Dakar 2018, gli italiani al traguardo sono 6 su 21
Dakar news – Il percorso dell'edizione 2018 è stato molto impegnativo e dei 21 piloti italiani partiti solo 6 sono arrivati al traguardo, a Cordoba, dopo aver superato le tappe nel deserto in Perù, il freddo e l’altitudine in Bolivia e il grande caldo in Argentina. Ecco le loro dichiarazioni all’arrivo
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Off-Road
Gli italiani in Dakar
Gli organizzatori della Dakar avevano promesso un rally molto difficile per la quarantesima edizione e ci sono riusciti: i piloti hanno dovuto affrontare in quelle due settimane esperienze e temperature completamente diverse, passando dal freddo della Bolivia ai 45° dell’Argentina, dal deserto peruviano agli altopiani oltre i 3.000 metri, e proprio per questo non tutti sono riusciti a raggiungere Cordoba. Tra i grandi nomi ritirati ci sono quelli di Joan Barreda e del “nostro” Alessandro Botturi, tirando le somme dei 21 italiani che sono partiti dal Perù, solo 6 sono giunti al traguardo di Cordoba. Jacopo Cerutti è stato il miglior rappresentante italiano nelle moto, con la sua Husqvarna è giunto 20esimo e come riporta la Gazzetta dello Sport ha raccontato: “È stato un rally durissimo per la lunghezza delle tappe e la difficoltà dei terreni. L’obiettivo era arrivare a Cordoba. Conosco le mie potenzialità, ma quest’anno ho preferito giocare un po’ in difesa. Sono soddisfatto di questo risultato, però voglio organizzarmi al meglio e tornare ancora più preparato per puntare ad un miglior piazzamento”. Anche i piloti del Team Solaris, Maurizio Gerini e Fausto Vignola, entrambi al debutto, sono arrivati al traguardo rispettivamente in 22esima e 52esima poisizione. Gerini ha dichiarato: “In realtà è andata benissimo. Mi ero preparato bene ed ho preso un buon ritmo sin dall’inizio. Certo, non è stata facile, soprattutto i primi 5 giorni nel deserto peruviano. Le dune erano altissime e ti senti piccolo piccolo rispetto alla maestosità della natura”. Vignola ha detto: “La Dakar è una sfida con se stessi: sveglia alle 3.30 e giornate infinite. Due settimane di sogno e sofferenza. Ma la cosa bella è che quando finisce, inizi già a pensare come tornare. È stata dura, ma non ho mai mollato”. Al traguardo anche Alessandro Ruoso, 31esimo alla guida della KTM che ha detto: “Non ho avuto modo di provarla prima e non sono riuscito a trovare un buon feeling. È stata una gara in salita”. Infine a portare a termine questa Dakar ce l’ha fatta Livio Metelli, che ha visto il traguardo in 71esima posizione, dopo esser anche stato investito da un’auto e aver corso con la febbre alta. Il “nostro” portacolori ha aggiunto: “Finire è già una vittoria”.
Nella quattro ruote, invece, hanno abbandonato la corsa Eugenio Amos, Stefano Marrini e Maurizio Nassi, mentre a portare alto il tricolore è stato Camelia Liparoti sul suo quad, che ha affermato: “Sono contentissima, questi mezzi sono davvero divertenti da guidare, li consiglio. I SxS, o UTV, sono una vera entry class per chi vuole correre in auto, ma con un budget ben più contenuto”.
Gli organizzatori della Dakar avevano promesso un rally molto difficile per la quarantesima edizione e ci sono riusciti: i piloti hanno dovuto affrontare in quelle due settimane esperienze e temperature completamente diverse, passando dal freddo della Bolivia ai 45° dell’Argentina, dal deserto peruviano agli altopiani oltre i 3.000 metri, e proprio per questo non tutti sono riusciti a raggiungere Cordoba. Tra i grandi nomi ritirati ci sono quelli di Joan Barreda e del “nostro” Alessandro Botturi, tirando le somme dei 21 italiani che sono partiti dal Perù, solo 6 sono giunti al traguardo di Cordoba. Jacopo Cerutti è stato il miglior rappresentante italiano nelle moto, con la sua Husqvarna è giunto 20esimo e come riporta la Gazzetta dello Sport ha raccontato: “È stato un rally durissimo per la lunghezza delle tappe e la difficoltà dei terreni. L’obiettivo era arrivare a Cordoba. Conosco le mie potenzialità, ma quest’anno ho preferito giocare un po’ in difesa. Sono soddisfatto di questo risultato, però voglio organizzarmi al meglio e tornare ancora più preparato per puntare ad un miglior piazzamento”. Anche i piloti del Team Solaris, Maurizio Gerini e Fausto Vignola, entrambi al debutto, sono arrivati al traguardo rispettivamente in 22esima e 52esima poisizione. Gerini ha dichiarato: “In realtà è andata benissimo. Mi ero preparato bene ed ho preso un buon ritmo sin dall’inizio. Certo, non è stata facile, soprattutto i primi 5 giorni nel deserto peruviano. Le dune erano altissime e ti senti piccolo piccolo rispetto alla maestosità della natura”. Vignola ha detto: “La Dakar è una sfida con se stessi: sveglia alle 3.30 e giornate infinite. Due settimane di sogno e sofferenza. Ma la cosa bella è che quando finisce, inizi già a pensare come tornare. È stata dura, ma non ho mai mollato”. Al traguardo anche Alessandro Ruoso, 31esimo alla guida della KTM che ha detto: “Non ho avuto modo di provarla prima e non sono riuscito a trovare un buon feeling. È stata una gara in salita”. Infine a portare a termine questa Dakar ce l’ha fatta Livio Metelli, che ha visto il traguardo in 71esima posizione, dopo esser anche stato investito da un’auto e aver corso con la febbre alta. Il “nostro” portacolori ha aggiunto: “Finire è già una vittoria”.
Nella quattro ruote, invece, hanno abbandonato la corsa Eugenio Amos, Stefano Marrini e Maurizio Nassi, mentre a portare alto il tricolore è stato Camelia Liparoti sul suo quad, che ha affermato: “Sono contentissima, questi mezzi sono davvero divertenti da guidare, li consiglio. I SxS, o UTV, sono una vera entry class per chi vuole correre in auto, ma con un budget ben più contenuto”.
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