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Proroga stato di emergenza al 15 ottobre, spostamenti: cosa cambia?

Lo stato di emergenza è stato prorogato al 15 ottobre. Per ancora due mesi eme mezzo il governo potrà procedere a colpi di Dpcm chiudendo attività, isolando territori, oppure imponendo ulteriori limitazioni agli spostamenti da e per i paesi EU e non
Tutto come prima
Raggiunto il “compromesso” tra chi ne voleva la fine al 30 settembre e chi ne chiedeva invece la continuazione fino al 31 ottobre, il Governo ha deciso per la proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre 2020. In pratica, ciò significa che le cose rimarranno così come sono oggi per almeno due mesi e mezzo. Le mascherine, per esempio, continueranno a rimanere obbligatorie nei luoghi chiusi, si continuerà, dove possibile, con lo smartworking, le pensioni saranno erogate in giorni differenti e si manterranno le diverse limitazioni in fatto di manifestazioni, eventi pubblici e, in generale, appuntamenti che impediscano il rispetto del distanziamento tra le persone. Con lo stato di emergenza, il Governo potrà, come fatto finora, procedere a colpi di Dpcm, imponendo per esempio chiusure di scuole, attività commerciali o altri enti pubblici, ma anche isolare determinati territori (le cosiddette zone rosse) o imporre restrizioni a viaggi e spostamenti, esattamente come avvenuto in pieno lockdown.

Stato di emergenza e spostamenti
Ad oggi, con lo stato di emergenza in vigore, il traffico aereo, marittimo e terrestre potrebbe pertanto essere interrotto oppure limitato verso e da i paesi europei ed extraeuropei. Mantenendo lo stato di emergenza, si mantengono pertanto tutte le limitazioni già precedentemente aggiornate dallo stesso governo in fatto di spostamenti. Il discorso vale ovviamente anche per chi dovesse muoversi a bordo di mezzi privati, auto o moto che siano: la circolazione è ad oggi libera  in tutta Italia e all'interno dell'area UE, pur con qualche limitazione decisa dai singoli paesi (la Grecia, per esempio, obbliga il turista a segnalare il viaggio). Per i paesi extraeuropei la cosa è invece più complicata: sul sito del ministero della Salute viene aggiornato l’elenco dei paesi non europei dai quali è permesso oppure vietato l’ingresso in Italia. Un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza - provvedimento adottabile proprio sulla base dello stato di emergenza - ha in particolare vietato l’ingresso in Italia a chi proviene dal Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù e Repubblica Dominicana e ha imposto l’obbligo di quarantena per chi proviene da Romania e Bulgaria.
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