volte campione del mondo è in forma come sempre, ma la sua Kawasaki appare finalmente migliorata, su piste anche molto diverse tra loro
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16 vittorie in totale, 12 vittorie e 4 podi nelle ultime 6 apparizioni ad Assen: ci sono piloti che sarebbero contenti di avere raggiunto in una intera carriera i risultati ottenuti da Jonathan Rea nella cattedrale del motociclismo, ancora oggi una delle piste più tecniche e adrenaliniche del calendario. Oggi il Cannibale ha mostrato una volta di più a tutti che, con una moto a posto, batterlo è davvero difficile.
Kawasaki è tornata, Johnny è sempre lui
Alvaro Bautista ha provato in ogni modo a rendere la vita difficile al sei volte campione del mondo, ma l'unico attacco veramente efficace che ha portato, nella prima zona delle esse, ha portato all'immediata replica di Rea, per giunta passato all'esterno. All'ultimo giro il pilota Ducati ha anche provato a frenare tardi in ingresso all'ultima chicane, ma è proprio lì che si è visto il punto forte della ZX-10RR: la verdona permette di staccare molto dentro, non si scompone e si ferma in tempo per girare. Queste ritrovate qualità della Kawasaki, unite a una migliorata accelerazione e alle doti di guida del nordirlandese, hanno permesso a Rea un inizio di stagione in linea con la propria miglior tradizione: due vittorie e due secondi posti in quattro gare, che valgono la leadership del mondiale. 79 punti, contro i 77 di Bautista, non sono niente, ma Jonathan intanto ha ritrovato la testa del campionato, mostrandosi competitivo su due piste tanto diverse tra loro come Aragon e Assen.
Un futuro indecifrabile
Le certezze di queste prime quattro gare sono che piloti come Rea, Bautista e Razgatlioglu fanno il vuoto intorno a loro: anche oggi, al termine di race1, Locatelli è arrivato a 9 secondi dai primi tre con la stessa moto di Toprak, Oetll e Bassani erano rispettivamente a 22 e 26 secondi dall'ufficiale Ducati con le proprie Panigale V4. Pur con moto satellite, la differenza c'è. In casa Kawasaki il divario è ancora più marcato, ma non fa più notizia: Lucas Mahias si è classificato 15esimo con la ZX-10RR del team Puccetti, tagliando il traguardo con 45 secondi di ritardo. Sam Lowes, con la stessa moto di Johnny, in campionato ha raccolto fino a oggi appena 15 punti e nemmeno un podio. I tre moschettieri fino a ora si sono presi tutto, e la sensazione è che, cambiando Redding con Bautista, per gli altri in pista rimarranno da raccogliere quasi sempre e solo le briciole.
Kawasaki è tornata, Johnny è sempre lui
Alvaro Bautista ha provato in ogni modo a rendere la vita difficile al sei volte campione del mondo, ma l'unico attacco veramente efficace che ha portato, nella prima zona delle esse, ha portato all'immediata replica di Rea, per giunta passato all'esterno. All'ultimo giro il pilota Ducati ha anche provato a frenare tardi in ingresso all'ultima chicane, ma è proprio lì che si è visto il punto forte della ZX-10RR: la verdona permette di staccare molto dentro, non si scompone e si ferma in tempo per girare. Queste ritrovate qualità della Kawasaki, unite a una migliorata accelerazione e alle doti di guida del nordirlandese, hanno permesso a Rea un inizio di stagione in linea con la propria miglior tradizione: due vittorie e due secondi posti in quattro gare, che valgono la leadership del mondiale. 79 punti, contro i 77 di Bautista, non sono niente, ma Jonathan intanto ha ritrovato la testa del campionato, mostrandosi competitivo su due piste tanto diverse tra loro come Aragon e Assen.
Un futuro indecifrabile
Le certezze di queste prime quattro gare sono che piloti come Rea, Bautista e Razgatlioglu fanno il vuoto intorno a loro: anche oggi, al termine di race1, Locatelli è arrivato a 9 secondi dai primi tre con la stessa moto di Toprak, Oetll e Bassani erano rispettivamente a 22 e 26 secondi dall'ufficiale Ducati con le proprie Panigale V4. Pur con moto satellite, la differenza c'è. In casa Kawasaki il divario è ancora più marcato, ma non fa più notizia: Lucas Mahias si è classificato 15esimo con la ZX-10RR del team Puccetti, tagliando il traguardo con 45 secondi di ritardo. Sam Lowes, con la stessa moto di Johnny, in campionato ha raccolto fino a oggi appena 15 punti e nemmeno un podio. I tre moschettieri fino a ora si sono presi tutto, e la sensazione è che, cambiando Redding con Bautista, per gli altri in pista rimarranno da raccogliere quasi sempre e solo le briciole.
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