Ural "soffre" la guerra in Ucraina: la produzione si sposta in Kazakistan
Le difficoltà di approvvigionamento derivanti dalle pesanti sanzioni imposte a Mosca a seguito dell’invasione dell'Ucraina, spingono Ural oltre confine. L’azienda russa sposterà la catena di montaggio a Petropavlovsk in Kazakistan. L’occasione servirà anche per “aggiornare” e migliorare i processi produttivi
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Industria e finanza
Ural trasloca
Fondata nel 1941, la IMZ-Ural (Irbitskiy Mototsiketniy Zavod) in oltre 70 anni di storia si è guadagnata un posto di primo piano nella produzione di sidecar. Il suo percorso non è stato né semplice né lineare, considerando che, durante la seconda guerra mondiale, i nazisti fecero trasferire gli impianti di Mosca a Irbit, e quelli di Leningrado e Kharkiv a Gorkii. “Convertitasi” alla produzione di mezzi civili (prima erano solo per l’esercito), la Ural esporta oggi in (quasi) tutti i paesi del mondo, con produzione sempre nello stabilimento di Irbit. Le cose cambieranno tuttavia di qui ai prossimi mesi, considerato che, come annunciato dall’azienda stessa, la produzione dovrà per forza di cose spostarsi al di fuori dei confini nazionali. Le difficoltà di approvvigionamento derivanti dalle pesanti sanzioni imposte a Mosca a seguito dell’invasione dell’Ucraina, hanno infatti obbligato la casa a spostare la catena di montaggio a circa 600 km dall’attuale sede di Irbit e, più precisamente, nella città di Petropavlovsk in Kazakistan. "Abbiamo impiegato 20 anni a inserirci nell'economia globale - ha spiegato Ilya Khait, CEO di IMZ-Ural -. È stato un processo molto lungo, difficile e costoso per allontanarsi dalla fabbrica in stile sovietico di Irbit, che faceva tutto internamente e non lo faceva molto bene, per diventare più moderni e acquistare i migliori componenti”. Khait ha però sottolineato che, mentre alcuni macchinari verranno trasferiti dall’attuale stabilimento di Irbit a quello nuovo in Kazakistan, altri saranno di contro nuovi di zecca, accennando così alle opportunità di “aggiornamento” connesse al trasloco della fabbrica.
Fondata nel 1941, la IMZ-Ural (Irbitskiy Mototsiketniy Zavod) in oltre 70 anni di storia si è guadagnata un posto di primo piano nella produzione di sidecar. Il suo percorso non è stato né semplice né lineare, considerando che, durante la seconda guerra mondiale, i nazisti fecero trasferire gli impianti di Mosca a Irbit, e quelli di Leningrado e Kharkiv a Gorkii. “Convertitasi” alla produzione di mezzi civili (prima erano solo per l’esercito), la Ural esporta oggi in (quasi) tutti i paesi del mondo, con produzione sempre nello stabilimento di Irbit. Le cose cambieranno tuttavia di qui ai prossimi mesi, considerato che, come annunciato dall’azienda stessa, la produzione dovrà per forza di cose spostarsi al di fuori dei confini nazionali. Le difficoltà di approvvigionamento derivanti dalle pesanti sanzioni imposte a Mosca a seguito dell’invasione dell’Ucraina, hanno infatti obbligato la casa a spostare la catena di montaggio a circa 600 km dall’attuale sede di Irbit e, più precisamente, nella città di Petropavlovsk in Kazakistan. "Abbiamo impiegato 20 anni a inserirci nell'economia globale - ha spiegato Ilya Khait, CEO di IMZ-Ural -. È stato un processo molto lungo, difficile e costoso per allontanarsi dalla fabbrica in stile sovietico di Irbit, che faceva tutto internamente e non lo faceva molto bene, per diventare più moderni e acquistare i migliori componenti”. Khait ha però sottolineato che, mentre alcuni macchinari verranno trasferiti dall’attuale stabilimento di Irbit a quello nuovo in Kazakistan, altri saranno di contro nuovi di zecca, accennando così alle opportunità di “aggiornamento” connesse al trasloco della fabbrica.
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