SBK 2015, intervista esclusiva a Davide Giugliano: “Il ritorno di Max Biaggi? Una figata pazzesca!”
SBK news – Il 2015 non è iniziato nel migliore dei modi per Davide Giugliano, infortunatosi negli ultimi test pre-stagionali e tornato in pista tre mesi dopo. Ora c'è da recuperare il tempo perso, noi lo abbiamo intervistato a Misano, ecco cosa ci ha raccontato
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Il "Bandito" è tornato
La stagione di Davide Giugliano quest'anno è iniziata ufficialmente venerdì 8 maggio, quando il pilota romano è sceso in pista sul circuito di Imola per le prove libere alla guida della sua Ducati Panigale R. La rinascita sportiva dopo esser stato fermo per tre mesi a causa di un infortunio piuttosto serio. Infatti, negli ultimi test pre-stagionali, a febbraio, la “rossa” di Borgo Panigale l'aveva sbalzato sul tracciato di Phillip Island procurandogli la frattura di tre vertebre. Il suo ritorno è però stato dei migliori e Davide ha conquistato subito la pole position e il terzo gradino del podio in Gara1. Con Giugliano abbiamo potuto fare due chiacchiere a Misano, dove è stato autore di un'impresa eroica: dopo aver dato una bella botta nella prima sessione di prove libere, il romano è riuscito a svolgere un ottimo week end conquistando nelle qualifiche la prima fila, e in gara un quarto e un secondo posto di tutto rispetto.
Com 'è il tuo feeling con la moto?
Non è male. Certo quando cadi così è brutto, ma io cerco sempre di switchare in fretta il cervello per tornare subito a riprendere la giusta fiducia.
Dopo quattro round fatti che obiettivi ti sei posto?
Abbiamo degli obiettivi più che altro realistici. Sappiamo che possiamo fare bene ad ogni gara e questa è la cosa più importante. Dobbiamo ancora capire come andarle a vincere, nel senso: siamo vicini ma ancora non siamo proprio al 100% in sintonia con la vittoria.
In quattro round hai fatto tre podi e due pole, questi risultati da cosa derivano?
Sicuramente da un lato la moto è migliorata molto, in Ducati hanno fatto un lavoro assurdo. Dall'altro io avevo una gran voglia di tornare, non mi è assolutamente piaciuto guardare le corse da casa, quindi sono arrivato qui con tanta voglia di fare.
Cos'hai imparato da questo infortunio? Hai avuto paura?
Be' paura certo, quando ti rompi la schiena ci possono essere molto cose che non possono più funzionare. Imparato... nulla, perché ho sempre corso così prima e continuerò a correre dando il 100% adesso. È normale che capisci un po' di più i limiti e capisci che in moto ci si può fare molto molto male, sapendo che questo è stato il mio primo infortunio grave e spero anche l'ultimo.
Come hai vissuto questi mesi di stop forzato?
Molto male, molto male. Sono stati i tre mesi più lunghi della mia vita, sinceramente. Non ero mai stato lontano dalle corse, lontano dalle moto, questo mi ha fatto abbastanza soffrire. Mi mancava tanto l'adrenalina, poi ho subito tanto il fatto di stare a casa fermo.
Sei mancato tanto in pista, l'hai percepito?
Questa è una bella cosa, sapere che sei una pedina importante all'interno di un campionato, è una figata pazzesca. Io ancora non me ne rendo conto di essere arrivato a questo, però è bellissimo! Ed è stato anche bello ritornare ad Imola e trovare anche piloti importanti come Jhonathan Rea e Tom Sykes che si sono divertiti con me e mi hanno fatto sentire che anche a loro, a livello umano e sportivo, gli sono mancato. Di tutto quanto, quella è stata una delle emozioni più grandi, anche perché rispetto tantissimo Jhonny, altrettanto Tom, e a livello personale è stato veramente una cosa bellissima.
Delle piste rimaste ora in calendario, quale è più congeniale a te e alla Ducati?
Ce ne sono tante, a Laguna Seca potremmo andare forte, probabilmente avremo tanti problemi in Malesia, ma a Jerez in inverno siamo sempre andati molto molto forti. Magny Cours è una pista che mi piace tantissimo, mentre il Qatar ci metterà un po' a dura prova. Secondo me da qui a fine stagione abbiamo due o forse tre piste che ci daranno dei problemini, però tutto sommato ci possiamo sempre difendere molto bene.
Cosa ne pensi del ritorno di Max Biaggi? Ho letto alcune tue dichiarazioni in cui dicevi che non è bello che tornino i piloti del passato e l'attenzione venga catalizzata su di loro e non su chi si gioca il mondiale.
Penso che sia bellissimo che torni un pilota ed è bene che lo spieghi meglio: è bellissimo che ritorni un pilota della sua fama e della sua stazza, però qui stiamo facendo le corse e nelle corse ci sono tanti partecipanti. È solo questo quello che dico, va benissimo, benvenuto Max, è una figata pazzesca che lui sia di nuovo qui! È normale che vada forte, sarebbe stato strano il contrario anche perché non è mai sceso dalla moto, ha fatto praticamente più test di me, va benissimo così. La mia uscita non era assolutamente nei suoi confronti, ma verso quello che c'è girato intorno. È giusto parlarne per via dell'indotto che porta Max, però è anche giusto ricordarsi che “gli altri piloti non stanno qui a spicciare casa”, insomma...
Prima è tornato Bayliss, ora Biaggi, secondo te perché ritornano?
Perché sentono sicuramente la mancanza del confronto. Io sono stato tre mesi a casa e quasi quasi impazzivo... Immagino cosa possa voler dire ritirarsi! La voglia di competizione non ti passa così facilmente, se ce l'hai dentro, bisogna che la tiri fuori in qualche maniera.
La stagione di Davide Giugliano quest'anno è iniziata ufficialmente venerdì 8 maggio, quando il pilota romano è sceso in pista sul circuito di Imola per le prove libere alla guida della sua Ducati Panigale R. La rinascita sportiva dopo esser stato fermo per tre mesi a causa di un infortunio piuttosto serio. Infatti, negli ultimi test pre-stagionali, a febbraio, la “rossa” di Borgo Panigale l'aveva sbalzato sul tracciato di Phillip Island procurandogli la frattura di tre vertebre. Il suo ritorno è però stato dei migliori e Davide ha conquistato subito la pole position e il terzo gradino del podio in Gara1. Con Giugliano abbiamo potuto fare due chiacchiere a Misano, dove è stato autore di un'impresa eroica: dopo aver dato una bella botta nella prima sessione di prove libere, il romano è riuscito a svolgere un ottimo week end conquistando nelle qualifiche la prima fila, e in gara un quarto e un secondo posto di tutto rispetto.
Com 'è il tuo feeling con la moto?
Non è male. Certo quando cadi così è brutto, ma io cerco sempre di switchare in fretta il cervello per tornare subito a riprendere la giusta fiducia.
Dopo quattro round fatti che obiettivi ti sei posto?
Abbiamo degli obiettivi più che altro realistici. Sappiamo che possiamo fare bene ad ogni gara e questa è la cosa più importante. Dobbiamo ancora capire come andarle a vincere, nel senso: siamo vicini ma ancora non siamo proprio al 100% in sintonia con la vittoria.
In quattro round hai fatto tre podi e due pole, questi risultati da cosa derivano?
Sicuramente da un lato la moto è migliorata molto, in Ducati hanno fatto un lavoro assurdo. Dall'altro io avevo una gran voglia di tornare, non mi è assolutamente piaciuto guardare le corse da casa, quindi sono arrivato qui con tanta voglia di fare.
Cos'hai imparato da questo infortunio? Hai avuto paura?
Be' paura certo, quando ti rompi la schiena ci possono essere molto cose che non possono più funzionare. Imparato... nulla, perché ho sempre corso così prima e continuerò a correre dando il 100% adesso. È normale che capisci un po' di più i limiti e capisci che in moto ci si può fare molto molto male, sapendo che questo è stato il mio primo infortunio grave e spero anche l'ultimo.
Come hai vissuto questi mesi di stop forzato?
Molto male, molto male. Sono stati i tre mesi più lunghi della mia vita, sinceramente. Non ero mai stato lontano dalle corse, lontano dalle moto, questo mi ha fatto abbastanza soffrire. Mi mancava tanto l'adrenalina, poi ho subito tanto il fatto di stare a casa fermo.
Sei mancato tanto in pista, l'hai percepito?
Questa è una bella cosa, sapere che sei una pedina importante all'interno di un campionato, è una figata pazzesca. Io ancora non me ne rendo conto di essere arrivato a questo, però è bellissimo! Ed è stato anche bello ritornare ad Imola e trovare anche piloti importanti come Jhonathan Rea e Tom Sykes che si sono divertiti con me e mi hanno fatto sentire che anche a loro, a livello umano e sportivo, gli sono mancato. Di tutto quanto, quella è stata una delle emozioni più grandi, anche perché rispetto tantissimo Jhonny, altrettanto Tom, e a livello personale è stato veramente una cosa bellissima.
Delle piste rimaste ora in calendario, quale è più congeniale a te e alla Ducati?
Ce ne sono tante, a Laguna Seca potremmo andare forte, probabilmente avremo tanti problemi in Malesia, ma a Jerez in inverno siamo sempre andati molto molto forti. Magny Cours è una pista che mi piace tantissimo, mentre il Qatar ci metterà un po' a dura prova. Secondo me da qui a fine stagione abbiamo due o forse tre piste che ci daranno dei problemini, però tutto sommato ci possiamo sempre difendere molto bene.
Cosa ne pensi del ritorno di Max Biaggi? Ho letto alcune tue dichiarazioni in cui dicevi che non è bello che tornino i piloti del passato e l'attenzione venga catalizzata su di loro e non su chi si gioca il mondiale.
Penso che sia bellissimo che torni un pilota ed è bene che lo spieghi meglio: è bellissimo che ritorni un pilota della sua fama e della sua stazza, però qui stiamo facendo le corse e nelle corse ci sono tanti partecipanti. È solo questo quello che dico, va benissimo, benvenuto Max, è una figata pazzesca che lui sia di nuovo qui! È normale che vada forte, sarebbe stato strano il contrario anche perché non è mai sceso dalla moto, ha fatto praticamente più test di me, va benissimo così. La mia uscita non era assolutamente nei suoi confronti, ma verso quello che c'è girato intorno. È giusto parlarne per via dell'indotto che porta Max, però è anche giusto ricordarsi che “gli altri piloti non stanno qui a spicciare casa”, insomma...
Prima è tornato Bayliss, ora Biaggi, secondo te perché ritornano?
Perché sentono sicuramente la mancanza del confronto. Io sono stato tre mesi a casa e quasi quasi impazzivo... Immagino cosa possa voler dire ritirarsi! La voglia di competizione non ti passa così facilmente, se ce l'hai dentro, bisogna che la tiri fuori in qualche maniera.
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