Scooter a 3 e 4 ruote: non andate in autostrada... fino a Natale!
Dopo 10 anni di "tacito consenso", la Polizia Stradale ha deciso che gli scooter a 3 e 4 ruote non possono andare in autostrada e fioccano le multe. Ne ha parlato Striscia la notizia, mettendo in allarme le case e i proprietari. La soluzione arriverà entro fine anno: il Ministero dei Trasporti sta infatti preparando una modifica al Codice della strada da approvare al volo in Parlamento. Fino a quel momento, però, meglio evitare autostrade e tangenziali con i "multiruota" per non avere problemi con le assicurazioni
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Il classico pasticcio all’italiana. Questo è in sintesi il problema degli scooter a 3 e 4 ruote vietati in autostrada, portato alla ribalta in questi giorni da Valerio Staffelli con il servizio andato in onda a Striscia la notizia. Si tratta di un problema puramente burocratico-legislativo, non tecnico: gli scooter “multi ruote” sono indiscutibilmente sicuri, quanto e più di quelli a 2 ruote. Ma il problema è reale: applicando rigidamente l’art. 175 dell’attuale Codice della Strada, questi veicoli non possono circolare in autostrada. Nel resto d’Europa invece sì, senza problemi, perché le leggi nazionali fanno già riferimento al regolamento comunitario 168/2013 che disciplina le omologazioni.
Staffelli si è mosso sulla base delle segnalazioni di alcuni utenti multati perché viaggiavano in autostrada. Ma gli stessi utenti avevano scritto anche alla nostra redazione e ci stavamo già muovendo per aiutarli (in modo concreto e senza proclami, come è nostra abitudine). Per questo motivo siamo in grado di spiegarvi ciò che è accaduto e sta accadendo, ma soprattutto possiamo aiutare chi è stato multato e ora potrà fare ricorso, sfruttando la nuova circolare della Polizia Stradale (che potete scaricare in pdf qui e trovate nella gallery di questa news). E possiamo anticiparvi che il Ministero dei Trasporti sta preparando una modifica al Codice della Strada da portare in tempi brevissimi in Parlamento, per farla approvare entro fine anno.
Di quali veicoli stiamo parlando?
Parliamo dei veicoli a 3 e 4 ruote con una carreggiata anteriore (cioè una distanza tra le ruote) superiore a 46,5 cm e cioè i vari Piaggio MP3 300/350/500, Quadro QV3 e Qooder, Peugeot Metropolis e (se fosse già in commercio) il nuovo Yamaha Tricity 300: tutti quelli cioè che nel libretto di circolazione hanno la dicitura "triciclo". Invece i veicoli multiruota con carreggiata inferiore a 46,5 cm come Yamaha Niken e Yamaha Tricity 155 non hanno problemi in autostrada, come pure i primi MP3 di cilindrata pari o superiore a 250 (quelli senza il pedale del freno sulla pedana): tutti questi veicoli infatti hanno sul libretto di circolazione la definizione "motociclo" (se la carreggiata è inferiore a 46,5 cm, le ruote sono considerate "gemellate") e per questo motivo si possono guidare solo con patente da moto.
Perché nessuno ha mai detto che questi veicoli non possono circolare in autostrada?
La risposta a questa domanda è semplice quanto disarmante, come spesso accade in Italia: perché nessuno si era mai sognato di mettere in dubbio un documento diffuso nel 2009 in cui la Direzione Centrale della Polizia Stradale (in attesa della revisione del Codice) confermava che questi veicoli appartenevano alla categoria internazionale dei "tricicli L5e", corrispondente a quella delle "motocarrozzette" descritte all'art.53 del Codice della Strada, ed erano regolarmente ammessi in autostrada purché dotati di motore con cilindrata superiore a 250 cm3.
Da allora non ci sono mai stati dubbi, né tra gli “addetti ai lavori” (costruttori e associazioni di categoria, ministeri, forze dell’ordine e assicurazioni) che hanno immesso sul mercato, immatricolato e assicurato questi veicoli, né tra i clienti che hanno acquistato questi veicoli. La situazione sembrava risolta nel 2013, dopo che la Comunità Europea aveva rivisto le normative relative all’omologazione dei veicoli, creando addirittura una specifica categoria (L5e-A) per i tricicli trasporto persone, tra i quali rientrano questi "basculanti”. In genere una normativa europea è ritenuta prevalente su quella nazionale, specie in casi come questo in cui la legge “locale” è vecchia e in attesa di revisione, quindi sembrava tutto a posto... fino a quando la Polizia Stradale (la stessa che nel 2009 aveva ammesso questi veicoli in autostrada) nel 2019 ha iniziato a multare i proprietari di scooter multiruota colti a viaggiare in autostrada.
Tre legislature senza fare nulla
Non si conosce il motivo di questo nuovo comportamento: potrebbe essere la solita necessità di “fare cassa”, ma è solo un’ipotesi. Dopo essere stati multati comunque i proprietari dei veicoli hanno iniziato a scrivere ai giornali e nei forum, segnalando l’accaduto. Gli scooteristi multati hanno segnalato l'accaduto anche a inSella un paio di mesi fa e da allora abbiamo iniziato a martellare i costruttori per avere risposte. All'inizio le case hanno avuto una reazione stupita (pensavano valesse ancora il “tacito accordo” del 2009), dopo di che ci hanno indirizzati agli uffici di Confindustria ANCMA, l’associazione di categoria che in questi casi fa attività di “lobby” presso enti, ministeri ecc per ottenere provvedimenti favorevoli al settore.
Staffelli si è mosso sulla base delle segnalazioni di alcuni utenti multati perché viaggiavano in autostrada. Ma gli stessi utenti avevano scritto anche alla nostra redazione e ci stavamo già muovendo per aiutarli (in modo concreto e senza proclami, come è nostra abitudine). Per questo motivo siamo in grado di spiegarvi ciò che è accaduto e sta accadendo, ma soprattutto possiamo aiutare chi è stato multato e ora potrà fare ricorso, sfruttando la nuova circolare della Polizia Stradale (che potete scaricare in pdf qui e trovate nella gallery di questa news). E possiamo anticiparvi che il Ministero dei Trasporti sta preparando una modifica al Codice della Strada da portare in tempi brevissimi in Parlamento, per farla approvare entro fine anno.
Di quali veicoli stiamo parlando?
Parliamo dei veicoli a 3 e 4 ruote con una carreggiata anteriore (cioè una distanza tra le ruote) superiore a 46,5 cm e cioè i vari Piaggio MP3 300/350/500, Quadro QV3 e Qooder, Peugeot Metropolis e (se fosse già in commercio) il nuovo Yamaha Tricity 300: tutti quelli cioè che nel libretto di circolazione hanno la dicitura "triciclo". Invece i veicoli multiruota con carreggiata inferiore a 46,5 cm come Yamaha Niken e Yamaha Tricity 155 non hanno problemi in autostrada, come pure i primi MP3 di cilindrata pari o superiore a 250 (quelli senza il pedale del freno sulla pedana): tutti questi veicoli infatti hanno sul libretto di circolazione la definizione "motociclo" (se la carreggiata è inferiore a 46,5 cm, le ruote sono considerate "gemellate") e per questo motivo si possono guidare solo con patente da moto.
Perché nessuno ha mai detto che questi veicoli non possono circolare in autostrada?
La risposta a questa domanda è semplice quanto disarmante, come spesso accade in Italia: perché nessuno si era mai sognato di mettere in dubbio un documento diffuso nel 2009 in cui la Direzione Centrale della Polizia Stradale (in attesa della revisione del Codice) confermava che questi veicoli appartenevano alla categoria internazionale dei "tricicli L5e", corrispondente a quella delle "motocarrozzette" descritte all'art.53 del Codice della Strada, ed erano regolarmente ammessi in autostrada purché dotati di motore con cilindrata superiore a 250 cm3.
Da allora non ci sono mai stati dubbi, né tra gli “addetti ai lavori” (costruttori e associazioni di categoria, ministeri, forze dell’ordine e assicurazioni) che hanno immesso sul mercato, immatricolato e assicurato questi veicoli, né tra i clienti che hanno acquistato questi veicoli. La situazione sembrava risolta nel 2013, dopo che la Comunità Europea aveva rivisto le normative relative all’omologazione dei veicoli, creando addirittura una specifica categoria (L5e-A) per i tricicli trasporto persone, tra i quali rientrano questi "basculanti”. In genere una normativa europea è ritenuta prevalente su quella nazionale, specie in casi come questo in cui la legge “locale” è vecchia e in attesa di revisione, quindi sembrava tutto a posto... fino a quando la Polizia Stradale (la stessa che nel 2009 aveva ammesso questi veicoli in autostrada) nel 2019 ha iniziato a multare i proprietari di scooter multiruota colti a viaggiare in autostrada.
Tre legislature senza fare nulla
Non si conosce il motivo di questo nuovo comportamento: potrebbe essere la solita necessità di “fare cassa”, ma è solo un’ipotesi. Dopo essere stati multati comunque i proprietari dei veicoli hanno iniziato a scrivere ai giornali e nei forum, segnalando l’accaduto. Gli scooteristi multati hanno segnalato l'accaduto anche a inSella un paio di mesi fa e da allora abbiamo iniziato a martellare i costruttori per avere risposte. All'inizio le case hanno avuto una reazione stupita (pensavano valesse ancora il “tacito accordo” del 2009), dopo di che ci hanno indirizzati agli uffici di Confindustria ANCMA, l’associazione di categoria che in questi casi fa attività di “lobby” presso enti, ministeri ecc per ottenere provvedimenti favorevoli al settore.
L'ANCMA ci ha rivelato che dopo l’entrata in vigore del regolamento 168/2013 CE, ha inserito più volte i veicoli classificati L5e-A (gli scooter multiruota) tra le situazioni da sanare con il nuovo Codice della strada. Visto però che non era accaduto nulla (o meglio, dopo che tre legislature erano finite senza che il Codice della Strada fosse approvato), nei mesi scorsi ANCMA ha chiesto alla PolStrada e al Ministero dei Trasporti una circolare (analoga a quella del 2009) con cui spiegare alle forze dell’ordine che i multiruota possono circolare in autostrada. Una circolare è sempre meglio di niente... Si è così arrivati alla circolare Prot. n. 300/A/9341/19/104/1, diramata lo scorso 5 novembre dal Direttore Centrale Forgione del Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, con oggetto “Accesso Tricicli basculanti in autostrada”, secondo la quale “si ritiene ragionevole consentire la cicolazione in autostrada e sulle strade extraurbane principali ai veicoli omologati con la categoria internazionale L5e-A con cilindrata uguale o superiore a 250 cm3” e si invitano la Polizia Stradale e i Corpi o servizi di Polizia Municipale e Provinciale a seguire tali indicazioni.
Una circolare non basta
Tutto a posto? Non proprio: una circolare può servire a ricorrere davanto al Giudice di Pace per chiedere l'annullamento della multa (valutando bene le mosse con il proprio avvocato), ma è solo un chiarimento interpretativo che il Ministero invia agli Uffici periferici. Con una circolare insomma non è possibile creare nuove norme e, soprattutto, non è possibile derogare a una "norma primaria" (in questo caso all’art. 175 del codice della strada). D’altro canto esiste il regolamento CE 168/2013, cioè una normativa europea che lo Stato Italiano sta già applicando e che risolve ogni dubbio sull’omologazione dei “tricicli basculanti”.
Come sempre accade in questi casi, le prime a creare problemi sono le assicurazioni. Non a caso Umberto Guidono, direttore business di ANIA (l’associazione nazionale delle compagnie assicurative) ha dichiarato a Striscia che "in caso di incidente, l'assicurazione paga i danni se il mezzo è assicurato, salvo poi rivalersi su chi ha provocato l'incidente in quqnto circolava in una'area dove non poteva stare".
Ma il Ministero dei Trasporti...
Ora finalmente c'è uno spiraglio di luce in questa complicata vicenda. Da quel che risulta a inSella infatti il Ministero dei Trasporti starebbe (finalmente) preparando una modifica all'art.175 del Codice della Strada che dovrebbe essere approvata n Parlamento entro fine anno. Nel frattempo però, viste le minacce (neanche tanto velate) delle assicurazioni vi consigliamo di evitare di viaggiare in autostrade e tangenziali con i “tricicli basculanti” omologati L5e-A, in attesa che arrivi la modifica del Codice. Ora siamo nelle mani del Signore… e del Parlamento italiano!
Una circolare non basta
Tutto a posto? Non proprio: una circolare può servire a ricorrere davanto al Giudice di Pace per chiedere l'annullamento della multa (valutando bene le mosse con il proprio avvocato), ma è solo un chiarimento interpretativo che il Ministero invia agli Uffici periferici. Con una circolare insomma non è possibile creare nuove norme e, soprattutto, non è possibile derogare a una "norma primaria" (in questo caso all’art. 175 del codice della strada). D’altro canto esiste il regolamento CE 168/2013, cioè una normativa europea che lo Stato Italiano sta già applicando e che risolve ogni dubbio sull’omologazione dei “tricicli basculanti”.
Come sempre accade in questi casi, le prime a creare problemi sono le assicurazioni. Non a caso Umberto Guidono, direttore business di ANIA (l’associazione nazionale delle compagnie assicurative) ha dichiarato a Striscia che "in caso di incidente, l'assicurazione paga i danni se il mezzo è assicurato, salvo poi rivalersi su chi ha provocato l'incidente in quqnto circolava in una'area dove non poteva stare".
Ma il Ministero dei Trasporti...
Ora finalmente c'è uno spiraglio di luce in questa complicata vicenda. Da quel che risulta a inSella infatti il Ministero dei Trasporti starebbe (finalmente) preparando una modifica all'art.175 del Codice della Strada che dovrebbe essere approvata n Parlamento entro fine anno. Nel frattempo però, viste le minacce (neanche tanto velate) delle assicurazioni vi consigliamo di evitare di viaggiare in autostrade e tangenziali con i “tricicli basculanti” omologati L5e-A, in attesa che arrivi la modifica del Codice. Ora siamo nelle mani del Signore… e del Parlamento italiano!
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