Africa Eco Race, partita l'edizione 2025
Con la cerimonia di Monaco è iniziato il rally che ripercorre le tracce della vecchia Parigi-Dakar. L'AER ormai è diventata il terreno di caccia delle bicilindriche e non ci sono solo Aprilia e Yamaha...
L'Africa Eco Race 2025 è ufficialmente iniziata, con la cerimonia di inaugurazione di Monte Carlo. Il podio allestito nel porto di Monaco – come da tradizione- ha salutato la partenza di un'edizione che si prospetta molto interessante sotto diversi punti di vista. Per avere le prime risposte bisognerà solo attendere il 31 dicembre, quando a Tangeri scatterà la prima tappa. Breve e impegnativa la prima prova speciale (47 chilometri), che a detta dei bene informati rappresenterà già un banco di prova capace di fare selezione.
Novità, quelle che servono
Con la Tangeri-Tarda inizierà un lunghissimo viaggio di quasi 6mila chilometri – di cui 3mila500 di speciale, con la prima settimana impegnata ad attraversare tutto il paese nordafricano e la seconda divisa tra Mauritania e Senegal: montagne, piste veloci, immensi erg di dune: il percorso non potrà essere più completo e impegnativo, fino all'arrivo al mitico Lac Rose di Dakar, il 12 gennaio.
Il favorito dell'edizione 2025 porta la tabella numero uno del vincitore della passata edizione: Jacopo Cerutti (Aprilia Tuareg Rally) difenderà il trofeo – primo italiano a vincerlo su moto italiana dal 1994- dagli assalti di Alessandro Botturi e Pol Tarres (Yamaha Ténéré). Cerutti avrà due compagni a supportarlo: Francesco Montanari e Marco Menichini, giovani e con la grinta giusta per provare a togliersi qualche soddisfazione, senza rischiare però di diventare un problema per il caposquadra. Il campione in carica misura gli avversari: “Botturi e Tarres hanno molta esperienza e faranno gioco di squadra, dovrò fare molta attenzione alla navigazione per batterli”. I due contendenti l'anno scorso sono riusciti a tenere Cerutti sotto pressione fino all'ultima tappa. “Credo che quest'anno la lotta sarà un po' più allargata – spiega Botturi, già due volte vincitore dell'AER- e le partenze a tre minuti porteranno ad avere più ribaltamenti di classifica”. “In Marocco ha piovuto molto e troveremo terreni difficili – chiude il compagno di squadra spagnolo- faremo di tutto per vincere”.
L'allungamento degli intervalli di partenza (per i primi dieci) dovrebbe garantire maggiore importanza alla navigazione: quel minuto in più rispetto al passato lascerà i concorrenti più soli con le proprie decisioni, e si dovrebbero formare meno gruppetti. Tra gli outsider vanno tenuti in considerazione l'esperto norvegese Pal Anders Ullevalseter (KTM 450 Rally) e Giovanni Gritti (Honda CRF 450) con le più leggere monocilindriche quattroemezzo.
Il punto tecnico
Le due moto più performanti presentano piccole modifiche: Aprilia può contare su diverse masse volaniche e corpi farfallati, principalmente perché la versione Rally già di serie ha un motore rivisto e più pronto. Yamaha ha provato diverse novità in autunno, anche se dal Marocco i tecnici sono tornati con buone impressioni, ma un chilometraggio non sufficiente a deliberare le nuove parti.
Per gli appassionati non mancheranno a ogni modo gustose novità: a cominciare dalla Kove 800 X Rally di Matteo Bottino, che presenta un motore fin troppo potente (un centinaio di cavalli) e un peso che non arriva a 180 chili. Certo, il deserto metterà a dura prova l'affidabilità. Ci sarà poi ancora una volta Joan Pedrero con la Harley-Davidson Pan America 1250, ancora una volta con la moto rigorosamente di serie. I bicilindrici insomma stanno prendendo sempre più piede: non si possono più considerare operazioni nostalgia e sono invece una tendenza che il mercato sta imponendo al mondo delle gare. Non senza digressioni “romantiche”: prendete Mirco Bettini, che è partito con una Suzuki V-Strom 800 DE. Non sarà un'impresa facile, ma d'altronde l'Africa Eco Race non è per chi cerca una vita tranquilla...