Triumph, parte della produzione tornerà a Hinckley
Attualmente dalle linee produttive dello stabilimento Triumph a Hinckley esce solo il 10% delle moto prodotte dalla casa inglrse. Le cose però potrebbero presto cambiare per “assorbire” parte del carico di lavoro degli stabilimenti in Thailandia. L’idea è quella di triplicare la produzione “made in Britain”
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Industria e finanza
Triumph “torna” a Hinckley
A inizio 2020, ve lo spiegavamo qui, Triumph aveva per ragioni commerciali ed economiche sposato gran parte della produzione nello stabilimento tailandese di Chonbouri, “alleggerendo” ulteriormente il lavoro su suolo inglese, che da tempo ormai sfiorava a malapena il 10% del totale.
Le cose potrebbero tuttavia cambiare di qui ai prossimi mesi: a rivelarlo sono alcune indiscrezioni pubblicate dai colleghi inglesi di MCN, secondo cui le linee di montaggio di Hinckley attualmente utilizzate per il solo assemblaggio dei pezzi verranno messe di nuovo al lavoro al fine di alleggerire le fabbriche thailandesi, già al limite della loro capacità produttiva. Un carico di lavoro che, va evidenziato, non dipende solo ed unicamente dalla mole di moto realizzate a Chonbouri, ma anche dalle difficoltà di approvvigionamento dei materiali, che in Asia si sta facendo sentire sempre più insistentemente. Stando così le cose, la capacità produttiva dello stabilimento di Hinckley dovrebbe pertanto passare entro la fine del 2022 dalle attuali 4.500 a circa 15.000 moto all’anno. Significa un ritorno alle Triumph “made in Britain”? Non esattamente, considerando che numerose componenti continueranno ad arrivare in Inghilterra pre assemblate in Thailandia. Ciò non toglie tuttavia che l’idea di riconsegnare a Hinckley un ruolo primario nella produzione Triumph rimane per molti fan e appassionati (nonchè per i lavoratori impegnati nello stabilimento inglese) un’ottima notizia.
Le cose potrebbero tuttavia cambiare di qui ai prossimi mesi: a rivelarlo sono alcune indiscrezioni pubblicate dai colleghi inglesi di MCN, secondo cui le linee di montaggio di Hinckley attualmente utilizzate per il solo assemblaggio dei pezzi verranno messe di nuovo al lavoro al fine di alleggerire le fabbriche thailandesi, già al limite della loro capacità produttiva. Un carico di lavoro che, va evidenziato, non dipende solo ed unicamente dalla mole di moto realizzate a Chonbouri, ma anche dalle difficoltà di approvvigionamento dei materiali, che in Asia si sta facendo sentire sempre più insistentemente. Stando così le cose, la capacità produttiva dello stabilimento di Hinckley dovrebbe pertanto passare entro la fine del 2022 dalle attuali 4.500 a circa 15.000 moto all’anno. Significa un ritorno alle Triumph “made in Britain”? Non esattamente, considerando che numerose componenti continueranno ad arrivare in Inghilterra pre assemblate in Thailandia. Ciò non toglie tuttavia che l’idea di riconsegnare a Hinckley un ruolo primario nella produzione Triumph rimane per molti fan e appassionati (nonchè per i lavoratori impegnati nello stabilimento inglese) un’ottima notizia.
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