SBK 2017, intervista esclusiva a Marco Melandri: “Il nuovo regolamento ci penalizza molto”
SBK news – Quarto posto in campionato, 13 podi e una vittoria, questo il bottino di Marco Melandri nel suo anno di ritorno in Superbike, dove con Ducati è stato più volte protagonista. Abbiamo fatto una chiacchierata con lui in vista del 2018, parlando del nuovo regolamento con cui dovrà fare i conti e della nuova Panigale V4 che ha provato in versione stradale e ha detto: “È una moto incredibile”
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SuperBike
L'italiano più veloce della Superbike
Marco Melandri ha riportato il tricolore sul gradino più alto del podio nel 2017 e punta a fare ancora meglio la prossima stagione in Superbike con la casa di Borgo Panigale. Dopo un ottimo anno di rientro nelle corse, il ravennate ha fatto una chiacchierata con la nostra Serena Zunino e le ha raccontato il suo 2017, ha detto la sua sul nuovo regolamento delle derivate di serie, ha parlato del rapporto con il compagno di squadra Chaz Davies, della nuova Panigale V4, degli obiettivi del 2018 e ha commentato il gioco di squadra che Ducati ha fatto in MotoGP a Valencia.
Che bilancio fai della stagione 2017?
È stato un campionato positivo, su 13 gare ho fatto un podio ogni fine settimana. Purtroppo alcuni li ho persi un po’ per sfortuna, alcuni un po’ nei duelli all'ultimo giro. Comunque, devo solo essere contento, penso che in pochi si aspettassero che potessi tornare a lottare per il podio ad ogni singola gara.
Tu ti aspettavi di più o di meno?
Sono molto contento di com’è andata. Sono stato un po’ rallentato a metà stagione da un paio di problemi un po’ inaspettati che abbiamo avuto in diverse gare, da Imola, a Donington, dove si poteva raccogliere di più e arrivare più preparati alle gare successive. È stato un anno di esperienza. In tutte le piste dove avevo già provato prima della gara sono arrivato molto più vicino alla vittoria di quanto non abbia fatto nelle altre. Questo mi fa ben sperare per la prossima stagione.
Che sapore ha avuto la vittoria conquistata a Misano?
È stato il momento e il posto indicato. Vincere in Italia con una moto italiana, ottenere il 100esimo successo per un pilota italiano in Superbike, è stato un insieme di cose con un sapore particolare. Venire da anni particolarmente impegnativi, ti toglie un bel peso dalle spalle.
Secondo te perché nella seconda parte di stagione non sei più riuscito a vincere?
Una gara la stavo vincendo ma si è rotto il motore (ride). In America pensavo di poter lottare per vincere, invece inaspettatamente le cose in gara sono andate molto male, quando invece in prova ero andato molto bene. È una moto complicata, quando le condizioni cambiano non è facile. Credo che Davies al suo primo anno su questa moto non abbia vinto neanche una gara, quindi vedendo come va adesso ti fa capire che l’esperienza è fondamentale.
Qual è il tuo obiettivo della prossima stagione?
Fare ancora meglio, salire più volte sul podio e poi riuscire a sfruttare le occasioni buone per provare a vincere più gare. È presto da dire dato che ci sono i nuovi regolamenti e c’è molta confusione. Bisognerà aspettare almeno i test dell’Australia per capire il livello. Io corro sempre per fare del mio meglio e per vincere. Ogni stagione prende la sua strada, vediamo come andrà.
Come sono andati i test di Jerez?
Sono stati un po’ particolari, abbiamo girato con una configurazione di moto 2018 ma non era ancora pronta la moto vera.
Cosa ne pensi del nuovo regolamento?
Credo che penalizzi di più noi, le due cilindri, perché abbiamo l’utilizzo del motore molto ridotto rispetto agli altri. Purtroppo ci hanno fatto fare un salto indietro più importante rispetto ai nostri avversari. Adesso dobbiamo lavorare sodo per recuperare.
Riuscirà a cambiare qualcosa secondo te?
Non in meglio. È facile che le differenze tra le moto si amplino ancora, più che riavvicinarsi. L’unica che ne ha guadagnato è stata la Yamaha, che secondo me era già una moto vincente a fine anno. Non hanno perso niente rispetto al 2017, noi invece abbiamo perso tantissimo e Kawasaki abbastanza. Da quando si è cercato di restringere le modifiche da fare sulle moto, dal 2015, per migliorare lo spettacolo, si è solo fatto peggio. Continuare a dare restrizioni credo che sia la strada più sbagliata che c’è. Secondo me si dovrebbe tornare al 2014, quando almeno quattro o cinque moto diverse si giocavano le vittorie tutte le domeniche, dove c’era più libertà di lavorare.
Cosa ne pensi della Panigale V4?
È una moto nuova, bisognerà vedere in pista. Io ho provato la stradale ed è una bella moto, è un cambio generazionale per Ducati, cambia proprio la caratteristica di gestione motore. La stradale è una moto incredibile, vediamo quando arriverà la Superbike.
Se Ducati ha cambiato la propria storia passando da un 2 a un 4 cilindri è perché vede che il due cilindri non ha più grandi margini di sviluppo per lottare contro le quattro cilindri.
Come pensi cambierà il rapporto con Chaz dal prossimo anno, quando magari vi darete un po’ più fastidio?
Vivremo un giorno alla volta. Credo che tutto sta nell’intelligenza delle persone. È normale che siamo tutti lì per lo stesso obiettivo, l’importante è avere rispetto reciproco e stare dentro le regole, poi credo che ci sia spazio per buoni rapporti in Superbike.
Come commenti il gioco di squadra in MotoGP tra Lorenzo e Dovizioso?
È sempre difficile analizzare queste situazioni, dipende come ci si arriva. Io personalmente nelle moto sono contrario a queste cose. La classifica piloti si chiama così perché il pilota se lo deve guadagnare. Capisco anche le aziende che devono farlo. Il tutto sta nel punto di vista da cui si guardano le cose. In Italia si guarda sempre il lato negativo, quindi Lorenzo avrebbe potuto aiutare Dovizioso solo lasciandolo passare, ma se invece lui avesse per assurdo fatto cadere i primi due, avrebbe aiutato Dovizioso, ma nessuno ha tirato fuori questa ipotesi. Comunque non farai mai bene per tutti, quindi per me lascia il tempo che trova.
Marco Melandri ha riportato il tricolore sul gradino più alto del podio nel 2017 e punta a fare ancora meglio la prossima stagione in Superbike con la casa di Borgo Panigale. Dopo un ottimo anno di rientro nelle corse, il ravennate ha fatto una chiacchierata con la nostra Serena Zunino e le ha raccontato il suo 2017, ha detto la sua sul nuovo regolamento delle derivate di serie, ha parlato del rapporto con il compagno di squadra Chaz Davies, della nuova Panigale V4, degli obiettivi del 2018 e ha commentato il gioco di squadra che Ducati ha fatto in MotoGP a Valencia.
Che bilancio fai della stagione 2017?
È stato un campionato positivo, su 13 gare ho fatto un podio ogni fine settimana. Purtroppo alcuni li ho persi un po’ per sfortuna, alcuni un po’ nei duelli all'ultimo giro. Comunque, devo solo essere contento, penso che in pochi si aspettassero che potessi tornare a lottare per il podio ad ogni singola gara.
Tu ti aspettavi di più o di meno?
Sono molto contento di com’è andata. Sono stato un po’ rallentato a metà stagione da un paio di problemi un po’ inaspettati che abbiamo avuto in diverse gare, da Imola, a Donington, dove si poteva raccogliere di più e arrivare più preparati alle gare successive. È stato un anno di esperienza. In tutte le piste dove avevo già provato prima della gara sono arrivato molto più vicino alla vittoria di quanto non abbia fatto nelle altre. Questo mi fa ben sperare per la prossima stagione.
Che sapore ha avuto la vittoria conquistata a Misano?
È stato il momento e il posto indicato. Vincere in Italia con una moto italiana, ottenere il 100esimo successo per un pilota italiano in Superbike, è stato un insieme di cose con un sapore particolare. Venire da anni particolarmente impegnativi, ti toglie un bel peso dalle spalle.
Secondo te perché nella seconda parte di stagione non sei più riuscito a vincere?
Una gara la stavo vincendo ma si è rotto il motore (ride). In America pensavo di poter lottare per vincere, invece inaspettatamente le cose in gara sono andate molto male, quando invece in prova ero andato molto bene. È una moto complicata, quando le condizioni cambiano non è facile. Credo che Davies al suo primo anno su questa moto non abbia vinto neanche una gara, quindi vedendo come va adesso ti fa capire che l’esperienza è fondamentale.
Qual è il tuo obiettivo della prossima stagione?
Fare ancora meglio, salire più volte sul podio e poi riuscire a sfruttare le occasioni buone per provare a vincere più gare. È presto da dire dato che ci sono i nuovi regolamenti e c’è molta confusione. Bisognerà aspettare almeno i test dell’Australia per capire il livello. Io corro sempre per fare del mio meglio e per vincere. Ogni stagione prende la sua strada, vediamo come andrà.
Come sono andati i test di Jerez?
Sono stati un po’ particolari, abbiamo girato con una configurazione di moto 2018 ma non era ancora pronta la moto vera.
Cosa ne pensi del nuovo regolamento?
Credo che penalizzi di più noi, le due cilindri, perché abbiamo l’utilizzo del motore molto ridotto rispetto agli altri. Purtroppo ci hanno fatto fare un salto indietro più importante rispetto ai nostri avversari. Adesso dobbiamo lavorare sodo per recuperare.
Riuscirà a cambiare qualcosa secondo te?
Non in meglio. È facile che le differenze tra le moto si amplino ancora, più che riavvicinarsi. L’unica che ne ha guadagnato è stata la Yamaha, che secondo me era già una moto vincente a fine anno. Non hanno perso niente rispetto al 2017, noi invece abbiamo perso tantissimo e Kawasaki abbastanza. Da quando si è cercato di restringere le modifiche da fare sulle moto, dal 2015, per migliorare lo spettacolo, si è solo fatto peggio. Continuare a dare restrizioni credo che sia la strada più sbagliata che c’è. Secondo me si dovrebbe tornare al 2014, quando almeno quattro o cinque moto diverse si giocavano le vittorie tutte le domeniche, dove c’era più libertà di lavorare.
Cosa ne pensi della Panigale V4?
È una moto nuova, bisognerà vedere in pista. Io ho provato la stradale ed è una bella moto, è un cambio generazionale per Ducati, cambia proprio la caratteristica di gestione motore. La stradale è una moto incredibile, vediamo quando arriverà la Superbike.
Se Ducati ha cambiato la propria storia passando da un 2 a un 4 cilindri è perché vede che il due cilindri non ha più grandi margini di sviluppo per lottare contro le quattro cilindri.
Come pensi cambierà il rapporto con Chaz dal prossimo anno, quando magari vi darete un po’ più fastidio?
Vivremo un giorno alla volta. Credo che tutto sta nell’intelligenza delle persone. È normale che siamo tutti lì per lo stesso obiettivo, l’importante è avere rispetto reciproco e stare dentro le regole, poi credo che ci sia spazio per buoni rapporti in Superbike.
Come commenti il gioco di squadra in MotoGP tra Lorenzo e Dovizioso?
È sempre difficile analizzare queste situazioni, dipende come ci si arriva. Io personalmente nelle moto sono contrario a queste cose. La classifica piloti si chiama così perché il pilota se lo deve guadagnare. Capisco anche le aziende che devono farlo. Il tutto sta nel punto di vista da cui si guardano le cose. In Italia si guarda sempre il lato negativo, quindi Lorenzo avrebbe potuto aiutare Dovizioso solo lasciandolo passare, ma se invece lui avesse per assurdo fatto cadere i primi due, avrebbe aiutato Dovizioso, ma nessuno ha tirato fuori questa ipotesi. Comunque non farai mai bene per tutti, quindi per me lascia il tempo che trova.
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