Test MotoGP: sviluppo continuo a Barcellona, telai nuovi per Honda, Ducati e Suzuki
Tutti cercano il migliore accoppiamento possibile con le gomme. Yamaha lavora sull'elettronica, mentre sia Dall'Igna che i tecnici Hrc si lanciano in nuove soluzioni per le coperture dei serbatoi: ricerca di una migliore ergonomia o sviluppo aerodinamico nel dettaglio?
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Se c'è qualcosa che delinea in maniera netta una supposta tendenza della MotoGP a diventare come la F1, quel qualcosa emerge chiaramente dai test. Lunedì al Montmelò un po' tutti hanno portato novità, sia in ottica 2019 che 2020. Il livello di sviluppo tecnologico della MotoGP ha raggiunto tempistiche impensabili solo qualche anno fa, quando si potevano vedere telai nuovi a giugno solo per correre al riparo in caso di errori macroscopici commessi in fase di progettazione: a Barcellona invece Honda, Ducati e Suzuki avevano da provare telai diversi in tutto o in parte, oltre a ulteriori novità in altri comparti. Tutte le case in questo momento lavorano molto sui frame: una conferma di come la ricerca del perfetto accoppiamento tra gomma e moto passi ancora in gran parte dalla modifica della rigidezza delle strutture, ma anche di come questo lavoro sia ormai sostanzialmente continuo.
Hrc mostra i muscoli
La Honda ha fatto la voce grossa: Lorenzo e Nakagami avevano due moto differenti, Marquez addirittura tre. Nel box Hrc ha fatto la sua comparsa un telaio con una vistosa copertura in carbonio, ma anche differenti alette: il tutto mixato in diverse combinazioni che il 93 ha provato come sempre senza risparmiarsi (80 giri). In Honda si lavora anche sull'elettronica per armonizzare prestazioni della moto e consumo della gomma, vista la notevole potenza espressa dal motore 2019. L'impressione è che lo sviluppo in vista dell'anno prossimo sia già in una fase più che iniziale, un altro vantaggio rispetto agli avversari.
Ducati alla ricerca del turning
Clima di ottimismo anche in Ducati, con Petrucci al lavoro per cercare soluzioni aerodinamiche che lo aiutino a entrare meglio in carena: vista la corporatura tra le più importanti della MotoGP, Danilo deve trovare il modo di rimanere più coperto per non perdere velocità nei rettilinei. Il ternano a Barcellona ha svolto anche positivi test di modifica delle geometrie sulla Desmosedici, che lo avrebbero aiutato a ingentilire il comportamento della moto. Dall'Igna ha portato anche un telaio modificato, con una fodera in carbonio. La soluzione è stata promossa da entrambi gli ufficiali, che ne hanno apprezzato le reazioni nelle curve di percorrenza, riscontrando una maggiore facilità nella percorrenza. Novità anche per Jack Miller, che ha testato un nuovo “bauletto”: un mass damper dalle dimensioni più generose che ha l'obiettivo di smorzare il chattering sulla moto di Borgo Panigale.
Suzuki alla ricerca dell'equilibrio perfetto
Come spesso accade nei test che si tengono il giorno dopo il gran premio, un po' tutti hanno migliorato i propri tempi su pista ben gommata e le sensazioni erano positive in diversi box: in Suzuki per esempio Rins era molto contento del nuovo telaio portato dai tecnici di Hamamatsu. Alex domenica in gara aveva discretamente sofferto le condizioni della pista e il degrado della gomma, trovando una GSX-RR meno facile del solito. Andava decisamente meglio dopo i 75 giri della sessione di prove: Rins riusciva a fermare con più efficacia la moto e si è dimostrato soddisfatto a fine giornata, con gli uomini di Brivio fiduciosi di avere una moto in ottimo stato di salute in vista della seconda parte della stagione.
La M1 nelle mani degli elettronici
Infine la Yamaha, apparsa meno effervescente come numero e “peso specifico” delle novità portate rispetto agli avversari, ma con alcuni componenti di aiuto nel lavoro di affinamento del materiale disponibile: gli ingegneri di Iwata hanno estratto dalle casse un nuovo codone, un nuovo scarico, anche se l'attenzione rimane indirizzata principalmente al comparto elettronico: diversi set up e strategie sono stati utilizzati sia da Rossi che da Vinales per migliorare un po' tutte le aree: trazione, freno motore e accelerazione. Entrambi i piloti si sono dichiarati moderatamente positivi. Sulla M1 del Dottore è spuntata anche una nuova leva sotto la frizione: si tratta di un freno posteriore al manubrio che dovrebbe garantire una maggiore progressività di utilizzo, ma che ancora non ha ricevuto il disco verde da Rossi. La posizione non convince Valentino, che lo ritiene non sufficientemente comodo da utilizzare .
Ergonomia o aerodinamica?
Capitolo a parte meritano invece le nuove soluzioni ergonomiche studiate da Honda per Lorenzo e da Ducati per Miller: in entrambi i casi si tratta di appendici al serbatoio che hanno la principale funzione di permettere al pilota di “agganciare” al meglio la moto, agevolando i cambi di direzione e la posizione in frenata. Non può sfuggire che però, pur con layout decisamente diversi tra la moto giapponese e quella italiana, la parte aerodinamica risulta piuttosto curata. Il quesito che si pone ora è il seguente: si tratta solo di forme che minimizzano l'impatto sul coefficiente aerodinamico o di vere e proprie appendici volte a indirizzare il flusso e/o generare carico?
Hrc mostra i muscoli
La Honda ha fatto la voce grossa: Lorenzo e Nakagami avevano due moto differenti, Marquez addirittura tre. Nel box Hrc ha fatto la sua comparsa un telaio con una vistosa copertura in carbonio, ma anche differenti alette: il tutto mixato in diverse combinazioni che il 93 ha provato come sempre senza risparmiarsi (80 giri). In Honda si lavora anche sull'elettronica per armonizzare prestazioni della moto e consumo della gomma, vista la notevole potenza espressa dal motore 2019. L'impressione è che lo sviluppo in vista dell'anno prossimo sia già in una fase più che iniziale, un altro vantaggio rispetto agli avversari.
Ducati alla ricerca del turning
Clima di ottimismo anche in Ducati, con Petrucci al lavoro per cercare soluzioni aerodinamiche che lo aiutino a entrare meglio in carena: vista la corporatura tra le più importanti della MotoGP, Danilo deve trovare il modo di rimanere più coperto per non perdere velocità nei rettilinei. Il ternano a Barcellona ha svolto anche positivi test di modifica delle geometrie sulla Desmosedici, che lo avrebbero aiutato a ingentilire il comportamento della moto. Dall'Igna ha portato anche un telaio modificato, con una fodera in carbonio. La soluzione è stata promossa da entrambi gli ufficiali, che ne hanno apprezzato le reazioni nelle curve di percorrenza, riscontrando una maggiore facilità nella percorrenza. Novità anche per Jack Miller, che ha testato un nuovo “bauletto”: un mass damper dalle dimensioni più generose che ha l'obiettivo di smorzare il chattering sulla moto di Borgo Panigale.
Suzuki alla ricerca dell'equilibrio perfetto
Come spesso accade nei test che si tengono il giorno dopo il gran premio, un po' tutti hanno migliorato i propri tempi su pista ben gommata e le sensazioni erano positive in diversi box: in Suzuki per esempio Rins era molto contento del nuovo telaio portato dai tecnici di Hamamatsu. Alex domenica in gara aveva discretamente sofferto le condizioni della pista e il degrado della gomma, trovando una GSX-RR meno facile del solito. Andava decisamente meglio dopo i 75 giri della sessione di prove: Rins riusciva a fermare con più efficacia la moto e si è dimostrato soddisfatto a fine giornata, con gli uomini di Brivio fiduciosi di avere una moto in ottimo stato di salute in vista della seconda parte della stagione.
La M1 nelle mani degli elettronici
Infine la Yamaha, apparsa meno effervescente come numero e “peso specifico” delle novità portate rispetto agli avversari, ma con alcuni componenti di aiuto nel lavoro di affinamento del materiale disponibile: gli ingegneri di Iwata hanno estratto dalle casse un nuovo codone, un nuovo scarico, anche se l'attenzione rimane indirizzata principalmente al comparto elettronico: diversi set up e strategie sono stati utilizzati sia da Rossi che da Vinales per migliorare un po' tutte le aree: trazione, freno motore e accelerazione. Entrambi i piloti si sono dichiarati moderatamente positivi. Sulla M1 del Dottore è spuntata anche una nuova leva sotto la frizione: si tratta di un freno posteriore al manubrio che dovrebbe garantire una maggiore progressività di utilizzo, ma che ancora non ha ricevuto il disco verde da Rossi. La posizione non convince Valentino, che lo ritiene non sufficientemente comodo da utilizzare .
Ergonomia o aerodinamica?
Capitolo a parte meritano invece le nuove soluzioni ergonomiche studiate da Honda per Lorenzo e da Ducati per Miller: in entrambi i casi si tratta di appendici al serbatoio che hanno la principale funzione di permettere al pilota di “agganciare” al meglio la moto, agevolando i cambi di direzione e la posizione in frenata. Non può sfuggire che però, pur con layout decisamente diversi tra la moto giapponese e quella italiana, la parte aerodinamica risulta piuttosto curata. Il quesito che si pone ora è il seguente: si tratta solo di forme che minimizzano l'impatto sul coefficiente aerodinamico o di vere e proprie appendici volte a indirizzare il flusso e/o generare carico?
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