Trenord, stop alle bici sui treni
I responsabili del servizio ferroviario passeggeri della regione Lombardia hanno diramato una nota con il quale si comunica l’interruzione della possibilità di accedere sulle carrozze con le bici, escluse quelle pieghevoli. La decisione sarebbe stata resa necessaria “dal fenomeno dei riders che impediscono di garantire il distanziamento tra le persone”
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In vigore dal 3 giugno?
“Troppe biciclette a bordo dei treni, impossibile ormai garantire la sicurezza e le norme sul distanziamento”. Con un breve nota stampa i responsabili di Trenord, la società di trasporto ferroviario passeggeri della regione Lombardia, ha annunciato la sospensione del servizio di trasporto bici sui vagoni, quello che la stessa azienda definisce “una bella combinazione che offre vantaggi nel quotidiano e nel tempo libero”. La decisione sarebbe da imputare al “fenomeno dei riders metropolitani che ha raggiunto livelli numerici insostenibili a ogni ora del giorno. Si verificano veri e propri “assalti ai treni” con centinaia di biciclette, che pregiudicano la sicurezza dell’esercizio ferroviario e rendono impossibile il mantenimento delle distanze imposte per il post-Covid-19 fra i posti disponibili”. Il problema, secondo i responsabili di Trenord, sarebbe soprattutto della mancanza del rispetto delle regole, ossia dell’impossibilità di fare accedere più di 5 bici per carrozza, e della difficoltà del personale ferroviario di farle rispettare. Motivazioni che lasciano qualche perplessità, in primo luogo perché lo spazio all’interno dei treni dovrebbe essere aumentano in questo periodo proprio per le norme anti contagio imposte dall’emergenza coronavirus. I posti utilizzabili sulle carrozze sono del 50% per quelli a sedere e appena del 15% per quelli in piedi, percentuali che renderebbero possibile ospitare anche qualche ciclo in più rispetto al passato. Inoltre, la disposizione appare in disarmonia con tutte le politiche avviate per la Fase 2 del Covid-19 che prevedono provvedimenti per favorire la mobilità ciclabile.
Cosa cambierà
Vanno in questa direzione il bonus mobilità e le modifiche al Codice della Strada previste dal Governo, nonché i piani dei Comuni, compreso quello di Milano, per potenziare le ciclabili e agevolare gli spostamenti a pedali, ritenuti più sicuri in termini di distanziamento e auspicabili per contrastare un traffico in aumento dovuto proprio alla minore disponibilità di posti sui mezzi pubblici. Il provvedimento di Trenord appare in contrasto pure con le decisioni attuate dai dirigenti di Trenitalia che non pongono limiti di numero di bici presenti sui treni e incoraggiano l’integrazione treno-bici con l’estensione della gratuità del trasporto delle bici pieghevoli su tutti i treni regionali anche a monopattini e affini. Infine, risulta poco comprensibile che la difficoltà di contrasto di un fenomeno emergente sia risolto con un diniego (si sarebbe potuto aumentare le carrozze con apposite aree per il trasporto di cicli) che penalizza non soltanto i riders, ma tutti i pendolari che scelgono di recarsi al lavoro con l’intermobilità e i cicloturisti che usano il servizio nel fine settimana per scopi ludici. È da ricordare che il trasporto bici sui convogli Trenord è ancora consentito sui treni dotati di appositi spazi per le biciclette (che sono pochi) e resta possibile il viaggiare con “biciclette pieghevoli, monopattini e mezzi simili non ingombranti, con dimensioni non superiori a 80x120x45cm”. Resta un po’ di confusione sui tempi di applicazione del provvedimento: in un circolare interna è indicato il 3 giugno come giorno attuazione mentre nella nota stampa si comunica che “nei prossimi giorni saranno comunicati i treni su cui sarà possibile portare biciclette a bordo”.
“Troppe biciclette a bordo dei treni, impossibile ormai garantire la sicurezza e le norme sul distanziamento”. Con un breve nota stampa i responsabili di Trenord, la società di trasporto ferroviario passeggeri della regione Lombardia, ha annunciato la sospensione del servizio di trasporto bici sui vagoni, quello che la stessa azienda definisce “una bella combinazione che offre vantaggi nel quotidiano e nel tempo libero”. La decisione sarebbe da imputare al “fenomeno dei riders metropolitani che ha raggiunto livelli numerici insostenibili a ogni ora del giorno. Si verificano veri e propri “assalti ai treni” con centinaia di biciclette, che pregiudicano la sicurezza dell’esercizio ferroviario e rendono impossibile il mantenimento delle distanze imposte per il post-Covid-19 fra i posti disponibili”. Il problema, secondo i responsabili di Trenord, sarebbe soprattutto della mancanza del rispetto delle regole, ossia dell’impossibilità di fare accedere più di 5 bici per carrozza, e della difficoltà del personale ferroviario di farle rispettare. Motivazioni che lasciano qualche perplessità, in primo luogo perché lo spazio all’interno dei treni dovrebbe essere aumentano in questo periodo proprio per le norme anti contagio imposte dall’emergenza coronavirus. I posti utilizzabili sulle carrozze sono del 50% per quelli a sedere e appena del 15% per quelli in piedi, percentuali che renderebbero possibile ospitare anche qualche ciclo in più rispetto al passato. Inoltre, la disposizione appare in disarmonia con tutte le politiche avviate per la Fase 2 del Covid-19 che prevedono provvedimenti per favorire la mobilità ciclabile.
Cosa cambierà
Vanno in questa direzione il bonus mobilità e le modifiche al Codice della Strada previste dal Governo, nonché i piani dei Comuni, compreso quello di Milano, per potenziare le ciclabili e agevolare gli spostamenti a pedali, ritenuti più sicuri in termini di distanziamento e auspicabili per contrastare un traffico in aumento dovuto proprio alla minore disponibilità di posti sui mezzi pubblici. Il provvedimento di Trenord appare in contrasto pure con le decisioni attuate dai dirigenti di Trenitalia che non pongono limiti di numero di bici presenti sui treni e incoraggiano l’integrazione treno-bici con l’estensione della gratuità del trasporto delle bici pieghevoli su tutti i treni regionali anche a monopattini e affini. Infine, risulta poco comprensibile che la difficoltà di contrasto di un fenomeno emergente sia risolto con un diniego (si sarebbe potuto aumentare le carrozze con apposite aree per il trasporto di cicli) che penalizza non soltanto i riders, ma tutti i pendolari che scelgono di recarsi al lavoro con l’intermobilità e i cicloturisti che usano il servizio nel fine settimana per scopi ludici. È da ricordare che il trasporto bici sui convogli Trenord è ancora consentito sui treni dotati di appositi spazi per le biciclette (che sono pochi) e resta possibile il viaggiare con “biciclette pieghevoli, monopattini e mezzi simili non ingombranti, con dimensioni non superiori a 80x120x45cm”. Resta un po’ di confusione sui tempi di applicazione del provvedimento: in un circolare interna è indicato il 3 giugno come giorno attuazione mentre nella nota stampa si comunica che “nei prossimi giorni saranno comunicati i treni su cui sarà possibile portare biciclette a bordo”.
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