Risarcimenti assicurazioni - Familiari della vittima poveri, giudice blocca i soldi
La corte d’Appello di Torino ha congelato i risarcimenti dovuti ai familiari della vittima, perchè poveri. Secondo i giudici infatti, se la Cassazione dovesse ribaltare il verdetto, questi non avrebbero la possibilità di restituire la somma pagata come risarcimento
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Risarcimenti congelati
Con un’ordinanza difficile da accettare, la terza sezione civile della Corte d’appello di Torino ha sospeso il risarcimento dovuto dalla compagnia assicurativa ad alcuni danneggiati perchè troppo poveri. Qualora infatti - questa la motivazione - la successiva e definitiva sentenza di Cassazione dovesse in futuro ribaltare la decisione, non sarebbe possibile, per i danneggiati non abbienti, restituire la somma pagata dalla stessa assicurazione. Questo l'incredibile risultato, dopo un iter legale durato più di otto anni.
Questi i fatti, raccontati dal Corriere della Sera: a Barletta, sulla statale 16 bis, il 4 maggio 2008 uno scontro frontale tra due automobili portò al ferimento di tre persone e alla morte di due trentenni con famiglia e figli piccoli e, da qui, al coinvolgimento delle due rispettive compagnie assicurative - la Zurich e l’Italiana - per i risarcimenti. A 8 anni dall’incidente, la Corte d’appello ha riconosciuto il diritto ai danneggiati a intascare le somme stabilite dai periti, per un totale di circa un milione e mezzo da distribuire fra una quindicina di persone. Con 800mila euro di risarcimento da pagare, Zurich ha chiesto però la sospensione dei pagamenti, adducendo tra le motivazione del ricorso il fatto che gli eredi di una delle vittime “avevano addotto gravi difficoltà economiche”, mentre fra gli altri beneficiari c’era chi “aveva subito procedura esecutiva” e chi “aveva chiesto l’anticipazione di denaro sul presupposto della loro disastrosa situazione economica”. In effetti, durante l’intero iter processuale, piccoli risarcimenti erano già stati pagati ai familiari in attesa che la corte di pronunciasse definitivamente. Il ricorso della Zurich viene accolto in parte, sospendendo cioè i pagamenti agli indigenti, tra cui la moglie di una delle vittime, ma non quello dovuto ad un ferito perchè, avendo quest’ultimo un reddito fisso, potrebbe, qualora la Cassazione ribaltasse il verdetto, restituire la somma elargita dalla compagnia. “Non mi pare una decisione che rispetti l’uguaglianza dei cittadini sancita dalla Costituzione”, ha commentato l’avvocato Fabio Mastrorosa, rappresentante delle parti lese. “Credo sia difficile - ha aggiunto - accettare che dopo 9 anni, con un padre e un marito morto, figli ancora piccoli e moglie già privati dell’affetto e del sostentamento economico non possano avere nemmeno il risarcimento che gli spetta”.
Questi i fatti, raccontati dal Corriere della Sera: a Barletta, sulla statale 16 bis, il 4 maggio 2008 uno scontro frontale tra due automobili portò al ferimento di tre persone e alla morte di due trentenni con famiglia e figli piccoli e, da qui, al coinvolgimento delle due rispettive compagnie assicurative - la Zurich e l’Italiana - per i risarcimenti. A 8 anni dall’incidente, la Corte d’appello ha riconosciuto il diritto ai danneggiati a intascare le somme stabilite dai periti, per un totale di circa un milione e mezzo da distribuire fra una quindicina di persone. Con 800mila euro di risarcimento da pagare, Zurich ha chiesto però la sospensione dei pagamenti, adducendo tra le motivazione del ricorso il fatto che gli eredi di una delle vittime “avevano addotto gravi difficoltà economiche”, mentre fra gli altri beneficiari c’era chi “aveva subito procedura esecutiva” e chi “aveva chiesto l’anticipazione di denaro sul presupposto della loro disastrosa situazione economica”. In effetti, durante l’intero iter processuale, piccoli risarcimenti erano già stati pagati ai familiari in attesa che la corte di pronunciasse definitivamente. Il ricorso della Zurich viene accolto in parte, sospendendo cioè i pagamenti agli indigenti, tra cui la moglie di una delle vittime, ma non quello dovuto ad un ferito perchè, avendo quest’ultimo un reddito fisso, potrebbe, qualora la Cassazione ribaltasse il verdetto, restituire la somma elargita dalla compagnia. “Non mi pare una decisione che rispetti l’uguaglianza dei cittadini sancita dalla Costituzione”, ha commentato l’avvocato Fabio Mastrorosa, rappresentante delle parti lese. “Credo sia difficile - ha aggiunto - accettare che dopo 9 anni, con un padre e un marito morto, figli ancora piccoli e moglie già privati dell’affetto e del sostentamento economico non possano avere nemmeno il risarcimento che gli spetta”.
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