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Promossi&Bocciati: Vinales apparecchia per la vittoria, Marquez se la divora!

Il pilota Yamaha conduce una gara strepitosa ma cade all'ultimo giro mentre insegue l'incontenibile 93, al quinto successo consecutivo. Segnali positivi da Aprilia e Ducati, ma l'Italia oggi guarda soprattutto al futuro grazie al trionfo iridato di Lorenzo Dalla Porta in Moto3
Una delle piste più belle al mondo non fa sconti: Phillip Island esalta i vincitori, condanna i vinti. Il tracciato australiano è uno degli ultimi templi del motociclismo, Guido Sassi ci racconta Promossi&Bocciati di una domenica speciale per noi italiani.

Chi piange, chi ride
Vinales vede il bicchiere mezzo pieno nella gara australiana, ma se i sorrisi di Maverick non sono di circostanza, non può nemmeno sfuggire che Top Gun ha fallito l'ennesima prova di maturità, nel suo weekend più positivo a livello di prestazioni. Dopo avere dominato dal primo minuto del venerdì a livello di tempi registrati, il piota Yamaha in gara ha rimontato la solita brutta partenza per poi condurre quasi tutto il gran premio. Vinales non ha voluto cedere nemmeno un metro a Marquez, che però ha replicato il copione delle ultime gare, inaugurato a Misano con l'eccezione di Aragon. Marc è rimasto volutamente alle spalle di Maverick per demolirlo all'ultimo passaggio. Vinales aveva una carta da giocarsi, alla curva 10: un jolly non da poco che però The Rocket ha sprecato malamente. Maverick ha detto di avere perso il posteriore nella scalata in discesa, l'impressione è che l'eccesso di foga gli abbia fatto smarrire la lucidità necessaria a concludere l'attacco vincente. Certo, se vuoi battere Marquez devi fare tutto alla perfezione. Il punto è proprio questo e non può essere altrimenti se vuoi battere il pilota più forte dell'ultimo decennio. Marc se la può ridere di gusto proprio per questo motivo: cambiano le piste, cambiano gli avversari, ma alla fine il 93 è chirurgico nel trovare sempre lo spiraglio minimo, il varco giusto per infilarsi nelle pieghe degli avversari, nei loro punti di debolezza. L'eccellenza è per Marc una nuova forma di normalità e per gli altri un incubo domenicale.

Oscar del sorpasso
Il Marquez in versione 2019 non è la furia cieca che continua ad attaccare senza risparmiarsi: trova invece il momento giusto per portare il proprio affondo. Quando serve, il sorpasso è uno solo e Marc lo tiene spesso in tasca per l'ultimo giro. Vinales ha dichiarato di sapere che Marquez lo avrebbe attaccato alla curva 1, ma che non aveva alternative valide da opporre. La manovra del campione del mondo è stata fin troppo facile: nel momento in cui il pilota Honda ha deciso di passare, non ha dovuto nemmeno aspettare la staccata, ma è riuscito ad affiancarsi già in rettilineo. Se tra i tanti sorpassi di Phillip Island quello che ha assegnato il successo non è stato quindi il più bello, in realtà non solo è stato il più efficace, ma anche il frutto di un lavoro incredibile che Honda e Marquez hanno fatto sulla moto per renderla così competitiva in accelerazione, dove ormai la Rc213V sembra quasi non avere rivali. Ma se la Casa Alata in pista ha un missile (344 e e 342.9 chilometri orari di velocità di punta per Crutchlow e Marquez), la Yamaha fino all'arrivo del nuovo motore non può sperare di competere: i 333.4 km/h di Vinales sono la quartultima prestazione registrata alla speed trap del circuito australiano.

Data check
Andrea Iannone ha regalato ad Aprilia l'emozione di guidare il gruppo in un gran premio della classe regina, seppure per un breve frangente. Ma la casa di Noale ha soprattutto messo in campo una prova convincente fin dal venerdì e ha portato al traguardo della domenica in buona posizione entrambe le moto. L'acuto del pilota italiano è la ciliegina sulla torta che è valsa il sesto posto finale. Iannone ha spiegato che le caratteristiche del tracciato hanno aiutato in buona misura: la mancanza di grandi accelerazioni dalle basse velocità ha permesso all'Aprilia di soffrire meno la carenza di grip e motore e i tempi di entrambe le moto ne hanno beneficiato, con le due RS-GP che hanno girato a circa mezzo secondo dai tempi dei due davanti. Il 2019 si avvia alla conclusione e per Aprilia l'ultimo posto in classifica rimane forse l'unica certezza, al netto di esiti imprevedibili nelle ultime due gare. La riorganizzazione del team però nel frattempo è iniziata, all'interno di un quadro di stabilità che potrebbe restituire prima o poi altre soddisfazioni simili a quella di Phillip Island. Se il podio infatti rimane una chimera, la top5 è un obiettivo decisamente più alla portata e Rivola sembra avere la determinaziona necessaria a perseguirlo nel 2020, con una moto ampiamente rivista.

Meditate gente
Non è la MotoGP, ma un titolo di campione del mondo va celebrato con i dovuti riguardi e Lorenzo Dalla Porta ha conquistato l'alloro della Moto3. Il pilota toscano merita una menzione anche perché l'Italia non portava a casa il successo nella categoria minore dal 2004: 15 anni fa c'erano ancora i due tempi e il giovane promettente allora si chiamava Andrea Dovizioso. Oggi DesmoDovi è un veterano della MotoGP, dove il discorso campionato sembra chiuso ancora per lungo tempo: per il terzo anno di fila però un pilota di casa nostra può fregiarsi di un titolo iridato nel motomondiale dopo Morbidelli e Bagnaia. Se si vorrà raccogliere qualcosa in un prossimo futuro bisogna pur seminare fin da oggi. La Spagna l'anno prossimo schiererà ben 9 piloti su 22 e dietro Marquez ci sono i vari Vinales, Rins, Mir che hanno già colmato il vuoto di Pedrosa e Lorenzo. Dalle nostre parti ancora ci aggrappiamo a Rossi e Dovizioso, ma a Phillip Island Bagnaia è arrivato quarto, Morbidelli ha messo insieme quattro arrivi in top5. L'impressione è che ci sia moltissima strada ancora da fare per arrivare a colmare il gap, ma i segnali positivi in questo senso vanno salutati con il massimo favore.
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