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Yamaha, 88 milioni di euro per la guida autonoma

Yamaha ha annunciato un ulteriore investimento nei sistemi di guida autonoma, questa volta focalizzato sul sistema operativo open source Autoware. Tecnologia che, in futuro, potrebbe essere applicata verosimilmente anche agli scooterini per uso urbano
Verso il self-riding
Dopo i primi progetti di moto-robt mostrati nel 2016 e poi nel 2019, Yamaha continua a lavorare sui sistemi di guida autonoma e recentemente ha annunciato un ulteriore investimento in questa tecnologia.
La casa di Iwata infatti ha deciso di essere tra i leader nello sviluppo del software Autoware, il primo sistema operativo di guida autonoma (OS) open source, che secondo i progettisti è "impegnato a "democratizzare" la guida autonoma in modo che chiunque possa contribuire al progresso di questa tecnologia”.
Insieme con Bridgestone e altri investitori, Yamaha ha contribuito a portare l'investimento totale a 12,1 miliardi di yen (circa 88 milioni di euro).
La Casa giapponese ha spiegato che la tecnologia di guida autonoma che sta sviluppando con gli altri partner mira alla "guida automatizzata a bassa velocità in condizioni specifiche". Questo porta a credere che attualmente Yamaha non stia guardando alla tecnologia autonoma per le moto, tuttavia, è logico ipotizzare che non investirebbe in una tale tecnologia se non pensasse che, alla fine, possa essere applicabile ai propri prodotti.
Infatti, mentre il self-driving non avrebbe molto senso su una Ténéré 700 o una R1, ad esempio, potrebbe invece funzionare su qualcosa di più molto più basico, in cui il divertimento è meno importante. Un Neos elettrico, per esempio, o mezzi simili: quindi scooter per l’uso urbano, che non richiedono un’importante esperienza di guida. Insomma, a questo punto, sembra inevitabile che il "self-riding" arrivi sulle due ruote, almeno come opzione.
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