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Promossi&Bocciati: Petrucci vestito a festa, Lorenzo e Rossi mai così indietro

Danilo vince con un doppio sorpasso chirurgico e coraggioso su Dovizioso e Marquez, ma il Cabroncito se la ride pensando al campionato. Honda riceve Lorenzo in Giappone per aiutarlo a trovare una soluzione ai suoi problemi in sella, Rossi aspetta novità da Yamaha
Marquez è il ripieno di un panino buonissimo per le Ducati, ma indigesto in prospettiva mondiale; giornata nera per Rossi e Lorenzo. Honda cambierà per Jorge, ma il maiorchino riuscirà a fare lo step necessario per diventare competitivo? Rivediamo con il nostro Guido Sassi Promossi&Bocciati del Gp d’Italia.

Se piangi, se ridi
Il migliore in pista - e per la prima volta anche nella classifica del gp-, è stato Danilo Petrucci. Non è stata però la prima volta che il ternano si è trovato la vittoria a portata di mano: ricordate l’ultimo giro ad Assen 2017 in lotta con Valentino o il gp di Misano dello stesso anno contro Marquez? Questa volta tuttavia Petrux è stato davvero perfetto: ha provato ad andare via, ha resistito alla pressione di Marquez, non ha fatto pasticci con Dovizioso, ha giocato con il limite senza oltrepassarlo. Danilo ha vinto la prima gara nel motomondiale, dopo una gavetta che sembrava infinita. Il tutto in una stagione che ora potrebbe regalargli non solo altre soddisfazioni in pista, ma anche un rinnovo contrattuale.
Il lato triste del Mugello ha invece la faccia di Rossi e Lorenzo. Il primo ha vissuto il classico weekend in salita, senza però il miracolo domenicale; il secondo è stato comprimario nel solito gran premio incolore, una costante da quando è arrivato in Honda. Rossi ha concluso nella ghiaia, con una caduta alla Arrabbiata 2: la sintesi di disagi tecnici aggravati dal bisogno di sopperire ai problemi di feeling in sella alla M1. Questa Yamaha non vale più del sesto posto di Vinales, o dei due quinti conquistati dal Dottore in Qatar e Francia. Correre saltuariamente per il podio non può accontentare Valentino, e alla fine il rischio è di perdere non solo punti ma soprattutto entusiasmo. Lorenzo invece ha portato sì la moto al traguardo, ma la tredicesima posizione eguaglia il suo peggior risultato in Honda. Lorenzo non è andato tuttavia nemmeno lontano dal suo migliore score nel box HRC, l’undicesima piazza della Spagna. Se in Ducati il pentacampione aveva vissuto un biennio di alti e bassi, In Honda per ora esistono solo momenti down. Così Jorge prenderà un volo last minute per il Giappone: obiettivo visitare la factory della Casa Alata e trovare una nuova ergonomia in sella alla RC213V.

Oscar del sorpasso
La manovra di Petrucci all’ultimo giro vale i 25 punti della vittoria: alla San Donato Dovizioso riesce a infilarsi all’interno di Marquez, leggermente lungo. I due vanno entrambi larghi, Danilo vede uno spiraglio e prima della Luco è dentro: Dovi deve rialzare la moto, si trova schiacciato tra il campione del mondo e il compagno di squadra. Petrucci passa, sente Marquez sugli scarichi ma non molla: è un giro lunghissimo ma il ducatista riesce a tagliare il traguardo per primo.

Data check
Lo si è visto nelle immagini in tv, lo confermano i dati: se la Honda non è la moto più veloce del lotto, poco ci manca. Nelle scorse gare Marquez aveva dato l’impressione di avere un’ottima accelerazione, abbastanza per rivaleggiare con la potenza del super desmo Ducati. Sul banco di prova del Mugello, con il suo interminabile rettilineo, la speed trap ha detto che in gara il più veloce è stato Pirro (353.8 km/h), seguito da Crutchlow (353.6) e Lorenzo (353.5). La velocità non basta, ma permette di rischiare meno in staccata, e infatti Marquez è andato lungo solo mezza volta, all’ultimo giro. A Barcellona, che presenta un rettilineo con uno sviluppo simile a quello italiano, ci sarà ancora da fare i conti con lo spagnolo.

Meditate gente
Lorenzo ha chiesto una Honda più “democratica”, lamentando il fatto che questa moto funziona solo nelle mani di Marquez. Il 93 ha risposto che la Honda segue i commenti di chi sta davanti, e che quindi in questo momento è lui ad avere ragione nell’indirizzare lo sviluppo. Marc ha anche aggiunto: “Crutchlow e Nakagami vengono ascoltati, e se Lorenzo avesse guidato le Honda del 2015 o del 2016, allora avrebbe davvero trovato una moto difficile”. Marc ha parlato in maniera diretta, con faccia seria, e la sua reazione nel dopo gara è comprensibile se si pensa che senza di lui la Honda ha vinto appena 13 gare dal 2013 a oggi. Però, proprio per ricollegarsi a quanto sottolineato dal 7 volte campione del mondo, nel 2015-16 Pedrosa, Crutchlow e Miller portarono a casa 6 successi (più 10 podi), contro i 3 (sempre con 10 podi) del biennio successivo. Nel 2013-14 altre 4 vittorie per Pedrosa: insomma, proprio nel periodo che Marquez indica giustamente come il più difficile per il carattere della moto, altri piloti riuscirono a raccogliere risultati di prestigio. La RC213V è nata nel 2012, una moto molto piccola perché costruita inizialmente su Pedrosa. Nel corso degli anni è sempre andata più incontro alle esigenze di Marquez, che si è guadagnato le attenzioni dei tecnici a suon di mondiali. A un certo punto però, prima Pedrosa e poi Crutchlow hanno lamentato una moto sempre più difficile da guidare. Lorenzo non ha fatto che esplicitare in maniera ancora più evidente questo disagio, e per dirla tutta non è che Cal sia entusiasta della moto di quest’anno. I suoi risultati lo confermano (un solo podio all’esordio) e le lamentele del britannico sono rivolte principalmente all’anteriore, in accordo con Jorge. Marquez ha ragione nel rivendicare il diritto a decidere quel che serve per vincere, gli altri a lamentare una moto poco versatile. 
In Honda accade l'esatto opposto di quel che succede in Ducati: la Rossa di Borgo Panigale prima dell'arrivo di Gigi Dall'Igna aveva vinto solo nelle mani di Stoner e Capirossi (eccezion fatta per lo sporadico successo di Bayliss a Valencia 2006). Solo due piloti capaci di domarla in dieci anni, mentre dal 2016 a oggi tutti gli ufficiali hanno portato a casa una vittoria: Iannone, Dovizioso, Lorenzo e ora anche Petrucci. Come è cambiata la MotoGP in pochi anni!
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