Dakar 2022, parte il conto alla rovescia: ben 14 italiani al via tra le moto
Nessuno tra i nostri piloti è però tra i favoriti: la vittoria se la giocano i due squadroni KTM e Honda, con il campione in carica Kevin Benavides passato alla squadra ufficiale KTM. Tra sette giorni gli equipaggi inizieranno ad arrivare a Jeddah, dove rimarranno per le verifiche tecniche e amministrative. Il 1 gennaio ci sarà il prologo, che porterà la carovana fino ad Ha'il, e il giorno successivo scatterà la Dakar vera e propria
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Tra sette giorni gli equipaggi inizieranno ad arrivare a Jeddah, dove rimarranno fino al 31 dicembre per le verifiche tecniche e amministrative. Il 1 gennaio ci sarà il prologo, che porterà la carovana fino ad Ha'il, e il giorno successivo scatterà finalmente la Dakar vera e propria, giunta alla 44esima edizione.
Il percorso
Il direttore del rally David Castera, lo ha affermato davanti a tutti: sabbia, sabbia e ancora tanta sabbia. Alla Dakar vogliono abbassare le medie e sfruttare al meglio lo scenario del deserto saudita, o almeno queste sono le intenzioni della vigilia. Le prime tappe correranno verso sud, con una frazione ad anello subito all'inizio, per poi scendere in altre tre tappe fino a Riyhad dove si svolgerà il secondo loop. Nella capitale ci sarà il giorno di riposo, e poi si riprenderà con una nuova tappa ad anello e altre sei tappe fino a Jeddah (con altri due anelli). 8375 i chilometri totali, 4258 – più della metà-, le speciali. Quale sarà la tappa regina? “La 11 per me è la più complicata – ha spiegato Castera-, con molte dune. La chiave sarà la navigazione”.
L'edizione 2022 della Dakar sarà anche il primo round del nuovo FIA World Cross-Country Rally Championship, già annunciato da ASO all'inizio del 2021.
I favoriti
Rimanendo alla regina dei rally, non manca l'incertezza su chi si potrà imporre tra le moto, anche in virtù di un certo rimescolamento delle carte. Il campione in carica, l'argentino Kevin Benavides, è passato in KTM, dove troverà Toby Price e Mathias Walkner ad attenderlo. Sam Sunderland e Daniel Sanders sono stati “spostati” in GasGas, mentre Husqvarna schiera Skyler Howes e Luciano Benavides, per un totale di sette moto ufficiali uscite da Mattighofen. A queste bisogna aggiungere Danilo Petrucci, in gara con una moto 2021 ma aggregato al factory team.
Honda avrà il suo bel da fare per riuscire a mantenere il titolo in casa, e si affiderà a Ricky Brabec, Pablo Quintanilla, Jose Ignacio Cornejo e Joan Barreda.
Come sempre negli ultimi anni, per Yamaha ci sarà un ruolo da outsider con Adrien van Bereven, Andrew Short e Ross Branch.
Gli italiani
Nutrita la schiera dei nostri portacolori, anche se nessuno di loro sembra in grado di lottare per le posizioni di vertice assoluto. Di Danilo Petrucci abbiamo già detto, a cui si aggiungono Paolo Lucci (Solarys Racing, con un promettente numero 46), Cesare Zacchetti (Malle Moto), Franco Picco (con la debuttante Fantic Motor), Francesco Catanese e Giovanni Gritti (RS Honda), Leonardo Tonelli (Africa Dream Racing), Tiziano Internò, Giovanni Stigliano (JBRally), Lorenzo Piolini, Elio Aglioni, Lorenzo Fanottoli, più Aldo e Andrea Winkler (una leggenda della Dakar con suo figlio). Occhio a Maurizio Gerini, nelle vesti di navigatore per Laia Sanz con la Mini: c'è attesa per una coppia di motociclisti prestati alle quattro ruote e non saranno gli unici: Jacopo Cerutti farà da coequipier a Mashael Alobaidan nella categoria SSV, dove corrono anche Eugenio Amos e Paolo Ceci.
Il percorso
Il direttore del rally David Castera, lo ha affermato davanti a tutti: sabbia, sabbia e ancora tanta sabbia. Alla Dakar vogliono abbassare le medie e sfruttare al meglio lo scenario del deserto saudita, o almeno queste sono le intenzioni della vigilia. Le prime tappe correranno verso sud, con una frazione ad anello subito all'inizio, per poi scendere in altre tre tappe fino a Riyhad dove si svolgerà il secondo loop. Nella capitale ci sarà il giorno di riposo, e poi si riprenderà con una nuova tappa ad anello e altre sei tappe fino a Jeddah (con altri due anelli). 8375 i chilometri totali, 4258 – più della metà-, le speciali. Quale sarà la tappa regina? “La 11 per me è la più complicata – ha spiegato Castera-, con molte dune. La chiave sarà la navigazione”.
L'edizione 2022 della Dakar sarà anche il primo round del nuovo FIA World Cross-Country Rally Championship, già annunciato da ASO all'inizio del 2021.
I favoriti
Rimanendo alla regina dei rally, non manca l'incertezza su chi si potrà imporre tra le moto, anche in virtù di un certo rimescolamento delle carte. Il campione in carica, l'argentino Kevin Benavides, è passato in KTM, dove troverà Toby Price e Mathias Walkner ad attenderlo. Sam Sunderland e Daniel Sanders sono stati “spostati” in GasGas, mentre Husqvarna schiera Skyler Howes e Luciano Benavides, per un totale di sette moto ufficiali uscite da Mattighofen. A queste bisogna aggiungere Danilo Petrucci, in gara con una moto 2021 ma aggregato al factory team.
Honda avrà il suo bel da fare per riuscire a mantenere il titolo in casa, e si affiderà a Ricky Brabec, Pablo Quintanilla, Jose Ignacio Cornejo e Joan Barreda.
Come sempre negli ultimi anni, per Yamaha ci sarà un ruolo da outsider con Adrien van Bereven, Andrew Short e Ross Branch.
Gli italiani
Nutrita la schiera dei nostri portacolori, anche se nessuno di loro sembra in grado di lottare per le posizioni di vertice assoluto. Di Danilo Petrucci abbiamo già detto, a cui si aggiungono Paolo Lucci (Solarys Racing, con un promettente numero 46), Cesare Zacchetti (Malle Moto), Franco Picco (con la debuttante Fantic Motor), Francesco Catanese e Giovanni Gritti (RS Honda), Leonardo Tonelli (Africa Dream Racing), Tiziano Internò, Giovanni Stigliano (JBRally), Lorenzo Piolini, Elio Aglioni, Lorenzo Fanottoli, più Aldo e Andrea Winkler (una leggenda della Dakar con suo figlio). Occhio a Maurizio Gerini, nelle vesti di navigatore per Laia Sanz con la Mini: c'è attesa per una coppia di motociclisti prestati alle quattro ruote e non saranno gli unici: Jacopo Cerutti farà da coequipier a Mashael Alobaidan nella categoria SSV, dove corrono anche Eugenio Amos e Paolo Ceci.
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