Triumph sposta la produzione in Thailandia
Triumph sposterà la produzione di buona parte dei modelli in gamma negli stabilimenti di Chonbouri, in Thailandia. Già “ridotta” a solo il 10% del totale, la produzione su suolo inglese si assottiglierà ulteriormente a soli 4.500 esemplari l’anno. In compenso, è prevista una crescita nel reparto Ricerca e Sviluppo che rimarrà in Inghilterra
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Triumph va in Thailandia
L’intera gamma Triumph sarà in futuro prodotta in Thailandia a rivelarlo è stata la stessa casa inglese, specificando però che il Dipartimento Ricerca e Sviluppo e la produzione della gamma TFC - Triumph Factory Custom rimarranno in Inghilterra. Non si tratta comunque di un fulmine a ciel sereno, considerando che la produzione su suolo inglese è attualmente pari a solo il 10% del totale, equivalente a circa 6.500 veicoli all’anno su una produzione complessiva di 65.000 unità. Tuttavia, il recente annuncio farà ulteriormente calare i numeri, che si abbasseranno a soli 4.500 modelli prodotti Oltremanica tra Bobber TFC, Thruxton TFC e Rocket 3 TFC.
A rischio ci sarebbero quindi le osizioni di 50 dipendenti, riguardo ai quali Triumph ha però sottolineato la propria intenzione di mantenerli impiegati, seppur in ruoli diversi. Destinato a crescere, il Reparto Ricerca e Sviluppo potrebbe essere utile ad assorbirne almeno una parte, ma in tal senso di dichiarazioni ufficiali non ne sono ancora arrivate.
È facile immaginare che la scelta sia stata dettata dal costo del lavoro inglese, decisamente più alto di quello in Thailandia, nonché per evitare che i costi della Brexit incidessero eccessivamente sui prezzi dei nuovi modelli Triumph.
Brexit a parte, in ogni caso, che l'Asia potesse essere destinata a diventare il nuovo quartier generale di Triumph (in termini di produzione) lo si poteva immaginava da tempo o, perlomeno, da quando la Casa inglese aveva annunciato l’accordo stretto con il gigante indiano Bajaj. Partnership fortemente voluta per affermarsi anche sui mercati orientali.
È facile immaginare che la scelta sia stata dettata dal costo del lavoro inglese, decisamente più alto di quello in Thailandia, nonché per evitare che i costi della Brexit incidessero eccessivamente sui prezzi dei nuovi modelli Triumph.
Brexit a parte, in ogni caso, che l'Asia potesse essere destinata a diventare il nuovo quartier generale di Triumph (in termini di produzione) lo si poteva immaginava da tempo o, perlomeno, da quando la Casa inglese aveva annunciato l’accordo stretto con il gigante indiano Bajaj. Partnership fortemente voluta per affermarsi anche sui mercati orientali.
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