Dakar 2025: sarà un'edizione tosta, con tante novità
Cinque tappe separate tra auto e moto, più una marathon e una crono di 48 ore: si preannuncia grande spettacolo. Honda si presenta con uno squadrone, KTM a ranghi ridotti
La Dakar è il più importante e conosciuto rally al mondo, si disputa dal 1979 ed è la gara più ambita sia dai piloti professionisti, che hanno l'obiettivo di vincerla, che dagli amatori, per i quali già arrivare al traguardo una volta nella vita è la realizzazione di un sogno. La prossima edizione si disputerà dal 3 al 17 gennaio in Arabia Saudita, che ospita la maratona del deserto dal 2020. Tante le novità e grande la partecipazione degli italiani, da sempre protagonisti.
Tante novità sul percorso
La Dakar, dopo i canonici due giorni dedicati alle verifiche tecniche e amministrative, partirà il 3 gennaio dal bivacco di Bisha, con un prologo di 80 chilometri. La maratona terminerà due settimane più tardi, il 17, a Shubaitah, con una tappa che prevede una partenza di gruppo per la “parata” finale. In totale le tappe saranno 12, 8mila i chilometri di percorso e 5mila quelli di speciale.
La prima tappa sarà un anello intorno a Bisha, così come la seconda, che però sarà la temuta 48h Crono: in buona sostanza i concorrenti dovranno affrontare ben 1067 chilometri totali di sabbia, piste e dune, spezzati da una notte al bivacco nel mezzo del deserto tra la prima e la seconda giornata. Il percorso prevede la bellezza di 965 chilometri di speciale. La terza tappa porterà i concorrenti ad Al Henakiyah, verso il nord del paese e sarà una sorta di trasferimento, ma le difficoltà saranno solo rimandate di poco. La tappa marathon andrà in scena come quarto-quinto stage, con epicentro Al Ula e non ci sarà possibilità di assistenza da parte dei meccanici. Sarà un altro momento cruciale del rally: i piloti dovranno gestire al meglio le gomme, essere preparati a effettuare eventuali interventi di manutenzione sulle moto e cercare di conservare le energie in una due giorni che li metterà a dura prova anche sotto il profilo della navigazione, per oltre 800 chilometri di ps.
Dopo il giorno di riposo a Ha'il, si riprenderà con la sesta tappa fino ad Al Duwadimi (ben 829 chilometri, di cui 606 di speciale, prevista una neutralizzazione a metà), dove il giorno seguente si terrà uno stage a loop da 745km, con percorsi separati tra auto e moto, tanta sabbia e navigazione. Di nuovo tracce separate anche per lo stage 8, molto difficile, che porterà i concorrenti fino alla capitale Riyadh. La tappa 9 sarà di nuovo su un unico percorso per auto e moto, con i concorrenti che si muoveranno fino a Haradh, verso l'Empty Quarter. La decima tappa fino a Shubaitah sarà breve ma non semplice e la undicesima avrà le caratteristiche per rimescolare la classifica. I piloti si troveranno infatti nella zona più remota e difficile del deserto saudita: navigare al meglio tra le dune sarà la chiave per non compromettere la propria classifica, o viceversa tentare un grande recupero nell'ultimo loop della Dakar 2025. Anche la giornata finale si terrà a Shubaytah, con avvio mass start in modo da rievocare i tempi i cui l'arrivo del rally portava le moto a bagnare le proprie ruote sulla spiaggia dell'oceano, in Senegal.
Più attenzione alle moto
Alla Dakar 2025 ci saranno ben 5 tappe con percorso separato tra auto e moto, una scelta che è stata presa per evitare le sempre più numerose situazioni di pericolo per le due ruote, con gli ultimi concorrenti che venivano spesso superati da auto e camion. Mancanza di visibilità, rischio di incidenti, percorsi terribilmente scavati, partenze anticipate alla notte per distanziare gli equipaggi: tutte queste problematiche saranno superate dalla separazione dei tracciati.
I favoriti
Il campione in carica Ricky Brabec punta alla terza vittoria personale alla Dakar: sarebbe anche la quarta in sei anni per Honda, che ha confermato il suo squadrone nel momento di maggiore difficoltà per KTM: Pablo Quintanilla, Adrien van Beveren (terzo nel 2024) e Il Baffo Skyler Howes sono tutti andati a podio negli anni passati. In più, sarà schierato con il team Monster Energy anche lo spagnolo Tosha Schareina, che l'anno scorso ha vinto a sorpresa il prologo e che aveva già stupito tutti nel 2021, come secondo miglior rookie e primo dei piloti con moto non ufficiali. Come stanno gli avversari? A ranghi ridotti, ma con una squadra tecnicamente sempre al vertice. I fratelli Kevin e Luciano Benavides rappresenteranno KTM insieme al promettente australiano Daniel Sanders, miglior debuttante quattro anni fa.
Gli outsider
In questa Dakar ci potrà essere più spazio, con prospettive di podio, per i marchi emergenti. L'indiana Hero è uno dei più grandi produttori di moto al mondo, con oltre 8 milioni di mezzi venduti e la metà del mercato nazionale coperto. Alla Dakar per la nona partecipazione sfoggerà la tabella #1 sulla moto di Ross Branch: il pilota del Botswana ha vinto infatti nel 2024 il campionato del mondo rally-raid con la moto indiana. Soprattutto, alla Dakar l'esperto rider si è classificato al secondo posto nella generale con 3 vittorie di tappa, rimanendo in lotta per il successo finale fino alle ultime tappe. Al suo fianco ci saranno anche l'esperto cileno José Cornejo Florimo e Sebastian Bühler. Oltre alla partecipazione di Sherco (Lorenzo Santolino, Rui Goncalves e Harith Noah), va registrato l'ingresso in forze della cinese Kove, già al via l'anno scorso. Quest'anno saranno schierati i piloti “di casa” Sunier Sunier e Deng Liansong, oltre al promettente Mason Klein e agli italiani della malle moto, di cui scriviamo a parte. Saranno schierate anche tre spagnole Rieju (Daniel Nosiglia, Josep Pedró e Marc Calmet) e due Hoto, marchio cinese tutto da scoprire. Ci sarà anche un marchio italiano al via: Fantic Motor replica le passate esperienze con una squadra interessante. La campionessa spagnola Sandra Gomez, vincitrice della categoria femminile in Marocco e prima donna a terminare la massacrante Red Bull Enduro Romaniacs, sostituirà Jane Daniels, in dolce attesa. A completare il team ci saranno due conferme: il promettente francese Jeremy Miroir e il nostro Tommaso Montanari, alla sua terza partecipazione.