Mario Lega, buon compleanno Mondiale
Il 7 agosto di 36 anni fa il romagnolo coronava il sogno iridato, salendo sul terzo gradino del podio in Cecoslovacchia: a favorirlo fu la rivalità di Walter Villa e Franco Uncini, il Vecchio Leone e il giovane rampante, in seno alla stessa squadra. La storia di una passione mai abbandonata (anche oggi!), al pari del lavoro da operatore SIP, e ancora oggi attuale
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Tra i due litiganti...
Brno, anno di grazia 1977. Il 7 agosto va in scena la quarto di litro, un affare tutto italiano: in lizza per la vittoria di tappa, che può valere il titolo, c'è un duo che poco si sopporta. Walter Villa è un'enciclopedia della meccanica prestato con ottimi successi al pilotaggio, Campione del Mondo in carica tanto per la 250 quanto per la 350. Quattro sono i Mondiali già conquistati in carriera, con il quinto nel mirino per prepararsi, a 34 anni, un legittimo canto del cigno. Franco Uncini, marchigiano mingherlino appena ventiduenne, è il suo scomodo e talentuoso compagno di squadra nella Harley-Davidson: arriva da una Yamaha privata e non è che abbia gran voglia di lasciargli il passo. Guida con leggerezza: qualche tempo dopo, chiamato a fronteggiare i fenomeni statunitensi in 500, avrebbe detto: “La moto va guidata, non spezzata”. Un concetto che, nel 1982, lo avrebbe fatto diventare l'ultimo Campione del Mondo prima di Valentino Rossi: non poco, a dire il vero.
Il terzo incomodo è un operatore della SIP di Lugo, e quindi romagnolo DOC: con Villa è un derby regionale acceso, con Uncini una specie di tacita alleanza contro il Vecchio Leone. Tra un telefono e l'altro, si trova a correre il Mondiale da qualche anno, prima da privato e poi da ufficiale per la Morbidelli. Ufficiale per una squadra italiana che, tuttavia, non ha la disponibilità della MV Agusta appena orfana del Divino Ago: quindi, meglio mantenere la busta paga da impiegato, non si sa mai... Il suo nome è Mario Lega, e fino ad allora ha corso su una Yamaha privata in 250 e in 350, se si escludono sporadiche e infruttuose apparizioni nella classe regina. Nell'italiano ha battuto a più riprese Agostini: non è uno qualunque, anzi. E' uno dei tanti piloti che aspettano una chance, quella che si presenta una volta sola. Stavolta, Lega ce l'ha a portata di mano. Ed è tra i pochi a non farsela sfuggire.
Il giorno di gloria in Jugoslavia
Il romagnolo arriva a Brno con 75 punti in classifica: la stagione è iniziata come tante altre, con la solita Yamaha privata e un nono posto in Venezuela. Poi la chiamata da ufficiale alla Morbidelli, e per una volta la SIP non c'entra. Il crescendo è di quelli che non passano inosservati: non marca punti in Germania e in Austria, poi è secondo in Italia, quinto in Spagna, quarto in Francia, vincitore in Jugoslavia domando il terribile circuito di Abbazia e conseguendo finalmente il primo successo in un Gran Premio, quinto in Olanda e terzo in Belgio. Un regolarista, viene da pensare di Mario Lega. Ma un regolarista di lusso, lucido e con una prospettiva iridata cui egli stesso non avrebbe pensato all'inizio della stagione. Già, perché tra Villa e Uncini l'amore non è che sia sbocciato, tutt'altro: i due si levano punti a vicenda, e sullo score del modenese pesano come macigni cinque mancati arrivi a punti consecutivi.
Uncini, furia ceca
A quattro gare dal termine, il Gran Premio di Svezia conferma che il sogno mondiale di Lega è concreto: vince la Kawasaki di Mick Grant, e il romagnolo è secondo. Il bottino di punti è cospicuo, e ora va solo difeso con le unghie e con i denti. In Finlandia, ad esempio: Lega è settimo, mentre Villa torna a vincere dopo il Venezuela e il Belgio. La partita va chiusa a Brno, in Cecoslovacchia: al modenese serve un'altra vittoria per sferrare l'attacco decisivo in Gran Bretagna, nella tappa finale del Campionato. Come sia andata lo racconta la foto del podio: Uncini fa lo sgambetto al compagno di squadra e, vincendo, lo taglia fuori dai giochi. Il terzo classificato, Mario Lega, è Campione del Mondo.
Tradito dalla SIP
Per il 1978 pare che lo voglia la Kawasaki, intenzionata a vincere la quarto di litro: il telefono squilla ma Mario Lega non risponde. Protagonismo da neocampione del mondo? Macché: irreperibilità da ferie. Mario Lega è in vacanza, e così il duo delle verdone viene composto da Ballington e da Hansford, che si aggiudicano facilmente il titolo. Sin troppo, se si ricorda l'impresa di un romagnolo tutto "mutur" e compagnia telefonica di Stato, ancor oggi nell'ambiente delle due ruote e per sempre Campione del Mondo.
Brno, anno di grazia 1977. Il 7 agosto va in scena la quarto di litro, un affare tutto italiano: in lizza per la vittoria di tappa, che può valere il titolo, c'è un duo che poco si sopporta. Walter Villa è un'enciclopedia della meccanica prestato con ottimi successi al pilotaggio, Campione del Mondo in carica tanto per la 250 quanto per la 350. Quattro sono i Mondiali già conquistati in carriera, con il quinto nel mirino per prepararsi, a 34 anni, un legittimo canto del cigno. Franco Uncini, marchigiano mingherlino appena ventiduenne, è il suo scomodo e talentuoso compagno di squadra nella Harley-Davidson: arriva da una Yamaha privata e non è che abbia gran voglia di lasciargli il passo. Guida con leggerezza: qualche tempo dopo, chiamato a fronteggiare i fenomeni statunitensi in 500, avrebbe detto: “La moto va guidata, non spezzata”. Un concetto che, nel 1982, lo avrebbe fatto diventare l'ultimo Campione del Mondo prima di Valentino Rossi: non poco, a dire il vero.
Il terzo incomodo è un operatore della SIP di Lugo, e quindi romagnolo DOC: con Villa è un derby regionale acceso, con Uncini una specie di tacita alleanza contro il Vecchio Leone. Tra un telefono e l'altro, si trova a correre il Mondiale da qualche anno, prima da privato e poi da ufficiale per la Morbidelli. Ufficiale per una squadra italiana che, tuttavia, non ha la disponibilità della MV Agusta appena orfana del Divino Ago: quindi, meglio mantenere la busta paga da impiegato, non si sa mai... Il suo nome è Mario Lega, e fino ad allora ha corso su una Yamaha privata in 250 e in 350, se si escludono sporadiche e infruttuose apparizioni nella classe regina. Nell'italiano ha battuto a più riprese Agostini: non è uno qualunque, anzi. E' uno dei tanti piloti che aspettano una chance, quella che si presenta una volta sola. Stavolta, Lega ce l'ha a portata di mano. Ed è tra i pochi a non farsela sfuggire.
Il giorno di gloria in Jugoslavia
Il romagnolo arriva a Brno con 75 punti in classifica: la stagione è iniziata come tante altre, con la solita Yamaha privata e un nono posto in Venezuela. Poi la chiamata da ufficiale alla Morbidelli, e per una volta la SIP non c'entra. Il crescendo è di quelli che non passano inosservati: non marca punti in Germania e in Austria, poi è secondo in Italia, quinto in Spagna, quarto in Francia, vincitore in Jugoslavia domando il terribile circuito di Abbazia e conseguendo finalmente il primo successo in un Gran Premio, quinto in Olanda e terzo in Belgio. Un regolarista, viene da pensare di Mario Lega. Ma un regolarista di lusso, lucido e con una prospettiva iridata cui egli stesso non avrebbe pensato all'inizio della stagione. Già, perché tra Villa e Uncini l'amore non è che sia sbocciato, tutt'altro: i due si levano punti a vicenda, e sullo score del modenese pesano come macigni cinque mancati arrivi a punti consecutivi.
Uncini, furia ceca
A quattro gare dal termine, il Gran Premio di Svezia conferma che il sogno mondiale di Lega è concreto: vince la Kawasaki di Mick Grant, e il romagnolo è secondo. Il bottino di punti è cospicuo, e ora va solo difeso con le unghie e con i denti. In Finlandia, ad esempio: Lega è settimo, mentre Villa torna a vincere dopo il Venezuela e il Belgio. La partita va chiusa a Brno, in Cecoslovacchia: al modenese serve un'altra vittoria per sferrare l'attacco decisivo in Gran Bretagna, nella tappa finale del Campionato. Come sia andata lo racconta la foto del podio: Uncini fa lo sgambetto al compagno di squadra e, vincendo, lo taglia fuori dai giochi. Il terzo classificato, Mario Lega, è Campione del Mondo.
Tradito dalla SIP
Per il 1978 pare che lo voglia la Kawasaki, intenzionata a vincere la quarto di litro: il telefono squilla ma Mario Lega non risponde. Protagonismo da neocampione del mondo? Macché: irreperibilità da ferie. Mario Lega è in vacanza, e così il duo delle verdone viene composto da Ballington e da Hansford, che si aggiudicano facilmente il titolo. Sin troppo, se si ricorda l'impresa di un romagnolo tutto "mutur" e compagnia telefonica di Stato, ancor oggi nell'ambiente delle due ruote e per sempre Campione del Mondo.
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Che già non scherzano...
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